Ancor prima che l’Unità d’Italia fosse completata, nel 1860 Cavour aveva progettato una spedizione diplomatica in Persia. Quella che partì da Genova il 21 aprile del 1862 per raggiungere Teheran il 3 agosto fu la prima e la più grande missione estera del nuovo stato appena nato. Vedeva la partecipazione di 19 componenti le cui funzioni permettono di suddividerli in quattro gruppi: c’erano infatti diplomatici, militari, commercianti e scienziati. Un’interessante mostra fotografica dal titolo La Persia Qajar 1848-1864. Fotografi italiani nell’Iran dell’Ottocento, allestita al Fotomuseo Panini di Modena fino al prossimo 13 marzo, racconta attraverso immagini d’epoca quell’impresa e in particolare il determinante apporto italiano allo sviluppo della fotografia nel paese centrasiatico. Le date sopra indicate circoscrivono il periodo durante il quale fu attivo in Persia Luigi Pesce, dal suo arrivo alla morte sopraggiunta a Teheran appunto nel 1864. Eccoli, in uno scatto di Luigi Montabone, i partecipanti della spedizione: anche in questa piccola riproduzione è possibile constatare che ognuno guardava nella direzione che più gli aggradava in quel momento. Il risultato genera sull’osservatore – io credo – una sensazione di sorpresa, a metà strada tra la confusione e un senso di movimento, come in quei quadri in cui il pittore vuole dimostrare la propria abilità del conferire profondità alla scena.
“Prima nostra impressione fu lo stupore per l’abbagliante ricchezza del vestito dello Schah. Indossava egli una tunica di velluto azzurro ricamata a grandi rabeschi di brillanti: sul berrettone o kolà scintillava una gran rosa di magnifici brillanti; tutta l’impugnatura e tutto un lato del fodero della sciabola erano d’oro coperto d’un fitto mosaico ancora di grossi brillanti; alla sua cintura luccicava uno dei più grossi diamanti conosciuti al mondo, il famoso deria-i-nur (mare di luce)”, si legge in una citazione riprodotta su una parete lungo il percorso espositivo. Quello che si squadernava davanti agli occhi dei nostri compatrioti di centocinquant’anni fa era un mondo che si presentava a volte con un volto fiabesco, altre senza nascondere la miseria e l’arretratezza in cui viveva la popolazione.
In cima alla piramide sedeva invece Sua Maestà Imperiale Naseroddin Shah, del cui ritratto fotografico sono esposte ben quattro versioni (tre colorate). In altre immagini vediamo il trono, gli eunuchi e i principali personaggi della sua corte. Notiamo che nessuno è immortalato con un sorriso, né tantomeno mentre si abbandona a gesti di maleducata esibizione, come pure ci siamo abituati a vedere oggi anche in contesti internazionali di altissimo livello. Le foto restituiscono invece la fascinazione subita da questi antesignani dei moderni fotoreporter, sorpresi e stregati da tutto ciò che per loro era nuovo e “diverso”. Possiamo forse parlare di “orientalismo fotografico”, estrema ma non ultima filiazione dell’Orientalismo ottocentesco.
Saul Stucchi
LA PERSIA QAJAR 1848-1864
Fotografi italiani nell’Iran dell’Ottocento
Fino al 13 marzo 2011
Fotomuseo Panini
Via Giardini 160
Modena
Orari: dal martedì al venerdì 9.30-12.00 e 15.00-17.00
sabato, domenica e festivi 10.00-13.00 e 15.00-19.00
Ingresso gratuito
Catalogo: Peliti Associati
Informazioni
Tel. 059.224418
www.fotomuseo.it
Didascalie:
- Luigi Montabone
Missione Italiana (part.)
Ante 29.10.1865 - Luigi Montabone
Gli Eunuchi di Sua Maestà Imperiale
Ante 29.10.1865 - Luigi Montabone
Zanjan. Piazza
11/7/1862-14/7/1862