Una strenna natalizia deve stupire e stimolare l’immaginazione. Centra in pieno entrambi gli obiettivi il monumentale volume LONDRA che DeAgostini manda in libreria in occasione dell’imminente periodo natalizio (ma i bei libri si meritano una “carriera” più lunga e dunque auguriamo a quest’opera di rimanere ben in vista nelle librerie per molti mesi e di finire nella biblioteca di numerosi lettori: piazzata in bella vista fa senz’altro il suo effetto, ma il vero fascino lo sprigiona quando la si sfoglia).
Londra è un teatro di immagini, davvero. È città di pietra, mattoni rossi, granito, marmo e pietra di Portland, ma anche di acqua, tanto che è il fiume Tamigi il vero centro urbano, il motivo stesso della sua esistenza, come scrive Peter Ackroyd nella prefazione (segnaliamo, di passaggio, il suo libro La grande storia del Tamigi, edito in Italia da Neri Pozza).
“Sotto molti aspetti Londra è brutta”, aggiunge, ma non credeteci. Il suo è l’atteggiamento – così consono all’understatement britannico – di chi per celia sminuisce l’oggetto della propria passione, se non la propria passione stessa, quasi a volerla tenere tutta per sé. Subito dopo Ackroyd corregge il tiro aggiungendo che la bruttezza “può essere motivo d’interesse, perché può avere molto da raccontare”. Ed è proprio la bellezza di Londra che racconta l’obiettivo di Richard Bryant nelle splendide foto che illustrano il volume, alcune addirittura riprodotte su pagine doppie, in formato panoramico: una vera gioia per gli occhi!

Sfogliando questo grande libro riscopriamo il passato industriale della capitale inglese e il suo presente, in bilico tra affari, turismo e terziario avanzato. Ma anche quanta natura emerge dagli scatti di Bryant! Non soltanto i cimiteri sono immersi nel verde, ma anche luoghi più inaspettati e ovviamente i celeberrimi parchi cittadini. In quale altra città potete osservare un branco di placidi cervi che riposano in un’area verde mentre all’orizzonte si stagliano i profili dei grattacieli? Gli accostamenti insoliti sono una delle caratteristiche peculiari di Londra, uno dei motivi che la rendono così affascinante, al pari dei suoi tramonti che si riverberano sulle acque del Tamigi, come quelli immortalati alle pagine 175 e 176. Non è azzardato vedervi un aperto omaggio alle tele di William Turner.

Le foto di Bryant permettono di apprezzare gli elementi architettonici più minuti degli edifici storici, e poi i ponti, le statue (non poteva mancare una zoomata sull’eroe di Trafalgar, Lord Horatio Nelson), gli scranni del Parlamento, le porte e le finestre, le biblioteche, i murales, i musei e le insegne dei negozi (queste ultime così inimitabilmente londinesi! Guardate per esempio quelle delle librerie antiquarie nella piccola via pedonale Cecil Court, dalle parti di Charing Cross Road). Ma non tralasciate di leggere le targhe commemorative di Postman’s Park, nella City. Come una Spoon River nel cuore della città raccontano il sacrificio di uomini e donne, alcuni giovanissimi, che hanno dato la propria vita per tentare di salvare quella di altri. Il controllore Frederick Alfred Croft venne travolto da un treno dopo aver salvato una “lunatic woman” dal suicidio alla stazione di Arsenal Woolwich. Aveva appena 31 anni: troppo poco per morire, pensiamo, ma poi leggiamo la targa accanto alla sua, sulla quale è riassunta la storia del piccolo Harry, annegato a 10 anni nel tentativo di salvare il fratello, e rimaniamo a guardarla per un po’. Poi, come nella vita, decidiamo di voltare pagina e scopriamo il quartiere di Smithfield e più avanti il Borough Market, a Southwark. Nelle ultime pagine del volume troviamo una cartina del percorso del Tamigi, con l’indicazione dei luoghi in cui sono state scattate le foto. Possiamo utilizzarlo come “gioco” per misurare il nostro grado di conoscenza di Londra. Chiude il libro l’indice con le miniature delle foto e le relative didascalie.
Saul Stucchi