
Gerusalemme, città di incontro e di scontro, città amata e perciò contesa, città santa. Da questa terra, la tradizione delle tre religioni vuole che parta e si concluda la storia della salvezza del genere umano.
Guardando i paesaggi, i tramonti, i templi delle varie religioni (sinagoghe, moschee, chiese), il mercato, le case, le valli e le colline si può intuire perché Dio abbia scelto proprio Gerusalemme. Secondo me ne è rimasto affascinato: l’ha immaginata, l’ha vista, se ne è innamorato e ne ha voluto fare la terra promessa per il suo popolo, la terra del culto. In ogni caso, prescindendo da considerazioni di carattere religioso, prescindendo dal fatto che siate credenti o meno, è innegabile che a Gerusalemme tutto (luoghi, persone, gesti) sembri sacro; qualunque cosa, anche la più banale, diviene solenne.
E questo lo si capisce non solo contemplando lo skyline, ma anche e sopratutto vedendo la gente, vedendo come stridono il benessere e la grande miseria, vedendo come ognuno, ogni giorno, conduce la sua piccola lotta personale per affermare davanti al mondo: “io esisto ed ho diritto a vivere in questa terra!”. Ogni gruppo, etnia rivendica, a tutti i costi, la propria identità culturale, religiosa, la propria autonomia. Lì è tutto un altro mondo, un’altra storia o meglio ancora, è l’intrecciarsi di più storie, è un microcosmo o un macrocosmo, secondo il punto di vista. Ogni persona ha una storia diversa, ogni luogo una storia diversa, ogni popolo ha una storia diversa eppure son tutti lì, a calpestare lo stesso suolo, che per ognuno è patria, ma non la stessa patria per tutti. In questa terra dove la storia vecchia di millenni si ricongiunge col presente, i luoghi si confondono col mito, la realtà si compenetra nella religione. Allora, di fronte a questa terra, a questi popoli, a queste vite, non puoi fare a meno di porti delle domande, di riflettere su quanto la vita sia una cosa seria e tremendamente complicata, sul fatto che la vita è una cosa sacra, su dove finisca il sopravvivere e dove invece cominci il vivere, sul cammino dell’uomo, sulla sua evoluzione, sulla religione, sul mistero, sul perché dopo tanti milioni di anni siamo arrivati a questo punto e sul come è stato possibile.
Stefano
(4. fine)