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Voi siete qui: Interviste » Doppio almuerzo con Edmondo Romano, “pifferaio” genovese

25 Marzo 2013

Doppio almuerzo con Edmondo Romano, “pifferaio” genovese

Quella che sto per raccontarvi è un’intervista “almuerzo” molto particolare, per diversi aspetti. Per prima cosa perché ho conosciuto il musicista Edmondo Romano dopo che lui mi ha contattato attraverso il più celebre dei social network, facendomi i complimenti per ALIBI (confesso che quest’approccio mi ha fatto molto piacere e mi ha ben predisposto verso di lui…). In secondo luogo perché l’ho incontrato due volte (almeno per ora, spero), tra il dicembre e il gennaio scorsi, sempre nella sua Genova. Sono state entrambe occasioni per una chiacchierata informale e molto piacevole, in cui la musica è stata protagonista, ma non l’unico argomento di conversazione.
Edmondo_1
Anzi, durante il primo incontro abbiamo parlato soprattutto di lavoro culturale. Ci siamo dati appuntamento nella centralissima Piazza Ferrari e dopo i saluti di rito Edmondo mi ha accompagnato al vicino Bar degli Specchi, costeggiando Palazzo Ducale, per un aperitivo. Io ho ordinato un bicchiere di vino rosso, mentre lui ha optato per un bianco, chiedendo informazioni al cameriere su un tipo di vino che non aveva mai sentito nominare prima.
Ha chiesto anche che a lui portassero stuzzichini senza carne, spiegandomi che da qualche anno segue un regime alimentare vegetariano. A mo’ di auto-presentazione mi ha raccontato che abita a pochi passi dal bar, in una casa piuttosto spaziosa in cui ha potuto realizzare il suo studio di incisione. Mentre me lo diceva, ripensavo a un’intervista radiofonica ascoltata qualche settimana prima, durante la quale i due conduttori gli avevano fatto i complimenti per la pulizia del suono nella registrazione del suo ultimo lavoro: Sonno Eliso. Lo compongono dodici brani originali  e un tredicesimo che Edmondo ha ripreso dalla tradizione turca, più un video di cui lui stesso ha curato la regia.
Edmondo_2
Ma osservando il CD l’attenzione cade per prima cosa sulla cura con cui è stato realizzato: dà la (piacevole) sensazione di un prodotto pensato e realizzato con amore e passione. La lunga lista dei musicisti che vi partecipano dice poi il credito di cui gode l’autore e insieme il suo concetto di musica “corale”, a cui tiene molto. L’elenco dei brani è diviso in due, a segnare graficamente la separazione tra la prima parte, dominata dall’elemento femminile, e la seconda, in cui predomina quello maschile. Nella nota il grande Paolo Fresu dice di essere rimasto colpito dal suono di Romano, prova della maturità di un artista che concepisce la musica senza limiti geografici. E la sua apertura culturale, Edmondo la fa risalire all’ambiente familiare. Tra una tartina e l’altra mi ha raccontato infatti che quando era piccolo, giravano a casa sua molte persone dello spettacolo, Anna Mazzamauro e Paolo Villaggio tra i tanti.
Edmondo_3
La chiacchierata sulle soddisfazioni e le frustrazioni del lavoro culturale ci ha trovato d’accordo sulla necessità di mantenere alto il livello della proposta, per quanto ci compete. L’ascoltatore (o il lettore, nel caso di chi scrive) non deve essere blandito, quanto piuttosto incuriosito. Non va tenuto lontano con pose da intellettuali snob, ma nemmeno rincorso in una discesa libera che avrebbe come risultato una duplice sconfitta. Quanto aveva ragione il poeta Lucrezio! Almeno su due punti: la ricerca di un rapporto “agonistico” con l’interlocutore e la liceità di un eventuale ricorso al “miele” per rendere più appetibile una proposta che a prima vista rischierebbe di passare per indigesta. La cultura è anche fatica ma i piaceri più intensi e durevoli sono spesso quelli che si raggiungono attraverso la mediazione intellettuale.
Dopo avergli confessato la mia abissale ignoranza in campo musicale, Edmondo dimostrava buon cuore nel cercare di spiegarmi che la musica (la buona musica) va apprezzata con la massima concentrazione. Mi sembra quasi di tradirlo, quindi, nell’ammettere che mentre scrivo queste righe sto ascoltando Sonno Eliso. Posso almeno dire che i miei brani preferiti sono “Corpo” e “Nadi”?

Il nostro secondo incontro è invece avvenuto a metà gennaio. Edmondo mi è apparso bardato come un siberiano nella piazzetta di San Lorenzo, mentre io vestivo fin troppo leggero: fidandomi di lontanissime (ed evidentemente errate) reminiscenze scolastiche mi ero illuso che la mediterraneità di Genova temperasse il clima ben oltre la rigida temperatura che invece ci imponeva quel giorno. Passeggiando in direzione del porto antico mi ha raccontato della sua passione per la musica italiana degli anni Trenta che si sposa senza alcun problema con l’amore per quella indiana e per le sonorità orientali.
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L’osservanza del regime alimentare vegetariano non deve essere strettissima, visto che il musicista l’ha infranta senza remore per un panino imbottito con un misto molto piccante di carne che abbiamo mangiato in piedi in uno storico locale sotto i portici, a pochi passi dal mare. In quei giorni stava lavorando allo spettacolo La leggerezza del Trio Lescano (andato in scena al Teatro Duse di Genova dal 30 gennaio al 3 febbraio) e mentre bevevamo il caffè, mi regalava alcuni aneddoti sulla carriera delle tre cantanti (anzi quattro, con la sostituta italiana nel dopoguerra). Io ho contraccambiato dandogli il mio parere sul Macbeth con Giuseppe Battiston a cui avevo assistito la sera precedente al Teatro Stabile.

Per soddisfare la mia passione per il caffè, Edmondo mi ha accompagnato fino a una celebre pasticceria perché la prossima volta che tornerò a Genova provi l’espresso e gli ottimi dolcetti che prepara. Per strada un amico l’ha salutato con uno scherzoso “ciao, pifferaio!”, a cui lui sorridendo ha risposto “ciao, cuoco!”.
Saul Stucchi

PS: venerdì 3 maggio Edmondo Romano presenterà Sonno Eliso alla manifestazione musicale Dischi Volanti 2013 di Loano, alle ore 21.00 presso la Biblioteca Civica, con ingresso libero.

SonnoElisoEdmondo Romano
Sonno Eliso

Edmondo Romano: sax soprano, clarinetto, duduk, low whistle, santur
Mario Arcari: oboe
Alessio Pisani: fagotto, controfagotto
Ares Tavolazzi: contrabbasso
Riccardo Barbera: contrabbasso
Marco Fadda: tabla, bendir, duff, zarb, darabouka, riqq, cangira, zils
Fabio Vernizzi: pianoforte
Roberto Piga: violino, viola
Kim Schiffo: violoncello

Elias Nardi: oud
Daniele Bicego: corno
Luca Montagliani: fisarmonica

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