L’editoriale “L’ALIBI della domenica” di questa settimana è dedicato a una disavventura personale del direttore: il mancato imbarco per Atene.
Il decalogo del giornalista si apre con la regola aurea “un cane che morde un uomo non è una notizia, mentre lo è un uomo che morde un cane”. Segue un altro pilastro altrettanto fondamentale: il giornalista deve essere soggetto e non oggetto della notizia. Come tutte le regole, però, anche quest’ultima ammette delle eccezioni. Chi scrive queste righe è insieme soggetto e oggetto della notizia che state per leggere. Ma prima una breve premessa.
Il Codice QR per la Grecia
Per ragioni sanitarie dovute all’emergenza Covid-19, a partire dal primo luglio 2020 per entrare in Grecia i turisti devono compilare un modulo su un sito internet predisposto dal Governo Ellenico: https://travel.gov.gr.

Si tratta del cosiddetto “PLF” ovvero “The Passenger Locator Form”. Vanno inseriti i dati anagrafici, il numero del volo e la compagnia aerea con cui si viaggia, il contatto di una persona di riferimento in caso di problemi, gli indirizzi del soggiorno in Grecia.
Verso la fine del modulo viene richiesto se ci siano figli minori. Nella scheda “Travel Companions – Family” il viaggiatore deve premere il pulsante “Add Family Member” solo nel caso sia accompagnato da un minore di 18 anni.

Completata la procedura, si ottiene immediatamente una notifica. Alla mezzanotte del giorno precedente la partenza (cioè alle 23.00 in Italia) si riceve una email dalla Repubblica Greca (il mittente è Hellenic Republic – travel.gov.gr) con allegato un PDF contenente il Codice QR da mostrare all’arrivo in Grecia.

La nostra disavventura
Bene. Qui comincia la nostra disavventura. Ecco i fatti in sintesi. Nei giorni precedenti alla mia partenza, prevista per giovedì 23 luglio 2020, ho regolarmente compilato il modulo online del Governo Greco. Nel mio modulo ho inserito il figlio di 14 anni, mentre per mia moglie ho compilato un nuovo form. Puntuale, alle 23.00 è arrivato il Codice QR.
Giovedì mattina al gate A10 dell’aeroporto di Milano Bergamo a Orio al Serio l’addetta di Ryanair non ci ha consentito l’imbarco sostenendo che anche il minore dovesse avere un suo Codice QR. Non sono servite a nulla le nostre rimostranze.

Eravamo anche disposti a pagare la multa di 500 € all’arrivo all’aeroporto di Atene, penale indicata nell’SMS inviato dalla stessa compagnia aerea ai viaggiatori in partenza per la Grecia. Fossimo stati nel torto, ci sarebbe costato meno di riprogrammare il viaggio e non avremmo perso tre giorni di vacanze. Nel caso, comunque, avremmo avuto un problema con lo Stato Greco, non con una compagnia di volo privata.
La Polizia e l’ENAC
Insieme ad altre famiglie nella nostra stessa situazione abbiamo chiesto l’intervento della Polizia che è arrivata con circa una decina di agenti. Le discussioni si sono moltiplicate e intrecciate. A un certo punto ho sentito un funzionario della Polizia dire a un addetto della compagnia che, stando così le cose, c’erano due opzioni: o far salire i passeggeri bloccati al gate o far scendere tutti dall’aereo e bloccare il volo.
Le cose sono andate invece diversamente: il volo è partito – in ritardo – senza una trentina di persone, tra cui la mia famiglia. A questo punto il funzionario ci ha accompagnato negli uffici dell’ENAC, Ente Nazionale per l’Aviazione Civile.
L’addetto dell’ENAC ha ascoltato quanto successo. Ci ha detto che purtroppo non poteva accedere al sistema perché il sito era da una settimana sotto attacco hacker e ci ha dato una brochure dell’Ente con le informazioni e il numero di telefono da contattare. Ha spiegato cosa possiamo fare noi che siamo stati lasciati a terra e cosa può fare l’ENAC, ovvero verificare se la compagnia si è comportata correttamente o meno.
Le varie famiglie hanno dovuto riorganizzarsi, ciascuna secondo le proprie esigenze e priorità. Qualcuno aveva un volo interno o un viaggio in traghetto nella stessa giornata di giovedì…
Per quanto mi riguarda, sbollite rabbia e frustrazione (dovuta soprattutto all’impossibilità di parlare con qualcuno di Ryanair in grado di conoscere l’effettiva procedura richiesta dal Governo Greco), ho iniziato a contattare diversi organi di informazione. E intanto riorganizzavo il viaggio. Avevo prenotazioni da annullare (con penale) e altre da fare, l’autonoleggio da riprogrammare, dovevo avvisare la società del parcheggio nei pressi dell’aeroporto, ecc…
Trenta ore dopo l’imbarco negato, mi è arrivata un’email di Ryanair con scritto: “Gentile Cliente, ci scusiamo per il disagio causato dell’imbarco negato per il volo FR1270 per Atene in data 23 luglio 2020”. Seguivano le indicazioni delle procedure per chiedere un rimborso del biglietto o per effettuare un cambio del volo gratuito. Con solo 24 ore di ritardo rispetto alla prenotazione del volo per Atene, effettuata subito dopo essere arrivato a casa!
Ryanair e SACBO
Ho scritto due volte all’ufficio stampa di Ryanair per conoscere la versione ufficiale della compagnia e citarla – come è corretto fare – nell’articolo che state leggendo. Non ho ottenuto alcuna risposta. Un vecchio adagio vuole che la mancanza di risposta sia essa stessa una risposta… (Dovessi mai ottenere una risposta, la pubblicherò qui in calce).
Ho anche contattato l’ufficio stampa di SACBO, la Società per l’Aeroporto Civile di Bergamo-Orio al Serio. Qui sotto potete leggere la cortese risposta, riportata nella sua interezza come richiesto dallo stesso responsabile dell’ufficio stampa:
È opportuno precisare che l’handler (gestore, ndr), in ogni circostanza, è tenuto ad applicare le procedure operative indicate dalla compagnia aerea.
Ciò premesso, in relazione alla situazione richiamata, lo stesso handler si è adoperato nei confronti del vettore per addivenire a un chiarimento sulle modalità di assegnazione del QR per minori. Chiarimento che è pervenuto nelle ore successive alla partenza del volo. Al momento dell’accettazione al gate di imbarco, stanti le disposizioni delle autorità elleniche così come recepite dalla compagnia aerea, si è tenuto conto del rischio che le persone interessate avrebbero potuto essere oggetto di respingimento, oltre che di sanzione pecuniaria, con la conseguente necessità di riorganizzare il rimpatrio che avrebbe riguardato in termini di disagio anche dei minori.
Ci dispiace per l’inconveniente, ma ci auguriamo che lei e gli altri passeggeri non imbarcati abbiate raggiunto un accordo con il vettore in termini di riprotezione”.
Il giornalista Fabio Conti dell’Eco di Bergamo, a cui ho raccontato la nostra disavventura, ha scritto un articolo dettagliato e preciso, pubblicato venerdì 24 luglio. Il pezzo si conclude con questo paragrafo:
Nel pomeriggio è stato poi chiarito – ha fatto sapere Sacbo, la società che gestisce lo scalo di Orio al Serio – che per i minorenni sono validi i codici cumulativi: dunque i bambini possono avere lo stesso codice di uno dei genitori”.
Chiudo con due annotazioni. Le persone rimaste a terra che sono riuscito a contattare hanno tutte riprogrammato un volo per Atene. Per estremo scrupolo, hanno compilato il form SIA per ogni singolo componente della famiglia, SIA con una versione cumulativa genitore – figlio minorenne. Una famiglia, invece, è atterrata felicemente ad Atene nello stesso giorno di giovedì, prendendo un volo da Malpensa con un’altra compagnia aerea.
A loro e a tutti gli altri compagni di disavventura vanno i miei sinceri auguri di buone vacanze. Godetevi – godiamoci – la Grecia!
Saul Stucchi