Dal 5 ottobre al 14 gennaio 2007, Milano ospita la retrospettiva su Tamara de Lempicka, icona polacca e internazionale dell’Art Déco, al Palazzo Reale in Piazza Duomo. La mostra ha il duplice compito di rendere omaggio a una delle artiste più apprezzate dell’arte contemporanea e di celebrarne l’anniversario della prima mostra personale avvenuta nel 1925. Tamara de Lempicka è stata autorevole interprete degli anni ’20 e ’30, della spinta alla modernità, dell’affermazione dell’avanguardia, del desiderio di imporre la personalità sul turbinio del mondo industrializzato. Tamara De Lempicka è stata una veterofemminista, ha coltivato il proprio talento artistico senza mai rinunciare all’affermazione della propria straripante femminilità: ha fatto dell’arte l’espressione della propria indipendenza e della propria liberta, lasciando che essa si congiungesse e confondesse col proprio stile di vita di donna elegante, sofisticata e mondana.
La rassegna indaga il personaggio della pittrice polacca, vissuta in Russia, Francia, Italia, Stati Uniti e Messico, presentando dipinti, disegni, documenti, fotografie, immagini di repertorio, che tentano di analizzare non solo la complessa personalità della pittrice, ma anche l’atmosfera di un’epoca ricca di cambiamenti, di consistenti cambiamenti storici e di “glamour”.
La mostra ha un impianto cronologico ben definito. Parte infatti dalla fuga dell’artista che, abbandonata la Russia assediata ormai dal regime bolscevico, si trasferisce a Parigi dove comincerà ad esporre già nel 1922 le sue opere fortemente caratterizzate da una personalissima tendenza all’ingigantimento e alla deformazione. Perché Tamara de Lempicka sia definitivamente lanciata sul panorama artistico internazionale, bisognerà però attendere il 1925, anno della personale milanese, presso la Galleria del conte Castelbarco, parzialmente ricostruita all’interno della mostra odierna.
La rassegna lombarda della pittrice polacca avviene in un momento molto delicato della storia del Bel Paese: sono gli anni di Felice Casorati, di Gabriele D’Annunzio – egli stesso si infatuò della pittrice – gli anni dell’avvento del fascismo, delle opere di Luigi Pirandello; ma sono anche gli anni della tecnologia, o almeno dei suoi albori. E quindi ecco spuntare nei dipinti della stessa Lempicka oggetti come il telefono, i grattacieli, le barche a vela e le prime località di villeggiatura. Sono anni in cui anche la figura della donna si spoglia dei preconcetti che portava cuciti addosso, per diventare sicura di sé, gelida seduttrice, sensuale ed attenta al mondo che la circonda. E proprio la donna è uno dei soggetti più ricorrenti della pittura della sfrontata Tamara: rossetti dai colori intensi, gioielli preziosi, mani curate, vestiti alla moda, ecco le donne che appaiono con forza esplosiva nei suoi quadri come figure costantemente in bilico tra una raffinata ed artefatta sensualità e il classicismo più glaciale.
Tamara de Lempicka è dunque un’icona della modernità per il suo coraggio, la sua personalità, i suoi costumi sessuali, la sua mondanità e la sua opera. Espressione di tutte le sfaccettature di un cervello femminile!
Palazzo Reale
piazza Duomo, 12 – Milano
dal martedi al sabato dalle 13.00 alle 19.30
Silvia Greco