Negli ultimi mesi Parigi pare contagiata da un’originale passione: la Cranach-mania. Complice la spettacolare operazione di marketing culturale messa a segno dal Louvre che ha acquistato, anche con il supporto di una sottoscrizione popolare che è andata al di là delle più rosee aspettative la piccola tavola con la delicata reffigurazione delle Tre Grazie realizzata dal maestro tedesco, la capitale francese si dimostra particolarmente sensibile al fascino delle figure di Lucas Cranach, detto il Vecchio per distinguerlo dall’omonimo figlio.
Parigi è infatti invasa da manifesti della mostra in corso (fino al prossimo 23 maggio) al Musée du Luxembourg, mentre la stampa periodica nazionale ha mandato in edicola speciali e inserti dedicati all’esposizione e le librerie ne espongono il ricco catalogo (per la verità io l’ho notato anche in Galleria Vittorio Emanuele a Milano…). Cranach ha dunque conquistato Parigi? Non posso che rispondere in modo affermativo, visto il numero delle persone che pazientemente attendevano in fila il proprio turno per entrare e quelle già all’interno delle sale: al mio ingresso a metà mattina il display segnava ben 270 visitatori!

L’allestimento parigino ripropone quello utilizzato nella tappa precedente al Bozar di Bruxelles: il legno grezzo dei pannelli regala l’impressione di addentrarsi in una foresta della Sassonia. Ma è il legno della Croce a tornare ripetutamente e prepotentemente, come simbolo di sofferenza del Cristo e di riscatto per l’umanità, nelle opere esposte nella prima sala. Qui il visitatore può ammirare e confrontare le crocefissioni di Cranach e di Dürer, come quella rappresentata in un’incisione del 1498 circa (in prestito dall Biblioteca Nazionale di Parigi). Al 1531 risale invece l’unico autoritratto a se stante conservato di Cranach che in altre opere si è immortalato come personaggio secondario. Il percorso espositivo si sviluppa concentrando l’attenzione sui rapporti dell’artista con la Corte, i Paesi Bassi e l’Italia. Nume tutelare e mecenate illuminato, (lo vediamo in un ritratto eseguito da Cranach nel 1525, anno della morte del principe), Federico il Saggio, elettore di Sassonia, è la figura centrale della carriera di Cranach. Promotore della cultura e fondatore di una università, Federico volle attorno a sé molti artisti, tra cui Dürer e appunto il Nostro.
Intelligentemente, al Musée du Luxembourg è stato mantenuto l’affascinante gioco prospettico che permette di intravedere una sala successiva e i capolavori che ospita attraverso alcuni vetri ricavati nelle pareti, come se le finestre fossero a loro volta opere d’arte. In questo modo, per esempio, l’Allegoria della Giustizia viene a essere esaltata da una posizione particolarmente felice e finisce col magnetizzare su di sé lo sguardo di tutti.

Parafrasando i romanzi gialli di Agatha Christie, verrebbe da consigliare: Cherchez le serpent!, ovvero “Cercate il serpente!”. Sopra le didascalie (in francese, inglese e tedesco) compare a volte il disegnino di un serpente alato: è la firma dell’artista. Fate però attenzione: aguzzando la vista, potrete infatti individuarla anche in altre opere non segnalate con questo simbolo, come per esempio sulla colonna sulla quale siede il Cristo flagellato. Va detto che non tutti i quadri sono collocati nella posizione migliore: è il caso per esempio della stupenda Ninfa della fonte, esposta un po’ troppo in alto. L’illuminazione colpisce infatti la cornice superiore producendo un’ombra sull’area sottostante del dipinto che rende quasi illeggibile la prima riga dell’ammonizione latina: “Fontis nympha sacri somnum / ne rumpe. Quiesco”.

Una sosta prolungata va senza dubbio riservata alla coppia di opere dedicate al tema della malinconia: a sinistra campeggia la celeberrima Melancolia I di Dürer, a destra quella di Cranach. Nel confronto diretto con il Maestro di Norimberga dobbiamo ammettere che la versione di Cranach manca di pathos, di tensione drammatica. La ritroviamo invece nei ritratti di Martin Lutero che rappresentano una delle principali produzioni di Cranach e una di quelle a cui è più legata la sua fama. L’artista apparteneva alla cerchia di amici del teologo e proprio la Riforma ebbe conseguenze dirette sulla sua attività artistica. Fece infatti diminuire la richiesta di opere di tema sacro, ma al contempo incentivò quella di opere a stampa. Cranach di adeguò immediatamente – con spirito imprenditoriale – ai nuovi tempi e dal 1520 si dedicò in gran parte a questo tipo di produzione.

Ho avuto la fortuna di poter visitare, a poche settimane di distanza l’una dalle altre, le monografiche dedicate a Cranach allestite rispettivamente al Bozar di Bruxelles e alla Galleria di Villa Borghese a Roma. Quest’ultima ha avuto nella prestigiosa sede insieme il punto di forza e di debolezza. Mi spiego: gli spazi e i capolavori esposti nelle sale di questo museo che tutto il mondo ci invidia hanno finito – a mio modesto parere – col mettere in ombra i quadri di Cranach che solo in pochi casi sono riusciti a “dialogare” con le opere già presenti. L’allestimento al Bozar di Bruxelles, invece, è stato il più riuscito, con un’infilata di sale davvero spettacolari. Quello di Parigi soffre un po’ dell’angustia di alcuni ambienti, ma questo inconveniente viene compensato dalla bellezza della sede espositiva e dalla cura con cui è stata allestita la mostra. È evidente lo sforzo di fare di quest’esposizione uno degli appuntamenti culturali più importanti dell’anno e i risultati sono il premio di questo investimento.
Saul Stucchi
Cranach dans son temps
Fino al 23 maggio 2011
Musée du Luxembourg
19 rue de Vaugirard
Parigi
Orari: tutti i giorni 10.00-20.00; venerdì e sabato 10.00-22.00 (ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura)
Biglietto: intero 11 €; ridotto 7,50 €
Informazioni:
www.museeduluxembourg.fr
Didascalie:
Lucas Cranach il Vecchio
Allegoria della Giustizia (part.)
1537, tavola, 74×52 cm
Collezione privata
(c) Collezione privata
Visitatori in attesa di entrare alla mostra
Foto di Saul Stucchi
Lucas Cranach il Vecchio
Il martirio di Santa Caterina
1508-9 circa, olio su tavola, 112×95 cm
Biblioteca Rádai della Chiesa Riformata Ungherese, Budapest
(c) Budapest, Chiesa Riformata, Collezione Rádai
Lucas Cranach il Vecchio
La ninfa della fonte
Dopo il 1537, tecnica mista su tavola di tiglio, 48,4×72,8 cm
National Gallery of Art, Washington
Acquistato nel 1957, legato di Clarence Y. Palitz
(c) Washington, National Gallery of Art
Lucas Cranach il Vecchio
Ercole e Anteo
Verso il 1520-1530, tavola, 26,5×17,5 cm
Warwickshire, Compton Verney
(c) Compton Verney