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Voi siete qui: Arte » Alla Fondation Louis Vuitton si ammirano le icone dell’arte moderna

20 Febbraio 2017

Alla Fondation Louis Vuitton si ammirano le icone dell’arte moderna

una sala della mostra "Icone dell'arte moderna" alla Fondation Louis Vuitton di ParigiC’è tempo fino al 5 marzo 2017 per visitare la mostra più bella del 2016 (grazie a una proroga che ha spostato di due settimane la data precedentemente fissata al 20 febbraio). Il giudizio non paia iperbolico: “Icônes de l’Art Moderne. La collection Chtchoukine”, ovvero “Icone dell’arte moderna. La collezione Shchukin” in corso alla Fondation Louis Vuitton di Parigi è sensazionale e merita un viaggio nella capitale francese anche solo per vederla.

Più di 100 capolavori

Il percorso è preceduto da una sala in cui viene proiettato un interessante video nel quale attori impersonano il protagonista della mostra, appunto il collezionista Sergei Ivanovich Shchukin (morto nel 1936), Matisse e i pittori russi. Questi ultimi, avendo libero accesso alla collezione, rimasero profondamente influenzati dalle opere che vi ammiravano.

Il percorso si snoda poi per quattordici sale disposte sui quattro livelli della Fondazione, disegnata dall’architetto canadese Frank Gehry. Non è quindi lineare, ma una sorta di onda mossa da affrontare con calma per godere al meglio le bellezze che porta con sé. Sono 130 le opere prestate dal Museo Pushkin di Mosca e dall’Ermitage di San Pietroburgo: una più bella dell’altra.

Paul Cézanne, Mardi gras (Pierrot et Arlequin), 1888Assolutamente consigliata la prenotazione dei biglietti. Anche provvedendo in anticipo, comunque, vanno messe in conto file come in aeroporto. Capiterà infatti di imbattersi in un serpentone di coda più o meno lungo per ogni piano. Va anche detto che l’ampiezza delle sale è tale da consentire al visitatore di ammirare le opere in tutto agio, come esse meritano.

C’è quindi – paradossalmente – una grande differenza rispetto a come si presentavano nella loro sede orginale, il Palazzo Troubetzkoy a Mosca. Lasciamo per un attimo la parola a Yakov Tugendhold che sulla rivista “Apollon” scriveva oltre un secolo fa, nel 1914:

I quadri sono collocati a poca distanza tra di loro e a prima vista un visitatore non è nemmeno in grado di individuare dove finisca uno e inizi il successivo: è come se quello davanti a te fosse un unico immenso affresco, una iconostasi.

Il Salone dell'Impressionismo nel Palazzo Troubetzkoy di MoscaI ritratti sono spettacolari

Segnalare le opere più significative sarebbe stendere un elenco di oltre cento capolavori, così come è molto difficile dire quale sia la sala più spettacolare. Impossibile però non menzionare almeno la sala 7, dedicata ai ritratti. Alla “Donna in verde” di Matisse rispondono la “Donna in nero” di Renoir, la “Donna in blu” di Cézanne e “La bevitrice di assenzio” di Picasso. Al centro, custodita in una teca, c’è una pregevole statuetta.

Meritano una prolungata sosta in ammirazione anche i due ritratti del collezionista, uno a mezzo busto, l’altro a figura intera, entrambi opera di Xan Khron (realizzati negli anni immediatamente precedenti la Rivoluzione Bolscevica); l’arazzo preraffaelita con l’Adorazione dei Magi; gli autoritratti di Cézanne (1882 circa) e Gauguin (1888 o 1893-4). Accanto al “Ritratto del dottor Rey” di Van Gogh c’è un Picasso… “Non è una collezione: è un museo!” viene da esclamare.

Claude Monet, Colazione sull'erbaMetà di una sala è dedicata a Monet che dà lezione d’arte con i suoi capolavori, da “Colazione sull’erba” a “Il Parlamento di Londra”. “Il bosco sacro” di Maurice Denis è esposto proprio di fronte a “Colazione sull’erba”: sono due boschi diversi, illuminati da luci diverse, ma qui le opere sono poste in dialogo tra loro, un dialogo proficuo per i visitatori.

E poi l’esplosione di colori, dal “Giardino di Luxembourg” di Matisse alla “Lotta tra tigre e toro” di Rousseau, passando per Braque e Picasso in versione cubista.

La sala più raccolta e silenziosa contiene appena sei opere, tra cui due Cézanne molto diversi tra loro, nonostante le loro rispettive realizzazioni siano separate da pochi anni.

Nella sala dedicata al Suprematismo guardate anche in alto, non fate come la maggior parte dei visitatori che esce senza accorgersi del “Quadrato suprematista” appeso nell’angolo a sinistra! Cosa aspetatte?! Correte a Parigi!
Saul Stucchi

Didascalie:

  • Vista dell’allestimento della sala 5
    ©ADAGP, Paris 2016 due opere di André Derain
    Photo Fondation Louis Vuitton / Martin Argyroglo
  • Paul Cézanne
    Mardi gras (Pierrot et Arlequin), 1888-1890
    Olio su tela, 102 × 81 cm
    Musée d’État des Beaux-Arts Pouchkine, Moscou
    Photo © Moscou, Musée d’État des Beaux-Arts Pouchkine
  • Salon Impressionnisme
    ©Moscou, Musée d’Etat des Beaux-Arts Pouchkine
    Photo ©Musée d’Art Moderne Occidental, Moscou
  • Claude Monet
    Le Déjeuner sur l’herbe, 1866
    Olio su tela, 130 × 181 cm
    Musée d’État des Beaux-Arts Pouchkine, Moscou
    Photo © Moscou, Musée d’État des Beaux-Arts Pouchkine

Fino al 5 marzo 2017

ICÔNES DE L’ART MODERNE. LA COLLECTION CHTCHOUKINE

Orari: lunedì, mercoledì e giovedì 11:00-20:00, venerdì 11:00-23:00
Sabato e domenica 10:00-20:00
Martedì chiuso

Biglietti: intero 16 €; ridotto 10 / 5 €

Informazioni:
www.fondationlouisvuitton.fr

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ALIBI Online è una rivista digitale di turismo culturale, diretta dal giornalista Saul Stucchi. Si occupa di mostre d'arte, storia e archeologia, di cinema e teatro, di libri di narrativa e di saggistica, di viaggi in Italia e in Europa (con particolare attenzione alle capitali come Parigi, Madrid e Londra). Propone approfondimenti sulla cultura e la società attraverso interviste a scrittori, giornalisti, artisti e curatori di esposizioni.

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