Ieri sera, lunedì 17 novembre, si è tenuto nella sala di lettura – un tempo detta Sala Teologica – della Biblioteca Nazionale Braidense a Milano il concerto Schumann Martucci, promosso da Concetto Armonico APS con la collaborazione dell’Archivio Storico Ricordi e il sostegno del Ministero della Cultura.
La prima parte del programma ha visto il baritono Said Gobechiya interpretare i Dichterliebe di Robert Schumann, mentre nella seconda il soprano Barbara Frittoli ha cantato La canzone dei ricordi di Giuseppe Martucci, entrambi accompagnati al pianoforte da Marcos Madrigal.

A presentare il concerto sono stati Pierluigi Ledda, presidente dell’Archivio Storico Ricordi, e Andrea Castello, presidente dell’associazione Concetto Armonico, nonché direttore artistico del Festival Vicenza in Lirica e presidente dell’Archivio Storico Tullio Serafin (Gobechiya è tra i vincitori del concorso lirico intitolato al direttore d’orchestra).
Un «concerto speciale» con un «programma intrigante» ha detto Ledda, ricordando che dal 2003 la Braidense custodisce l’Archivio Storico Ricordi che comprende anche liriche da camera composte da autori come Marcucci, incluso l’autografo della Canzone in programma. È la prova dell’ampiezza del raggio d’interesse dell’editore.

Da parte sua Castello ha ringraziato per l’ospitalità la Biblioteca Braidense, un luogo in cui la cultura si respira in ogni angolo. Da tredici anni dirige il Festival Vicenza in Lirica e il concerto della serata era inteso anche come ponte tra la città veneta e Milano, ma anche verso Recanati. Circa un mese fa Castello ha conosciuto Gregorio Rufini Leopardi, pronipote di Giacomo, e ne ha apprezzato la cultura e l’impegno nell’opera di valorizzazione del celebre avo, soprattutto verso il pubblico più giovane.
Rufini Leopardi ha introdotto le due liriche, la prima di Heinrich Heine, la seconda di Rocco Emanuele Pagliara, proponendo affinità e divergenze rispetto alla poetica di Leopardi. Heine e Leopardi, per esempio, hanno in comune il tema della natura, ma lo trattano in modi molto diversi: per il poeta tedesco la natura è viva, empatica e sensibile, mentre per Leopardi è un’arida matrigna, lunare e silente, indifferente ai quesiti posti dal pastore errante nel Canto notturno.

Anche il tema del desiderio e del sogno / illusione sembra affrontato in maniera differente, ma nei due poeti conduce al medesimo esito: la mancata realizzazione di quanto agognato. Rufini Leopardi ha illustrato anche gli sviluppi e gli snodi concettuali nel confronto tra la poetica di Leopardi e di Pagliara.
È stata una serata davvero molto interessante e culturalmente stimolante, tra poesia di musica e musica di poesia. Bravissimi e giustamente applauditi con generosità dal pubblico i tre interpreti (a me ha stupito in particolare il baritono Gobechiya: non deve essere facile cantare parole come Perlentränentröpfchen, lacrime di perle…) che si sono esibiti ai piedi del ritratto dell’imperatore Francesco Giuseppe, dipinto da Giuseppe Sogni.
Saul Stucchi
Concetto Armonico
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