Mentre Milano viveva il “cuore” di Piano City, sabato 20 maggio io ho attraversato il “piano padano”. Questa volta non per assistere a un incontro dedicato a Thomas Mann, bensì per ascoltare il concerto di Jordi Savall al Teatro Ponchielli di Cremona.
Il patriarca della musica antica
Devo ringraziare il giornalista Roberto Herrscher per avermi fatto scoprire Jordi Savall, a cui ha dedicato uno dei più intensi capitoli del suo libro “El arte de escuchar. Viajes por la música clásica”, già apparso nella rivista Gatopardo giusto 10 anni fa.
[codice-adsense-float]“El patriarca de la música antigua”, come lo definisce Herrscher, è arrivato nella città del violino per rendere omaggio a Claudio Monteverdi a 450 anni dalla sua nascita. L’ha fatto con un concerto memorabile, intitolato “Istanbul. Dimitrie Cantemir. Il Libro della Scienza della Musica”.
Impossibile descrivere con una sola parola Dimitrie Cantemir, nato in Moldovia nel 1673. Tra le altre cose, fu infatti letterato e geografo, storico e “voivoda” (ovvero principe vassallo della Sublime Porta turca). Ma a Savall interessa soprattutto il Cantemir compositore e musicologo. Citiamo a proposito un brano dal testo introduttivo a cura di Andrea Rampin inserito nel programma di sala (che conserveremo a futura memoria):
In questa sede lo ricordiamo per le sue ricerche in ambito musicale, che culminarono nella stesura del Libro della Scienza della Musica in cui sono contenute e descritte musiche di tradizione turca, armena e sefardita. Cantemir contribuì ad organizzare e catalogare nonché a trascrivere questi repertori, circa 350 brani dell’epoca che egli toccò con mano come musicista di tanbur (strumento a pizzico diffuso in tutto il Medio Oriente).
Il mondo della musica non ha mai riconosciuto i confini tracciati dalla politica e dalla religione e i brani suonati sul palco del Ponchielli sono stati selezionati da Savall proprio per sottolineare la ricchezza di scambi, interconnessioni, sovrapposizioni e mescolamenti di note che accomunano il “più grande Mediterraneo” tanto caro a Braudel (e a noi): da una danza bizantina a un lamento armeno, passando per un brano tradizionale afghano e altri sefarditi.
Un viaggio nel Mediterraneo musicale
Jordi Savall ha suonato la viola d’arco, la ribeca e il rebab; il greco Dimitri Psonis, l’oud, il santur e il saz, mentre Pedro Estevan ha suonato diverse percussioni.
Prima d’iniziare il concerto, Savall ha accordato con cura tutti e tre gli strumenti che gli stavano accanto, creando un intenso effetto di suspense. E poi è iniziato il viaggio di note e vibrazioni… Quante suggestioni, soprattutto per chi ha avuto la fortuna di viaggiare nel “Levante”!
I tre musicisti si confondevano con la scena rappresentata sul sipario alle loro spalle, l’Allegoria della storia della musica dipinta da Antonio Rizzi. Il sovrano raffigurato alla destra dello spettatore sembrava sporgersi in avanti per prestar loro tutta la sua attenzione. Più che meritata.
Alle “cavalcate” insieme, si succedevano momenti di assolo dei rispettivi maestri e mentre le orecchie erano attente a non perdersi neppure una nota, gli occhi passavano da un musicista all’altro per concentrarsi sulle sue mani e sui gesti che compiva per far “cantare” il suo strumento (durante un brano, per esempio, Estevan si inumidiva la punta di un dito prima di farlo scorrere delicatamente sulla pelle del tamburo, come se la stesse massaggiando…).
I brani in scaletta erano talmente eterogenei che probabilmente i tre musicisti non ne hanno suonato due con la medesima combinazione di strumenti. Soprattutto Estevan era sempre impegnato a cambiare una o più delle percussioni da cui era circondato. Questo per dire la straordinaria versatilità e ricchezza di sfumature e di effetti della musica suonata (e delle tradizioni che hanno dato vita a questo patrimonio, che è il nostro patrimonio).
Il Maestro parla chiaro
E poi è arrivata la seconda parte dello “spettacolo”, quando Savall, in un ottimo italiano, ha spiegato uno per uno gli strumenti suonati, elogiando Psonis ed Estevan per la loro maestria.
Si è trattato di un gustoso siparietto, ricco di ironia (sugli affreschi delle piramidi egizie le percussioni sono suonate sempre da belle ragazze ha ricordato Savall, aggiungendo che le cose sono un po’ cambiate negli ultimi tremila anni, mentre Estevan, con fare civettuolo, si lisciava la folta barba…) durante il quale Savall ha fornito tante interessanti informazioni di carattere storico e musicale, una “breve ma veridica” lezione di musica antica, apprezzatissima dal folto pubblico del Ponchielli che ha applaudito anche le chiare parole con cui Savall ha richiamato noi Europei alla responsabilità e alla solidarietà verso le migliaia di profughi che fuggono dai loro paesi devastati dalla guerra.
Fuori, intanto, era scesa la Notte dei Musei e al Museo del Violino mi attendeva il “Suonatore di liuto” del Caravaggio.
Saul Stucchi
La foto del concerto di Cremona è di Federico Zovadelli. Quella dei musicisti che ricevono gli applausi del pubblico è di Saul Stucchi
JORDI SAVALL – ISTANBUL
Dimitrie Cantemir. Il Libro della Scienza della Musica
Le musiche ottomane del Libro della Scienza della Musica di Dimitrie Cantemir in dialogo con le tradizione armene, grechi, sefardite e occidentali (Spagna, Francia e Italia)
- Jordi Savall, viola d’arco, lyra e direzione
- Dimitri Psonis, santur
- Pedro Estevan, percussioni
Sabato 20 maggio 2017 ore 21.00
Teatro Amilcare Ponchielli
Cremona