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Voi siete qui: Musica & Danza » Abel Selaocoe al Conservatorio di Milano

26 Novembre 2025

Abel Selaocoe al Conservatorio di Milano

È iniziato con una decina di minuti di ritardo il concerto di Abel Selaocoe, ieri sera nella Sala Verdi del Conservatorio di Milano, per consentire l’arrivo di chi era rimasto bloccato per le vie del centro dalla manifestazione contro la violenza sulle donne.

È risultata comunque lontana dal “tutto esaurito” la platea, ma per una ragione diversa: la proposta del musicista sudafricano deve essere sembrata a una parte del pubblico milanese troppo ardita e distante (se non dissonante) dal repertorio classico. Qualche ascoltatore – pochissimi per fortuna – ha abbandonato la sala approfittando degli applausi tra un brano e l’altro.

Ecco le due metà del metaforico bicchiere: chi si è “lasciato andare” (come consigliava la presidente della Società del Quartetto, Ilaria Borletti Buitoni, ad alcuni amici seduti nelle poltroncine della mia fila) si è goduto un concerto molto originale, in cui il programma – rivoluzionato fin da subito dal musicista e cantante – ha mescolato Bach a composizioni tradizionali sudafricane e dello stesso Selaocoe, con brani mai prima eseguiti in Italia. E ha partecipato in prima persona unendosi al coro seguendo le sue indicazioni.

«Tutta l’umanità ha diritto di cantare e stasera vi chiederò di cantare con me», ha infatti esordito in italiano Selaocoe che poi è passato all’inglese per il resto della serata. Praticamente a ogni brano ha fatto una breve introduzione, con commenti e considerazioni. Per esempio ha sottolineato l’importanza di stare insieme in un luogo come la Sala Verdi per ascoltare musica in pace: non tutti hanno questa fortuna! Il merito, in questo caso, è della Società del Quartetto con il sostegno della Fondazione Araldi Guinetti, impegnata nel «sostenere il talento, diffondere la cultura», come si legge nel libretto di sala.

Consapevole di essere interprete e messaggero di una musica che solitamente non si esegue nelle sale da concerto tradizionali (europee, perlomeno), Selaocoe l’ha detto senza giri di parole: «È bene abbandonare la propria comfort zone», definendo «crazy» anche per lui stesso il brano Living scritto non più di quattro mesi fa dal giovane compositore giapponese Ben Nobuto, classe 1996 (Abel ha appena qualche anno in più, essendo nato nel 1992).

Di maestri e di musicisti fuori dall’ordinario è stato intessuto tutto il programma che già al secondo momento ha visto l’inserimento di un brano fuori scaletta, composto da Giovanni Sollima, definito da Selaocoe il Jimi Hendrix della musica contemporanea. E a quel punto ho ripensato alla settimana scorsa quando Avi Avital, durante il concerto con LaFil Filarmonica di Milano al Piccolo Teatro Studio, ha confessato di aver a lungo corteggiato Sollima perché gli scrivesse un pezzo per mandolino su misura per lui. Un grande successo di cui ora è molto orgoglioso e noi ascoltatori con lui!

Ancor più che nelle registrazioni, durante il concerto Selaocoe ha espresso al meglio le sue qualità vocali, oltre che un irresistibile istrionismo abbinato a un innegabile physique du rôle. Ma soprattutto ha dimostrato tutte le potenzialità e l’incredibile versatilità del violoncello, da cui ha tratto suoni che ricordavano quelli del flauto e dell’arpa.

Lo strumento che accarezza e percuote, sfiora e striglia è la «copia di un Montagnana del 1735, realizzata nel 2020 da Robin Aitchison con il generoso supporto dell’Alan Powell Trust», per citare il già menzionato programma di sala (tra parentesi: nel foyer mi sono soffermato davanti alla teca che custodisce il violoncello realizzato poco più di un secolo fa da Celeste Farotti, ritrovato in un armadio nel 1999 dal maestro Baruffi).

Selaocoe si è fatto accompagnare anche da basi registrate e ha suonato altri strumenti tradizionali africani, tra cui un tubo sonoro (ne ignoro il nome tecnico), per chiudere il concerto con una dedica che più italiana non si poteva: a tutte le mamme del mondo.

Il prossimo appuntamento della Società del Quartetto in Sala Verdi sarà il 9 dicembre, sempre alle 20.30 (manifestazioni permettendo), con sir András Schiff al pianoforte per un programma che spazierà da Bach e Mozart a Smetana.

Saul Stucchi
Foto di Davide Consonni

Società del Quartetto di Milano

Abel Selaocoe

Violoncello e voce

25 novembre 2025

Sala Verdi
Conservatorio di Milano

Informazioni e programma:

www.quartettomilano.it

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