Per le Colazioni Digitali organizzate da Corriere Innovazione e Sorgenia questa mattina (13 settembre) si è tenuto presso la sede dell’operatore energetico a Milano l’incontro dal titolo “Biotech & Digitale”: Massimo Sideri, editorialista del Corriere della Sera e responsabile editoriale di Corriere Innovazione, ha intervistato il genetista Claudio Bordignon.
Terapie rivoluzionarie e truffe
In realtà il professore ha tenuto a precisare di non essere un genetista, ma un ematologo, e per rispondere alla prima domanda di Sideri ha ricapitolato velocemente gli anni del pionerismo puro della ricerca.
Che si trattasse di un settore dal potenziale assoluto lo comprese fin dalle sue prime ricerche a New York. Le malattie geniche dei cosiddetti “bambini bolla” (bimbi costretti a vivere sotto una tenda d’isolamento) sono state il primo contesto in cui sono state utilizzate le nuove terapie, talmente rivoluzionarie da portare con sé problemi etici oltre che tecnici.
Gli Stati Uniti d’America sono ovviamente il paese guida in questo campo, visti i colossali costi della ricerca e dello sviluppo. Ma non sono da soli. Anche l’Italia ha il suo ruolo, anche se in una dimensione inevitabilmente più ridotta. Siamo comunque in un momento storico importante.
Lo dimostra anche un caso clamoroso come la truffa di “Theranos”, la micro-provetta lanciata dalla giovane Elizabeth Holmes che è riuscita in poco tempo a raccogliere investimenti di milioni di dollari per sviluppare un sistema che avrebbe dovuto ridurre i costi dei prelievi (qualcosa come 2,5 $ contro gli attuali 50 $) e che invece si è rivelata una truffa, basata sulla progressiva diluizione del campione.
Il professore Bordignon ha usato toni pacati per raccontare la storia, importante anche per capire il funzionamento del sistema statunitense: Murdoch era tra gli investitori ma allo stesso tempo era l’editore del Wall Street Journal, la cui inchiesta investigativa (condotta da John Carreyrou, due volte premio Pulitzer, ndr) ha svelato la truffa.
I ricettori chimerici
Ma quali sono le speranze delle nuove terapie geniche contro i tumori? Il tentativo attualmente in corso è quello di armare la cellula per farle fare quello che vogliamo, in modo che possa combattere il tumore. A questo servono i ricettori chimerici di antigene (già il nome la dice lunga…) o CAR (Chimeric Antigenic Receptor).
Dovremo però attendere anni per verificare il successo o meno di queste nuove terapie antitumorali, anche perché – ha aggiunto Bordignon – il tumore “è molto smart” nell’aggirare le terapie rivoluzionarie. Dunque ci dobbiamo abituare a un “esercizio di inseguimento”.
Cosa ne pensa dell’ipotesi di creare una zona economica speciale attorno a Milano perché la metropoli diventi un centro di ricerca a livello internazionale? Per essere possibile è possibile, ha risposto Bordignon, aggiungendo con ironia che la vera domanda è se sia possibile in Italia…
Ci manca infatti una strategia chiara ed efficace per mettere a disposizione di chi fa ricerca le risorse di cui ha bisogno. La concentrazione delle eccellenze – che è già in parte una realtà esistente – deve puntare sull’aggregazione di altri player per fare sistema. La stampa, da parte sua, deve impegnarsi a pungolare e sollecitare la classe politica, spesso distratta in progetti di corto respiro.
Sideri ha notato che sarà sempre di più una competizione tra città più che tra nazioni. Le grandi metropoli si stanno specializzando in uno o più temi e l’Italia può puntare sulla qualità della vita come fattore di attrazione delle eccellenze.
Vivremo più di cent’anni?
A proposito della qualità della vita, cosa ne pensa il professor Bordignon del dibattito sull’allungamento della vita stessa? Lo scienziato – umanista si confessa “darwiniano” anche in questo caso. Siamo giunti dove ci troviamo grazie a un processo evolutivo lunghissimo. Sacrificarsi per la progenie fa parte dell’evoluzione. Dal suo punto di vista l’allungamento della vita ha senso solo se procede insieme al miglioramento delle condizioni della vita degli anziani, ponendo per esempio un freno al deterioramento delle funzioni cerebrali…
“Io però non ho fatto ancora colazione e non abbiamo parlato del digitale!” ha scherzato il professore alludendo al titolo del ciclo d’incontri. Adottare e mantenere uno stile di vita sano sarà sempre più importante per arrivare in forma agli anni dell’età più avanzata. In questo la rivoluzione digitale sta dando un aiuto importantissimo.
Dunque scaricate un’app sul vostro smartphone e andate a correre al parco. Ma prima segnatevi in agenda il prossimo appuntamento di “Colazioni Digitali”: il 4 ottobre sarà il turno di Stefano Boeri.
Saul Stucchi