A partire dal mese di agosto 2006 il Museum of Contemporary Photography, Columbia College, di Chicago presenta tre mostre di fotografia contemporanea che hanno il compito di indagare l’identità e l’atteggiamento dell’America moderna, documentandone la progressione del consumismo, del turismo e dei costumi dei suoi abitanti.

La rassegna si apre con la serie di lavori firmati da Tim Davis “ La mia vità politica” che, seguendo le orme della pop art – la quale rintracciava negli oggetti della vita quotidiana aspetti del capitalismo contemporaneo – presenta un paesaggio politico che tende a dividere, più che ad unire i popoli, a confondere le menti, a lasciare irrisolti i veri problemi dell’umanità. Tim Davis ha studiato fotografia al Bard College dove si è laureato nel 1991. Dopo essersi trasferito a New York dove si è cimentato nell’editoria e nella poesia, è tornato all’impegno fotografico esponendo le sue opere a Monaco, Milano, Brussels, Parigi, Ginevra e Londra.
Le fotografie di Greta Pratt tentano di indagare il modo di percepire la storia, in particolare quella americana, attraverso l’esperienza individuale, le espressioni di patriottismo, la nostalgia dei tempi che si concretizzano nel modo in cui indigeni e turisti vivono il rapporto con i musei, con le chiese, con i luoghi fisici e concreti del passato. Greta Pratt, le cui fotografie compaiono spesso sul New York Times, sul Newyorker e su American art, è stata candidata al premio Pulitzer nel 1987. Infine MP3 ha selezionato i lavori di tre giovani artisti emergenti per la rassegna: Kelli Connell, Justin Newhall, e Brian Ulrich. Kelli Connell indaga la vita di coppia partendo dalla propria esperienza privata o da quella di cui è stata testimone. Grazie all’utilizzo dell’immagine digitale, riesce a creare immagini in cui uno solo dei personaggi riveste i due ruoli della coppia, in una continua esplorazione della vanità e del dualismo. Justin Newhall indaga, invece, il rapporto dell’uomo con i suoi miti moderni: gli esploratori coraggiosi, i cowboy e gli indiani, attraverso le immagini dei luoghi della memoria rappresentati dai paesaggi del west, i siti archeologici e i musei. Il lavoro di Brian Ulrich prende infine l’avvio dall’attentato alle Torri Gemelle. Dopo l’11 settembre 2001 infatti, il popolo americano ha avuto il compito di rispondere all’attacco che poteva affossare l’economia del più importante paese del mondo, con lo shopping: il consumismo sfrenato era l’unica vera replica all’attacco terroristico. Ulrich ha da allora cominciato a catturare tutte le immagini che secondo lui semplificavano questa moderna corsa all’oro: centri commerciali, drogherie e supermercati diventano i protagonisti di fotografie che bloccano i soggetti in trance davanti ad ogni sorta di prodotto nell’imponenza di edifici che rappresentano in ogni momento il simbolo di un capitalismo indifferente alle sorti dell’uomo.
Dal 18 agosto al 18 ottobre 2006 al Museum of Contemporary Photography, Columbia College di Chicago, tutti i giorni dalle 10.00 alle 17.00
Silvia Greco