“Non sarò il tuo insegnante” è l’ammonimento con cui il Maestro accoglie nel suo atelier il nuovo aiutante. E invece Mark Rothko finirà proprio con il trasmettere al giovane gran parte della sua filosofia d’artista, tanto che il collaboratore a un certo punto avrà agio di pungerlo esclamando “pensavo che lei non fosse il mio insegnante!”. Ma all’inizio dovrà accontentarsi di stendere le basi, “che non significa dipingere!” gli spiega arcigno Rothko.
Se ancora non l’avete visto, non perdetevi lo spettacolo Rosso, in scena al Teatro Dell’Elfo di Milano fino al prossimo 3 giugno. Scritto da John Logan, è ispirato alla vita dell’artista americano di origine russa, qui impersonato dall’ottimo Ferdinando Bruni, mentre il garzone è un convincente Alejandro Bruni Ocaña.
Le macchie di rosso sui vestiti di Rotkho fanno subito pensare al sangue, quasi un’anticipazione del suo dramma (morì infatti suicida nel 1970, aprendosi le vene). L’artista è scontroso e non fa nulla per apparire migliore di com’è, taccagno al punto di prestare attenzione al resto della spesa pur impegnato in una dotta disquisizione sull’arte. Ma l’insistenza sui difetti contribuisce a metterne in risalto la grandezza in quello che a tutti gli effetti è un ritratto e insieme un corso di storia dell’arte accelerato che prende spunto dalla provocatoria domanda “Cos’è rosso?!”, a cui il garzone risponde “Pensavo al rosso dell’alba, all’emozione che comunica questo colore, la pioggia di fuoco nella notte di Dresda…”.
[codice-adsense-float]Il Maestro educa l’Allievo soffermandosi su alcuni geni del passato: Caravaggio, per esempio, era capace di illuminare un quadro dall’interno, come nella Conversione di Saulo, realizzato per una cappella priva di luce; mentre Rembrandt nel Festino di Baldassarre della National Gallery di Londra ha scolpito la terribile maledizione di Dio con una misteriosa scritta in ebraico. Ma il quadro che più lo ha attratto in passato è lo Studio rosso di Matisse che però da tempo non guarda più perché ormai teme che il rosso sia destinato a cedere di fronte all’avanzata del nero.
A questo punto però il percorso formativo del giovane è già in uno stadio molto avanzato e questi può permettersi di contraddire il Maestro, sostenendo che è solo un luogo comune l’opinione che nei pittori ormai anziani predomini il nero. Lo stesso Matisse fino all’estrema vecchiaia utilizzò colori luminosi! (Di passaggio notiamo che la splendida mostra su Tintoretto alle Scuderie del Quirinale sembra confermare la tesi di Rothko, presentando tele sempre più scure con l’approssimarsi della morte del pittore…).
Ma c’è spazio anche per una sfuriata contro la “carineria” dell’arte contemporanea, con i pittori ridotti al ruolo di arredatori (e qui a chi scrive è venuta in mente la fulminante vignetta della serie Wizard of Id, con il micragnoso re che chiama il grande Leonardo per affrescare la sua reggia e alla domanda del genio da Vinci di che cosa gli comandi, risponde serafico: “pensavo a un bel blu…”). Non al bello, né tanto meno al carino aspira Rothko, bensì al vero! E per raggiungerlo il suo procedimento è quello di stendere molti strati, ognuno dei quali è quasi un pentimento di quello precedente.
C’è una tragedia in ogni pennellata” confessa il Maestro e proprio la tragedia è il cuore della sua arte e dello spettacolo, la cui parte dionisiaca risulta essere la più convincente. Quando i due si mettono a dipingere sembrano davvero nel pieno di un furore bacchico, sideralmente lontani dall’ordine apollineo. Ma non mancano gli inserti comici che alleggeriscono la tensione drammatica, come quando Rothko chiede al giovane chi sia il suo pittore preferito e si sente rispondere “Pollock!”. Per un attimo rimane interdetto e il ragazzo, con finta ingenuità, lo invita a rifargli la domanda, solo per aggiustare il tiro e sparare un “Picasso!
ROSSO
di John Logan
traduzione di Matteo Colombo
regia di Francesco Frongia
con Ferdinando Bruni e Alejandro Bruni Ocaña
luci di Nando Frigerio
Teatro Elfo – Sala Fassbinder
Dall’8 maggio al 3 giugno 2012
Orari: dal martedì a sabato 21.00; domenica 16.30
Biglietti: intero 30,50 €; martedì biglietto unico 20 €; ridotto 16 €
Le foto sono di Luca Piva