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Voi siete qui: Europa » Benito Navarrete interviene sullo scempio dell’Ecce Homo di Borja

30 Agosto 2012

Benito Navarrete interviene sullo scempio dell’Ecce Homo di Borja

navarrete_ante_3Il professor Benito Navarrete Prieto (già noto ai lettori di ALIBI Online) è intervenuto sul suo blog sulla recente vicenda del maldestro tentativo di restauro all’Ecce Homo dipinto nella chiesa di Borja (Saragozza).
Con il suo consenso pubblichiamo qui il suo articolo.

L’Ecce Homo di Borja: Un apocalittico del patrimonio banalizzato.
In tutto questo sproposito di catarsi collettiva, molto incoraggiata – con mio rammarico – dai quotidiani nazionali di maggior credibilità e rigore, si è levata una voce sensata piena di lucidità, profondità nel suo approccio e scientifica nelle sue conclusioni: Vicente Verdú scriveva sabato scorso (25 agosto, ndr) sul País uno degli articoli più brillanti sulla sociologia, fenomenologia e anche semiotica dell’arte: “Ecce Homo: l’effetto spazzatura“.

Articolo che delizierebbe Walter Benjamin, che in un opusculo pubblicato nel 1935, L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica già denunciava il carattere banale dell’opera d’arte quando la si riproduce fino alla nausea in una società volgare, malata e assolutamente disinibita che fugge dalla realtà con episodi così danteschi come quello a cui abbiamo assistito e che ha finito per diventare una caricatura collettiva.
Quella di una società senza valori, prigioniera dello scandalo a buon mercato, della maleducazione, della volgarizzazione del patrimonio.
Ecce-Homo-Borja
Walter Benjamin ha detto che “le masse di oggi pare che abbiano bisogno che tutto sia loro vicino”. Umberto Eco nel suo sempre ricordato Apocalittici e Integrati insisteva sulla stessa cosa. L’Ecce Homo di Borja è un Apocalittico improvvisato, lì per essere consumato e sfruttato fino a scoppiare da una società incapace di comprendere se stessa, sempre più in fuga dalla cultura, che ride collettivamente – come scrive Verdú – con una battuta facile che ritrae il suo panico, perché è il modo migliore per sfuggire alla sua esistenza, forse banale che si riduce a nutrirsi di ciò che la televisione vende come spazzatura nei reality o nei film di serie B o nei programmi del cuore.

Coloro che hanno fatto eco a questa follia, questa paura, questa vergogna, questo insulto per gli amanti del patrimonio, per gli amanti della verità, per gli amanti del potere dei popoli per valorizzare il proprio patrimonio e non diventare complici di un atteggiamento infantile, inconsapevole e proprio di un mondo che sta diventando sempre meno comprensibile.
Benito Navarrete Prieto
Traduzione a cura di Saul Stucchi

Benito Navarrete Prieto, Jerez de la Frontera, 1970. Profesor Titular de Historia del Arte de la Universidad de Alcalá. En la actualidad es asesor científico del Centro de Investigación Diego Velázquez de Sevilla.

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