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Voi siete qui: Teatro & Cinema » All’Olimpico di Vicenza standing ovation per Maria Paiato “Erodiade”

16 Ottobre 2010

All’Olimpico di Vicenza standing ovation per Maria Paiato “Erodiade”

Il pubblico del Teatro Olimpico di Vicenza si è alzato in piedi per tributare un caloroso applauso a Maria Paiato al termine della sua convincente prova. Quella di ieri è stata senza dubbio una serata da ricordare, grazie a una ricetta perfettamente eseguita i cui ingredienti erano tutti di primissima scelta: il testo profondo e inquietante di Testori, un’ottima attrice e un teatro che meritatamente figura nella lista dei beni dell’umanità protetti dall’Unesco. Cos’altro chiedere a uno spettacolo?

Maria Paiato ha dato voce ma soprattutto corpo e carne a una Erodiade tre volte sconfitta e tradita. Respinta come amante (ma ancora più dolorosamente come donna) da Giovanni e poi da Erode, si trova emarginata e addirittura minacciata dalla sua stessa figlia Salomè.
Ha pensato di usare quest’ultima come grimaldello per accedere alla volontà del sovrano e piegarla al suo progetto di vendetta contro il Battista, ma solo per scoprire che il suo desiderio verso il più casto degli uomini non è morto con lui. E così si strugge nella consapevolezza che la partita era già persa in partenza per lei, tutte le mosse erano già state previste dallo Scrittore che ha predisposto questa recita (sarebbe interessante indagare – credo – il rapporto tra Testori e Mario Luzi, la cui Ipazia mi è tornata diverse volte in mente durante lo spettacolo…).
Recita è il termine chiave dell’Erodiade testoriana, tanto da ritornare con insistenza nel doloroso “sproloquio” (definizione con cui la stessa regina chiama il suo lamento funebre per l’amato che non ha corrisposto il suo amore).
Il Precursore l’ha vilipesa dandole della “cagna della morte” e ha disdegnato la sua passione, a cui ha preferito quella per morte, tanto desiderata da farsi venire le labbra “screpolate per la sete di martirio”. Erodiade gli rinfaccia quest’ossessione fanatica per la morte, contraria (e qui Testori tocca uno dei punti più profondi della sua indagine sul mistero del divino in senso cristiano) al messaggio di amore annunciato dal Cristo, fondatore di una nuova religione basata sulla carne.
erodiade_1
È un profeta senza misericordia il suo Giovanni e ordinandone la decapitazione Erodiade si è illusa di poter spegnere il suo fascino virile, quasi a volerlo evirare. Ma il suo mal d’amore non è guarito con lo spargimento del sangue del Precursore e a lei non resta che un’autodifesa che ne metta in chiaro le ragioni. Le urla all’amato morto, ma la voce le si spezza per l’emozione e per la consapevolezza di essere una pedina, ormai persa, in un gioco più grande di lei.
Nell’interessante quaderno che il Teatro Olimipico ha dedicato allo spettacolo (è il numero 30 della serie) ho letto un riferimento a Francis Bacon e forse non è troppo azzardato vedere nella resa scenografica del regista Pierpaolo Sepe un omaggio al pittore inglese, a cominciare dal manto purpureo di Erodiade che sicuramente rimanda al sangue del martire, ma insieme richiama la porpora del potere, come nel ritratto di Innocenzo X (da Velázquez) e anche la danza dionisiaca della regina ormai senza corona, con i flash sparati a intermittenza, ricorda gli squarci di luce dello stesso dipinto.
Vorrei chiudere questa recensione segnalando il saggio che René Girard dedica alla decollazione di San Giovanni Battista nel suo libro Il capro espiatorio, edito in Italia da Adelphi.
Saul Stucchi


Erodiade

di Giovanni Testori
con Maria Paiato
regia di Pierpaolo Sepe

14, 15 e 16 ottobre 2010, ore 21.00

Teatro Olimpico di Vicenza
stradella del Teatro Olimpico
Vicenza

Prenotazioni:
Tel. 0444.222801
www.greenticket.it

Biglietto: intero 23 € + 2,50 € diritto di prevendita; ridotto 20 € + 1,50 dp

Foto di Nicola Fioravanti

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