Dopo il Riccardo III di e con Massimo Ranieri visto al Teatro Romano di Verona, la settimana shakespeariana di ALIBI è arrivata ieri alla seconda tappa: al Teatro Licinium di Erba è andata in scena la La dodicesima notte, per la regia di John Pascoe che ne ha curato anche l’adattamento, le scene e i costumi. Si concluderà sabato notte al Teatro Romano di Mérida, in Spagna con il Giulio Cesare nella versione di Paco Azorín. Nell’arco di sette giorni chi scrive potrà assistere a tre spettacoli accomunati dall’autore e (almeno in parte) dalla tipologia di teatro (tutti e tre all’aperto), ma molto diversi per genere: dramma storico il primo, commedia il secondo e tragedia il terzo. Eppure alcuni temi ricorrono in tutti e tre, anche se con sfumature ed esiti diversi.
Prima della rappresentazione di ieri Luisa Rovida, presidente dell’Accademia dei Licini, ha voluto ricordare la doppia ricorrenza dell’ottantacinquesimo compleanno del Teatro e dei vent’anni dell’Accademia. Ha poi ringraziato tutte le persone che hanno attivamente partecipato all’organizzazione della stagione 2013 e ricordato quelle che sono mancate negli ultimi mesi. Ha tenuto in particolare a presentare la prima Tavolata shakespeariana che avrà luogo domenica 28 luglio, con un ricco menù a tema ispirato ad alcune opere del Bardo. Sarà l’occasione per promuovere Erba come città shakespeariana, in vista dell’Expo 2015 a Milano, dedicata alla nutrizione del pianeta.
Ma veniamo allo spettacolo (in cartellone per le date del 25,26 e 27 luglio 2013): Pascoe ha avuto gioco facile nel trasportare l’Illiria (di pura fantasia) del testo nella magica atmosfera del Licinium, immerso nella natura briantea. Gli ulivi sul palcoscenico aggiungevano un tocco mediterraneo che nel caldo di ieri sera accrescevano il desiderio di mare… La trama della commedia è particolarmente complessa, ricca com’è di scambi di persona e di intrecci. Su tutti però emerge il tema dell’inganno: mentre però nel Riccardo III la falsità del Duca di Gloucester è finalizzata al male (per ritorcerglisi contro), qui il gioco di astuzie è il motore che spinge all’azione e all’amore.
L’inganno si accompagna al travestimento e alla mistificazione della propria identità, spingendosi tanto avanti da sfiorare in varie occasioni il tema dell’omosessualità (e della sua libera espressione e accettazione). Al centro della vicenda c’è il triangolo amoroso che si instaura tra Orsino, Olivia e Cesario (che in realtà è Viola, gemella di Sebastian, dato per disperso in mare). L’algida Olivia non vuole saperne dell’amore di Orsino, ma subito si innamora di Cesario che invece smania per il suo nuovo signore.
Il ritmo è ben sostenuto dagli attori in scena, tra cui spiccano le prove di Marta Ossoli (Olivia), Davide Lorenzo Palla (ser Tobia Belch “Rutto”), Simone Mauri (Malvoglio) e Daniela Italiano (Viola – Cesario). Shakespeare sorprende ancora per l’abilità nello scandagliare le emozioni umane, che siano provate dai protagonisti o dai personaggi secondari, come lo zimbello Malvoglio che può confessare la bruciante passione per la propria padrona soltanto perché ingannato da un falso messaggio d’amore che lo libera dalle convenzioni sociali. Quando il vorticoso turbinio si placa nella generale ricomposizione delle coppie “lecite”, il maggiordomo sarà l’unico scornato. Come nel gioco delle sedie, lui alla fine si ritroverà in piedi. Con le sue calze gialle e giarrettiere.
Saul Stucchi
LA DODICESIMA NOTTE
di William Shakespeare
25, 26 e 27 luglio 2013
Adattamento, regia, scene e costumi: John Pascoe