La chiamano l’altra Europa. L’Europa del cambiamento storico, della perdita delle radici, l’Europa in crescita dopo anni di chiusura con l’esterno. A Modena una mostra cerca di esplorarla in tutta la sua complessità, riuscendovi abbondantemente. Si tratta di Storia, memoria, identità. Fotografia contemporanea dall’Est Europa, la collettiva organizzata dalla Fondazione Fotografia della Cassa di Risparmio di Modena nei suggestivi spazi dell’ex ospedale Sant’Agostino.
Ventinove artisti sono stati infatti chiamati da Filippo Maggia, direttore della Fondazione e curatore dell’esposizione, a raccontare l’Europa dell’est con disarmante franchezza, osservandone le paure, le speranze, le nostalgie, la memoria e l’identità. Nelle loro immagini sono rappresentati diciotto paesi, collocati in diverse zone, dai Balcani all’ex Iugoslavia, passando per le Repubbliche Baltiche e le nazioni mitteleuropee, fino ad arrivare alla Turchia. Paesi diversi ma accomunati dal passato complesso, che si rispecchia nelle opere presenti nelle sale dell’ex ospedale, che spaziano da immagini reportagistiche ad altre più strettamente artistiche, coinvolgendo non soltanto il mezzo fotografico ma anche quello video. Storia, memoria, identità racconta la complessità di un mondo che oggi si trova a fare i conti con il recente passato, e a cercare di mediare le diverse pulsioni sociali sviluppatesi al suo interno dopo il crollo dei regimi totalitari a partire dalla caduta del muro di Berlino, il 9 novembre 1989.
Muove proprio da un’interessante analisi dell’ex Unione Sovietica il lavoro di Aleksander Petlura, ucraino, che propone la serie Empire of things. Forte della sua grandissima collezione di rifiuti della storia dell’arte russa, Petlura ricostruisce attraverso vestiti, scarpe e oggetti di vario genere la storia della Russia, dal secondo dopoguerra al crollo del muro, mettendone in scena le caratteristiche e le trasformazioni sociali.
Ironica, e al tempo stesso controversa, è invece l’opera dell’artista polacco Zbigniew Libera che, nelle sue fotografie, ricostruisce, servendosi di mattoncini lego, la tragica realtà dei campi di concentramento, trasformando il più innocente tra i giocattoli in una critica aperta a lager e gulag, in un monito contro ogni forma di orrore umano. 
La riflessione sull’arte contro la dittatura, e sulla violenza che da essa deriva, è uno dei temi portanti dei lavori del serbo Mladen Stilinovic che con Sales of Dictatorship analizza in chiave ironica e demistificatoria le ideologie passate e presenti. La critica ai regimi passati è anche il fil rouge del lavoro della fotografa ceca Swetlana Heger. Nella serie Animal Farm l’autrice riproduce le figure degli animali di bronzo presenti nei vari parchi berlinesi, realizzate dalla fusione della monumentale statua di Stalin abbattuta sulla Karl-Marx-Allee, costruendo un parallelo tra la rimozione dell’ideologia e le continue contaminazioni della storia.

Le immagini all’ex ospedale scorrono alternando nomi affermati, come quello di Libera o di Julius Koller, ad altri più emergenti, tra i quali il lituano Gintaras Didžiapetris e la georgiana Marika Asatiani, o ancora la giovanissima polacca Karolina Raczynska. Una scelta voluta fortemente da Maggia, che con Storia, memoria e identità ha voluto riprendere quanto già iniziato con Asian dub photography, la mostra promossa dalla Fondazione sulle nuove tendenze nella fotografia dell’Estremo Oriente.
Parlano di una Russia lontana, nello spazio ma soprattutto nel tempo, le immagini della giovane fotografa Anastasia Khoroshilova, con la serie Russians, che si concentra sulle comunità chiuse, caratterizzate dalla forte uniformità al loro interno e dalla rottura quasi totale con la realtà esterna. Nelle sue immagini Khoroshilova analizza le caratteristiche sociali della nazionalità russa, fotografando persone, oggetti e luoghi in un’ottica etnografica che lascia parlare i soggetti stessi, senza alcuna interferenza da parte dell’autrice.

Raccontano la nuova Croazia, invece, gli scatti di Renata Poljak, con il video del 2005 Great Expection, nel quale si inseguono frammenti quotidiani della vita di una singola famiglia, episodi di cronaca e della politica croata in una narrazione paradigmatica sulla difficile situazione del paese dopo la fine della guerra dei Balcani.
Da segnalare anche il pregevole lavoro di Konrad Pustola, che unisce l’arte all’analisi politica e sociale. Nella serie Dark rooms il fotografo polacco racconta il mondo sotterraneo dei night club di Varsavia, creando un interessante parallelo tra la realtà sotterranea, oscura e peccaminosa, e l’immagine stereotipata della Polonia cattolica.
Nello spazio ristretto e limitato di una singola esposizione Storia, memoria e identità riesce dunque ad aprire uno scorcio interessante su una realtà ancora poco conosciuta, soprattutto su quel tema dell’identità che ancora oggi per le nazioni dell’est rappresenta un nodo da sciogliere. Ma soprattutto il merito dell’esposizione di Modena è quello di proporre autori nuovi o poco conosciuti a fronte delle tante, e talvolta inutili, mostre dedicate nel nostro paese ai grandissimi maestri della fotografia mondiale. Per la Fondazione Fotografia un nuovo, meritato successo.
Simona Silvestri
L’elenco dei 29 artisti selezionati comprende: Marika Asatiani (Georgia), Fikret Atay (Turchia), Maja Bajevic (Bosnia), Banu Cennetoglu (Turchia), Alexandra Croitoru (Romania), Calin Dan (Romania), Gintaras Didziapetris (Lituania), Andreas Fogarasi (Ungheria), Jitka Hanzlova (Repubblica Ceca), Swetlana Heger (Repubblica Ceca), IRWIN (Slovenia), Anastasia Khoroshilova (Russia), Iosif Kiraly (Romania), Julius Koller (Slovacchia), Zbigniew Libera (Polonia), Anetta Mona-Chisa & Lucia Tkacova (Romania e Slovacchia), Ivan Moudov (Bulgaria), Oliver Musovik (Macedonia), Anna Niesterowicz (Polonia), Roman Ondak (Slovacchia), Adrian Paci (Albania), Aleksander Petlura (Ucraina), Renata Poljak (Croazia), Konrad Pustola (Polonia), Karolina Raczynska (Polonia), Ene-Liis Sempre (Estonia), Mladen Stilinovic (Serbia), Milica Tomic (Serbia), Artur Zmijewski (Polonia).
Storia, memoria e identità
Fotografia contemporanea dell’Est Europa
Fino al 14 marzo 2010
Ex Ospedale Sant’Agostino
Modena
Ingresso gratuito
Orari: dal martedì alla domenica 11.00-19.00 (l’accesso è consentito fino alle 18.30 )
Chiuso il lunedì
Informazioni:
www.mostre.fondazione-crmo.it
Didascalie:
- Zbigniew Libera
LEGO Concentration Camp (1996)
c-print
Fondazione Cassa di Risparmio di Modena - Mladen Stilinovic
Sale of Dictatorship (1977-2000)
c-print
Fondazione Cassa di Risparmio di Modena - Anastasia Khoroshilova
Russkie #47 (2007)
c-print
Fondazione Cassa di Risparmio di Modena