Pubblichiamo la seconda e conclusiva parte del reportage di Marco Grassano dedicato al viaggio di gemellaggio con Vianne, nella regione francese dell’Aquitania. La prima potete leggerla qui.
Domenica 14 giugno. Sveglia. Poi, in “alta uniforme”, ascoltiamo la messa solenne, con canti in latino dei bravissimi ragazzi della corale di Andrian, un colto sermone dell’Abate (che cita Dante, Stendhal e Matteo Bandello), preghiere e letture bibliche bilingui. Corteo festoso fino al Municipio, dove gli inni nazionali ci fanno bruciare gli occhi di commozione e la pioggia ci costringe a rifugiarci in fretta all’interno per la firma delle pergamene ed i discorsi ufficiali. Non mi sono preparato nulla, così mi affido al dio della lingua francese – che ha saputo accogliere fior di scrittori di nascita e formazione non francofona: Ionesco, Beckett, Semprun, Bianciotti, Kundera, Eliade, Cioran, Makhine… – per il mio intervento: che risulta, incredibile ma vero, efficace.
Pranzo animato e simpatico nelle famiglie, visita al Castello di Nérac (ove spicca la seggetta di Enrico IV), gita sul battello “Prince Henri” lungo la massa d’acqua verde della Baïse, ritorno a Vianne per acquisti al laboratorio artigianale di Joël Gallo: bravissimo maestro vetraio dal quale è stata fabbricata la chiave della città che mi hanno offerto in dono alla cerimonia del mattino.
A casa per mutarci di vestiti e riposarci brevemente prima della lunga cena imbandita al Centro “Jourdain de l’Isle”: un pasto interamente a base d’anatra, dalla soupe landaise fino al fois gras e alle carcasses de canard dalle quali va estratta, con una tecnica particolare, la carne scura, che si rivela la migliore del volatile. Vengono consegnati regali a noi ospiti e, tramite nostro, al Comune – fra cui le “brocche del gemellaggio” in vetro ed una preziosissima, enorme scultura a tre canne – sempre di vetro – riproducenti i colori della bandiera francese, inserite in una base in bronzo sulla quale è incisa una scritta che commemora l’evento. Cantiamo ancora canzoni; io recito una simpatica poesia in finto stile cinquecentesco, sui disagi della prostatite, attribuita a Jacopo Sannazzaro, e ne leggo la traduzione in francese; altri improvvisano versi o canti fino a notte fonda. Il clima umano è caldo, fraterno, stupendo.
Lunedì 15 giugno. Ci ritroviamo alle ore 9.00 in Place des Chataigners, la piazza centrale del Municipio e del mercatino. Scattiamo le ultime fotografie; compriamo il quotidiano provinciale Le petit bleu, sulla cui prima pagina campeggia una nostra foto a colori, col Sindaco che mi consegna la chiave di vetro; carichiamo bagagli e regali; ci stringiamo tutti, italiani e francesi braccio a braccio, in un cerchio enorme, per cantare “Il valzer delle candele”…
Quando, alle 9.40, il pullman parte lasciando alle spalle le mura di pietra, finalmente soleggiate, del nostro Comune gemello, un nodo alla gola ci impedisce per molti minuti di parlare… Ma ci rivedremo ad Alluvioni Cambiò a settembre!
(Seconda parte – fine)
Marco Grassano
Nell’immagine, tratta da Wikipedia, le mura della cittadina.