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Voi siete qui: Biblioteca » “La fanciulla è morta” di Colin Dexter in 10 curiosità

27 Novembre 2025

“La fanciulla è morta” di Colin Dexter in 10 curiosità

La serie di “recensioni” dei romanzi di Colin Dexter pubblicati da Sellerio prosegue con La fanciulla è morta, uscito nella collana La memoria nel 2015, mentre l’originale è del 1989. La copia che ho letto per scrivere questo pezzo mi è stata regalata giusto due anni fa (era il 26 novembre 2023) al Bar Pickwick di Palermo da Davide Ficarra, di cui è appena uscito da Arkadia il romanzo I Disconnessi.

L’avvio è tutt’altro che entusiasmante per l’ispettore Morse: finisce al pronto soccorso per un malore e lì rimarrà per quasi tutta la durata della storia. Quello in cui sarà impegnato non è dunque un caso tradizionale, bensì un delitto avvenuto sul canale di Oxford a metà dell’Ottocento.

È leggendone il resoconto – uno dei libri che finiscono tra le sue mani mentre è degente – che l’ispettore si fa un’idea di quanto è successo e arriva a riformularne la dinamica (di cui ovviamente non svelerò nulla). Come sempre sarà aiutato dal sergente Lewis, tra un viavai di infermiere più o meno deliziose…

A seguire dieci curiosità su questo caso, per Morse «solo un esercizio intellettuale appassionante, un passatempo innocuo e irrilevante».

  1. A pagina 37 viene menzionato l’assedio di Mafeking. Si tratta di un evento bellico della seconda guerra boera che vide contrapposti i soldati britannici alle truppe del Transvaal. L’assedio durò dall’ottobre del 1899 fino al maggio dell’anno seguente, quando i britannici riuscirono a liberare la cittadina sudafricana allora appartenente all’impero di Sua Maestà.
  2. A pagina 63 Dexter menziona l’Elegia scritta sopra un cimitero di campagna di Gray: il riferimento è al poema Elegy Written in a Country Churchyard composto da Thomas Gray nel 1750 e pubblicato l’anno dopo (il componimento non ha influenzato soltanto lo stile del colonnello, autore del resoconto del delitto sul canale, ma anche quello del Foscolo dei Sepolcri).
  3. Le nozioni di geografia di Morse sono piuttosto limitate, eppure ricorda ancora a memoria le capitali dei cinquanta Stati americani, tranne – curiosamente – quella del Sud Dakota. Si tratta di Pierre che ha una popolazione paragonabile a quella di un comune medio-piccolo italiano, attorno ai 14mila abitanti.
  4. A pagina 84 leggiamo: «I greci avevano trovato una parola perfetta per esprimere quell’idea – parakrousis – il risuonare di una nota leggermente sbagliata in un’armonia altrimenti perfetta». Così definisce il termine il Rocci, ovvero il Vocabolario greco italiano di Lorenzo Rocci (almeno nella sua trentunesima edizione, quella che usavo al liceo classico): «il toccare male uno strum.[ento]; stonatura».
  5. Nella stessa pagina i compagni di viaggio della vittima vengono definiti come «ciurma di dipsomani arrapati». La dipsomania è l’attrazione incontrollabile verso gli alcolici («arrapati» penso non abbia bisogno di delucidazioni…).
  6. A pagina 102 Morse si comporta in modo ingrato nei confronti di Lewis. Ne è consapevole, ma «ormai il danno era fatto: nescit vox missa reverti», ovvero «la parola uscita non sa tornare indietro». È una citazione dal verso 390 dell’Ars poetica di Orazio (un monito contro la pubblicazione affrettata di testi…).
  7. Questo caso è, come i precedenti, ricco di riferimenti alla letteratura. Eccone un altro a pagina 108: «il più bel romanzo mai scritto in lingua inglese» secondo l’ispettore Morse è Casa desolata, ovvero Bleak House, scritto da Charles Dickens e pubblicato a puntate mensili tra il 1852 e il 1853, un paio di anni dopo David Copperfield.
  8. A pagina 121 c’è un riferimento al personaggio di Sue Bridehead in Jude l’oscuro. Si tratta dell’ultimo romanzo di Thomas Hardy, pubblicato per la prima volta a puntate su un giornale e poi come volume autonomo nel 1895. La carriera poetica di Hardy sarebbe proseguita ancora per un ventennio, fin quasi alla morte avvenuta nel 1928. Sue era la cugina del protagonista che prima sposa il vecchio maestro e poi lo tradisce con il giovane cugino, dandogli anche dei figli.
  9. Liz Stride la Stangona di cui si parla a pagina 221 si chiamava Elizabeth Gustafsdotter coniugata Stride, detta Long Liz (Liz la Stangona nella traduzione di Luisa Nera). Venne uccisa nel 1888 ed è considerata la terza vittima di Jack lo Squartatore. A differenza delle altre vittime il suo corpo non venne mutilato dopo l’omicidio, dettaglio (raccapricciante) che spinge alcuni storici a non assegnare il delitto allo sconosciuto serial killer. Essendo alta circa 1,60 m. non è chiaro il motivo del soprannome, per alcuni dovuto al cognome del marito: Stride significa infatti passo lungo.
  10. Chiudo con un ultimo riferimento letterario. Le indagini portano Morse in Irlanda, dove fa la conoscenza dell’ispettore Mulvaney a cui chiede – siamo a pagina 231 – se abbia «qualche rapporto con il Mulvaney di Kipling». Il soldato semplice Terence Mulvaney è un personaggio ricorrente nelle storie di Rudyard Kipling, tra le quali I tre soldati.

Buona lettura!

Saul Stucchi

Colin Dexter
La fanciulla è morta
Traduzione dall’inglese di Luisa Nera
Sellerio
Collana La memoria
2015, 288 pagine
14 €

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