Giovedì scorso, 13 novembre, si è tenuto nell’Aula Magna d’Ateneo dell’Università Politecnica di Ancona il concerto inaugurale della stagione concertistica 2025 / 2026 degli Amici della Musica “Guido Michelli”. Un inizio col botto, visto che a suonare sono stati Ramin Bahrami e Danilo Rea che hanno proposto al pubblico il loro fortunato progetto Bach is in the air (inciso nel 2017 per Decca-Universal).
A presentarli il presidente dell’associazione Gino Fabrizio Ferretti e il direttore artistico Fabio Tiberi (alla fine i ringraziamenti ai due musicisti sono venuti dal rettore dell’università, il prof. Enrico Quagliarini).
È stato sottolineato il grande valore simbolico di aprire la stagione in quel particolare contesto che in passato ha ospitato numerose stagioni sinfoniche della FORM – Fondazione Orchestra Regionale delle Marche. E nessun altro evento che quello in programma sarebbe potuto essere più consono a dare il la alla stagione, significativamente intitolata Contrappunti. È stato scelto per sottolineare il proposito di far dialogare tra loro artisti di epoche e tecniche diverse, così come diverse sono le sedi in cui si articolerà il calendario.
Sono state menzionate alcune proposte, come il concerto del 30 gennaio 2026 al Teatro delle Muse con la FORM diretta da Matthias Bamert e Alessandro Taverna al pianoforte, impegnati in un programma impaginato con il Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in si bemolle minore op. 23 di Čaijkovskij e la Sinfonia n. 3 in fa maggiore op. 90 di Brahms. Il 22 febbraio sarà invece il turno del pianista Filippo Gorini, artista in residenza, con pagine di Schumann, Schubert e Beethoven.
Un mese dopo, il 20 marzo, al Teatro Sperimentale si terrà il concerto intitolato Souvenirs d’Espagne. Omaggio a Manuel de Falla, con il mezzosoprano Mariangela Marini ed Eugenio Della Chiara alla chitarra.
Ma è tempo di tornare a Bach is in the air, con musiche di Johan Sebastian Bach e improvvisazioni di Danilo Rea. Che dire? È stato un concerto entusiasmante, salutato dal folto pubblico con calorosi applausi a ogni interruzione. Ma anche a ogni siparietto tra i due maestri, affiatatissimi e ironici (quando non autoironici, come Bahrami che ha esordito dicendo «Mi alzo in piedi perché sennò sembro ancora più nano»).
È seguita un’intensa partita di ping pong che non vedeva contrapposti due avversari, ma uniti due complici che si cercavano con lo guardo attraverso i coperchi dei loro strumenti. Nell’aria c’era Bach, naturalmente. Ma anche il talento dei due interpreti: la passione filologica di Bahrami e la grazie giocosa di Rea.
È stato davvero un viaggio nell’ascolto reciproco. In uno dei dialoghi – che personalmente ho apprezzato quanto l’esecuzione dei brani – Bahrami ha definito l’amato Bach come un grande cuoco di contaminazioni e confessato che «suonare con Rea è come suonare con la Sinfonica di Vienna o di Berlino: ascolta sempre».
Contrappuntate – per rimanere nel tema della stagione – erano le rispettive posizioni verso la tastiera, con Bahrami curvato in avanti e Rea che spesso spingeva indietro la schiena.
L’atmosfera era già quasi natalizia e mi sono ritrovato a ricordare quanto mi disse una ventina di anni fa il parroco venuto a benedire la casa: «ascoltare Bach è un po’ come pregare».
Tra un brano e l’altro – dall’Aria BWV 988 dalle Variazioni Goldberg (Variazioni che ascolterò tra qualche giorni alla Philharmonie di Parigi interpretate da Masato Suzuki) alla Sinfonia n. 11 in sol minore BWV 797 e tra una gag e l’altra – come quando Bahrami si è messo a cercare lo spartito della Sarabanda BWV 808 – il concerto si è srotolato davanti a noi come un tappeto magico di note.
Con Rea che tamburellava sulle corde del proprio pianoforte e Bahrami che gli diceva sorridendo «Lei è figlio della classica, poi ha deviato…». Prima di ricordare che Bach rinunciò a succedere al grande compositore Dietrich Buxtehude perché si rifiutò di sposarne una delle figlie a causa della sua bruttezza («Aveva i baffi!»).
Bach non si spostò mai di molto da Lipsia, ma sognava il sole della Sicilia che immaginò nella Siciliana dalla Sonata per flauto in mi bemolle maggiore, BWV 1031.
Il prossimo appuntamento della stagione Contrappunti sarà domenica 30 novembre alle ore 17.30 presso il Teatro Sperimentale, con il concerto Metamorfosi del Quartetto Goldberg composto da Jingzhi Zhang e Giacomo Lucato al violino, Matilde Simionato alla viola e Martino Simionato al violoncello. Il programma prevede pagine di Haydn, Stravinskij, Mendelssohn Bartholdy.
Saul Stucchi
Foto di Matteo Tarabelli
Contrappunti
Stagione concertistica 2025 / 2026
Amici della Musica “Guido Michelli”
Informazioni e programma: