Martedì 4 novembre si è tenuto il secondo appuntamento del Gruppo di Lettura della Biblioteca di Mezzago. Protagonista dell’incontro è stato John Steinbeck con il suo celebre romanzo Uomini e topi, pubblicato in America nel 1937 e tradotto in Italia l’anno seguente da Cesare Pavese. Nel 2016 Bompiani ha pubblicato una nuova edizione, con traduzione a cura di Michele Mari.
Il breve romanzo di Steinbeck rientra fra i titoli sottoposti a censura negli Stati Uniti a causa, secondo le motivazioni presentate, del linguaggio volgare, della presenza di scene violente e della rappresentazione di situazioni discriminatorie.
Uomini e topi – la settima opera di Steinbeck – è ambientato negli anni Trenta nell’America della Grande Depressione. I protagonisti sono George Milton e Lennie Small, due braccianti che vagano di ranch in ranch, fornendo la loro manodopera in cambio piccole somme di denaro.
I due sono grandi amici e formano una coppia alquanto singolare: George ha un corpo minuto e una mente lucida, che arriva a progettare l’acquisto di un piccolo terreno, che possa garantire loro la libertà. Lennie, al contrario, è possente e dotato di una forza fisica straordinaria, ma ha la mente di un bambino: è attratto dalle cose morbide e in particolare dai topolini di campagna, che spesso finisce per schiacciare involontariamente, incapace di controllare la potenza dei suoi gesti.
«Mi piace carezzare le cose belle con le dita, cose morbide.»
George e Lennie trovano lavoro come braccianti nel ranch di Curley, dove fanno la conoscenza del vecchio Candy, del capo manovale Slim e dello stalliere Crooks, storpiato dal calcio di un cavallo e costretto a vivere separato dagli altri lavoratori per il colore della sua pelle. Curley, il figlio del padrone, e la moglie si presentano subito come grande ostacolo per George e Lennie: lui incline alla rissa e minaccioso, lei apertamente provocatoria nei confronti degli uomini, faranno di tutto per provare a metterli nei guai. I due amici si supporteranno e aiuteranno fino a quando la tragedia, incombente fin dal principio, non si abbatterà su di loro.

Uomini e topi esplora il tema dell’amicizia, della solitudine, della precarietà e, soprattutto, il profondo desiderio di libertà che accomuna tutti gli esseri umani. George e Lennie, sempre in fuga, non smettono mai di credere nel loro sogno: avere «un pezzettino di terra, quel poco, giusto qualcosa di suo» dove costruire una stalla, un pollaio e una gabbia con dei conigli. Un posto in cui godersi la vita.
È un desiderio tanto forte che Lennie, nonostante dimentichi la maggior parte di quello che George gli dice, riesce a ricordare con precisione il racconto che il suo compagno gli ripete quotidianamente su quel luogo ancora da scoprire, ora solo immaginario, forse irraggiungibile.
«“Di’ della casa, George”, supplicò Lennie.»
È questa speranza che li porta a muoversi e ad agire, anche nelle circostanze peggiori.
La narrazione è pervasa da un senso costante di pericolo e di disperazione. I luoghi e il contesto contribuiscono a rafforzare questo clima drammatico, con ambientazioni che sembrano sempre pronte ad accogliere il peggio. Le descrizioni di Steinbeck sono così dettagliate e circoscritte da permettere al lettore di visualizzare ogni scena con chiarezza, come se si trovasse di fronte a un’immagine tangibile.
Il titolo Uomini e topi (in inglese Of mice and men) è tratto dalla poesia To a Mouse di Robert Burns, che recita:
«The best laid schemes o’ mice an’ men / Gang aft agley»
«I piani meglio congegnati di topi e uomini / spesso vanno storti».
L’autore sceglie un verso che racchiude l’essenza della sua opera: l’infrangersi dei sogni umani. George e Lennie, fragili e impotenti, esattamente come lo sono i topi, si scontrano con il destino e con la dura realtà americana degli anni Trenta.
Il romanzo di Steinbeck ha riscosso un buon successo all’interno del Gruppo di Lettura. Le lettrici presenti all’incontro hanno parlato del testo con entusiasmo, dando vita a un confronto vivace e stimolante.
Un ampio spazio della discussione è stato dedicato al tema della traduzione, dal momento che il libro è stato letto da parte del gruppo nella traduzione del 1938 di Cesare Pavese e dall’altra nella più recente versione di Michele Mari.
In entrambe le edizioni, la scelta del lessico appare accurata e mirata a restituire nel modo più fedele possibile quelle che sono le sensazioni dell’uomo e la precarietà della vita, che emergono dai dialoghi e dal contesto. I due testi sono, tuttavia, diversi, anche per questioni prettamente storiche.
Nell’introduzione all’edizione Bompiani del 2016, Luigi Sampietro – curatore delle opere di John Steinbeck per la casa editrice milanese – definisce la traduzione di Cesare Pavese «un’opera a sé stante». Pavese traduce il romanzo appena un anno dopo la sua pubblicazione, in un’Italia fascista e segnata da censure. Si trova, quindi, costretto a smussare alcune espressioni verbali, ad addolcire alcuni passaggi per renderli meno crudi – soprattutto nei riferimenti sessuali e violenti.
Per farlo adotta un italiano ricercato ed elegante, che riflette appieno la sua sensibilità e il suo stile letterario. La versione di Mari, invece, aderisce maggiormente alla versione originale, risultando più precisa e restituendo la crudezza e la semplicità del testo di Steinbeck, sia nel lessico che nella struttura narrativa. Nonostante le rivisitazioni lessicali e strutturali, va riconosciuto a Pavese il grande merito di aver portato in Italia un’opera letteraria americana in un momento storico estremamente delicato, anche dal punto di vista culturale.
A prescindere dalla traduzione scelta per la lettura, Uomini e topi di John Steinbeck si conferma come un capolavoro della letteratura americana e universale, la cui forza narrativa e i temi profondi lo rendono ancora oggi estremamente attuale.
Il prossimo appuntamento con il Gruppo di Lettura è fissato per martedì 16 dicembre 2025, con il romanzo Noi siamo infinito di Stephen Chbosky (Sperling & Kupfer, 2013). La partecipazione è libera e gratuita: basta prenotare la vostra copia del libro sul catalogo CUBI o in Biblioteca, e unirsi al gruppo il giorno dell’incontro.
Note:
John Steinbeck ha vinto il Premio Nobel per la letteratura con la seguente motivazione: «Per le sue scritture realistiche e immaginative, che uniscono l’umore sensibile e la percezione sociale acuta.»
Dal romanzo di John Steinbeck è stato tratto, nel 1992, l’omonimo film, diretto e interpretato da Gary Sinise.
Ilaria Cattaneo
John Steinbeck
Uomini e topi
Traduzione di Michele Mari
Bompiani
Collana Pantheon
2016, 144 pagine
16 €