Si avvia alla conclusione la diciannovesima edizione di MITO SettembreMusica: giovedì 18 settembre calerà il sipario sulla manifestazione che unisce le città di Milano e Torino in un unico, grande e articolato, spartito di note. Ricchissimo, come sempre, il programma di concerti.
Quest’anno per la prima volta – a meno che la memoria non m’inganni – ho assistito a concerti anche nella per me più lontana Torino. Lontana, ma non necessariamente più scomoda… Quella dei trasporti pubblici e dei collegamenti è la nota dolente su cui batte l’attenzione degli ascoltatori, che abitino al di qua o al di là del Ticino.
Per dirla in breve: è impossibile assistere a un concerto serale in un capoluogo e tornare nell’altro (tantomeno in provincia!) viaggiando in treno. Le città sono legate sempre più strettamente dal punto di vista culturale, ma rimangono distanti, quando non lontane, al momento di passare dall’una all’altra senza dover ricorrere all’auto o all’alta velocità. Così le proposte di Torino rimangono essenzialmente per il pubblico della Mole e lo stesso vale per Milano. E invece il programma è pensato come intreccio di fili, di legami, di riferimenti tra una città e l’altra che si scambiano le orchestre e i musicisti.

Rivoluzioni è il titolo / tema dell’edizione 2025. «La volontà che guida questa scelta è quella di riprodurre la complessità (o il caos) del presente, senza confondere il pubblico, ma esponendolo a stimoli, provocazioni, riflessioni, idee, in una progettualità che va oltre l’intrattenimento colto e si pone come strumento di pensiero. Un festival quindi che ha come ambizione l’essere più coerente con la complessità del tempo presente»: queste le parole di presentazione, mesi fa, del direttore artistico Giorgio Battistelli.
Avendo ascoltato diversi concerti – purtroppo molti di meno di quanti avrei voluto – mi sento di poter dire che l’ambizione è stata realizzata.
Ho avuto il piacere di assistere al concerto inaugurale di Torino, tenutosi nell’Auditorium Giovanni Agnelli del Lingotto, con l’Orchestra Filarmonica della Scala diretta da Myung-Whun Chung (a cui ho potuto poi stringere la mano, complimentandomi per la conduzione, incrociandolo nella hall del vicino hotel), impegnata in un programma tutto russo che proponeva musiche di Šostakovič, Rachmaninov e Čajkovskij. Applauditissimi, insieme al maestro, l’ensemble e il giovane pianista giapponese Mao Fujita. Seduto in platea pensavo che le rivoluzioni si annunciano con un botto e tale era l’esibizione di quella sera che dava fuoco alle polveri del programma 2025, mi perdoni Pietro Micca, l’eroe dell’assedio di Torino (1706).

Cambio di atmosfera già la serata successiva, con l’Orchestra Teatro Regio Torino sotto la bacchetta di Giulio Cilona per interpretare musiche di Alban Berg e Hector Berlioz, più precisamente la Symphonie fantastique op. 14. Il mezzosoprano Martina Baroni ha cantato i Lieder di Berg: tra i suoi prossimi impegni è il caso di menzionare almeno la data del 12 novembre, quando sarà al Palau de la Música Catalana di Barcellona per la Sinfonia n. 2 di Mahler con l’Orquesta Sinfónica Simón Bolívar & Franz Schubert Filharmonia, e poi sarà Sesto in una nuova produzione del Giulio Cesare di Händel diretta da Stefano Montanari (alla Deutsche Oper di Berlino dal 25 aprile al 10 maggio 2026).
Del programma torinese mi sarebbe piaciuto assistere a Nomadic. Canto per la biodiversità di Telmo Pievani e Gianni Maroccolo alla Casa Teatro Ragazzi e Giovani, i cui biglietti erano già esauriti ben prima di sabato 6 settembre.

Sono invece riuscito ad andare ad almeno uno dei concerti all’ora di pranzo ospitati nella Sala Piccola del Teatro Dal Verme di Milano. Mi riferisco a quello intitolato Liszt – Milano mito d’Europa con Diego Petrella e Yevgeni Galanov ai pianoforti, lo scorso giovedì 11. Già l’introduzione di Davide Cabassi (che veniva dall’esibizione al Castello Sforzesco, dedicata al confronto tra Bach e Berio) valeva molto di più dei 2 euro del biglietto: figurarsi la prova dei due pianisti alle prese con il Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra in mi bemolle maggiore di Franz Liszt!
E alla sera, per concludere una giornata davvero intensa, durante la quale sono stato alla presentazione della nuova stagione del Teatro Gerolamo (ne scriverò a breve), ho visitato la mostra dedicata a Robert Rauschenberg alle Gallerie d’Italia e ho ascoltato l’incontro Il cavaliere artificiale. Italo Calvino e la memoria del futuro alla Fondazione del Corriere, ho assistito al concerto dell’Orchestra Filarmonica di Torino diretta da Alessandro Bonato con Michele Marco Rossi al violoncello per interpretare – in prima esecuzione assoluta – In tempore belli di Marcello Filotei, a cui è seguito il Notturno di Luciano Berio.
Il mio MITO 2025 si chiuderà con un doppio appuntamento milanese giovedì 18 settembre:
- ore 13:00, Sala Piccola del Teatro Dal Verme
PROKOF’EV – MILANO MITO D’EUROPA
Musica di Sergej Prokof’ev
Emanuele Scaramuzza, Yevgeni Galanov pianoforti - ore 16:00, Teatro Martinitt
QUARTETTO MAURICE
Musiche di Berio, Verunelli, Iannotta
Quartetto Maurice
Georgia Privitera, Laura Bertolino violini
Francesco Vernero viola
Aline Privitera violoncello
La speranza è che alle Rivoluzioni di quest’anno non seguano nel 2026 soffocanti Restaurazioni!
Saul Stucchi
MITO SettembreMusica
Dal 3 al 18 settembre 2025
Milano e Torino
Informazioni e programma: