“Di una città non apprezzi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà ad una tua domanda.” È una delle citazioni più celebri da Le città invisibili di Italo Calvino.
Non so voi, ma io sono sempre più scettico sulla capacità delle città in cui viviamo (per tutta la vita o per un giorno, magari da turisti) di dare risposte alle nostre domande, che riguardino i trasporti, i servizi, le aree verdi e via elencando, ciascuno secondo il proprio personale cahier de doléances.
Ma oggi – una giornata davvero torrida – Genova è riuscita a sorprendermi. Ancora una volta. Anzi, dieci. E vengo a raccontarvele, in breve.

- Mi sono iscritto – pur non essendo residente – alla Biblioteca Civica Berio.
- Ho bevuto un ottimo caffè espresso monorigine Rwanda nella mia caffetteria genovese preferita.
- Per 50 centesimi in più di quello che ho pagato per una tazzina di monorigine (double shot), nel mercatino dei libri e dei dischi usati davanti a Palazzo Ducale, ho comprato un doppio CD con le Sonate e le Partite per violino solo di Bach, suonate da Yehudi Menuhin.
- Mi è stato regalato il libro Don Balletto e la sua biblioteca (ne riparlerò…).
- Ho visitato il Museo di Archeologia Ligure nella villa Durazzo-Pallavicini a Pegli.
- Per la prima volta in vita mia ho preso la metropolitana di Genova. Da abbonato, non sono un grande estimatore di quella milanese, ma i 2 € a biglietto per le 8 fermate dell’unica (!) linea genovese mi sembrano un salasso senza giustificazione. E torniamo in un lampo alla citazione di Calvino.
- Ho visitato il sontuoso Palazzo Reale, al momento sottoposto a lavori di restauro.
- Ho gustato un sorbetto al limone e basilico, gentilmente offerto dalla Pâtisserie 918 sulla terrazza del Palazzo.
- Ho assistito a un bellissimo concerto nel Salone da ballo, per il ciclo Sere d’estate 2025. Arte e lirica a Palazzo Reale. Erano in programma scene liriche tratte dal Don Pasquale di Gaetano Donizetti. Ne scriverò a breve.
- Saltando la cena e camminando a passo spedito ho coperto in pochi minuti il chilometro di distanza che separa Palazzo Reale da piazza san Matteo, dove si stava svolgendo il concerto Nadir – organizzato da Lunaria Teatro – con i musicisti Elias Nardi (oud), Edmondo Romano (“vecchia” conoscenza mia e dei lettori di ALIBI) ai fiati ed Emanuele Le Pera alle percussioni.
Ne è valsa la pena, di ciascuna e di tutte queste meraviglie che Genova mi donato oggi (eccezion fatta per la metro, senza aria condizionata, peraltro). Ma è già ieri…
Saul Stucchi