Non solo il Martirio di sant’Orsola di Caravaggio (che il caso ha voluto potessi ammirare “al vero” e il giorno dopo – ieri – “al vetro”, dietro la protezione applicata a difesa di eventuali gesti dimostrativi quanto sconsiderati) né Sansone e Dalila di Artemisia Gentileschi (al momento esposta nella mostra monografica di cui scriverò a breve). Le collezioni delle Gallerie d’Italia di Napoli, infatti, raccolgono innumerevoli opere d’arte che vanno dai vasi antichi alle serigrafie di Andy Warhol e oltre.

Quelle di questi giorni di fine dicembre 2022 sono state le mie prime visite, durante le quali sono rimasto colpito dalle opere che segnalo qua sotto.
La mia selezione
- Simon Vouet, San Giacomo Maggiore. Olio su tela, 1623.
Ho un debole per questo pittore francese da quando ho scoperto che la copertina di un libro che amo molto – Vita straordinaria di William Petty. Avventuriero, erudito e conquistatore di Alexandra Lapierre – è un ritratto di anonimo da lui realizzato, oggi conservato a Padova (se non ricordo male). - Paolo Vetri, Museo. Olio su tela, 1875.
Mi incuriosiscono le antichità egizie – con tanto di mummie – che sono raffigurate in questo quadretto di genere. - Domenico Morelli, La terrazza. Olio su tela, 1868.
Di questo piccolo capolavoro il pannello di sala dice soltanto che “è uno studio preparatorio per la prima versione della Storia di un paggio innamorato”.
Appena l’ho visto ho pensato al dialogo tra Pilato e Cristo immaginato da Bulgakov nel suo romanzo Il Maestro e Margherita. - Vincenzo Migliaro, Ritratto di donna (Fulvia). Olio su tela, 1886.
È un “ritratto del Fayum” ottocentesco, dalla bellezza magnetica. - Vincenzo Gemito, Scorfano. Inchiostro a penna su carta antica manoscritta, 1909.
Un disegno di Stefano Faravelli prima di Stefano Faravelli. Gliel’ho anche detto (a Faravelli, non a Gemito). - Mariano Fortuny, Disegno da un ritratto in terracotta di Fortuny eseguito da Gemito. Inchiostro su carta, 1874.
Sopra la firma dell’artista mi sembra di leggere le parole casi casi parecido, ovvero “quasi quasi simile”. Il busto (in bronzo patinato con lacca rossa) è esposto lì davanti. - Pittore di Licurgo, Cratere a volute apulo a figure rosse. Sul lato A è raffigurata l’uccisione di Neottolemo a Delfi, mentre sul lato B è rappresentata una scena dionisiaca. 360-350 a.C.
È solo uno degli splendidi vasi di una collezione (prima a Vicenza) che conta oltre cinquecento pezzi. - Alighiero Boetti, Mappa. Ricamo su tessuto, 1984.
Negli ultimi quarant’anni il mondo è radicalmente cambiato. Ma poi davvero così tanto? - Andy Warhol, Vesuvius (Nero), 1985. Serigrafia a colori su cartone.
- Luigi Ghirri, Cinquanta paesaggi italiani, 1989-1990. Stampa cromogenica da negativo a contatto.
Quadretto per quadretto (disposti su due file da venticinque) si può tentare di riconoscere il luogo fotografato. Venezia è facile, ma gli altri…
Saul Stucchi
Didascalia:
Domenico Morelli
La terrazza (1868)
Olio su tela, 27×34,50 cm
Gallerie d’Italia – Napoli
Archivio Patrimonio Artistico Intesa Sanpaolo
Gallerie d’Italia
Via Toledo 177
Napoli
Informazioni: