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Voi siete qui: Europa » In giro per Poznań a rievocare la storia polacca

30 Novembre 2019

In giro per Poznań a rievocare la storia polacca

Seconda e ultima parte del reportage di Laura Baldo su Poznań.

Il giorno seguente, l’ultimo qui a Poznań, è programmato al minuto. Percorro la Święty Marcin per tutta la lunghezza, fino al quartiere imperiale. Gli edifici che vi si trovano, così come la cinta fortificata, furono costruiti dal governo prussiano quando la città ne faceva ancora parte, nei primi anni del Novecento.

Poznań: il Palazzo Imperiale

Il Palazzo Imperiale (Zamek Cesarski) è ora sede di un museo: quello della rivolta del giugno 1956 contro le prevaricazioni del regime comunista (Muzeum Powstania Poznańskiego/Czerwiec 1956). Purtroppo non ho tempo di entrare, ma sarebbe compreso nel biglietto che ho fatto ieri.

Qui, oltre che vedere il Palazzo Imperiale e il Teatro dell’Opera, mi interessa il Collegium Maius, che durante la guerra fu sede della polizia tedesca. Una targa ricorda l’azione coraggiosa di due giovani scout (gli Szare Szeregi, o “Ranghi Grigi”), che il 2 marzo 1940 rischiarono la vita per issare la bandiera polacca sulla sua cupola.

Fort VII

Davanti al palazzo prendo il tram che mi porterà qualche chilometro a ovest fino all’antica cinta difensiva della città. Qui si trova quella che durante l’occupazione tedesca fu la più famigerata prigione di Poznań: Fort VII, che all’epoca si chiamava Konzentrationslager Posen.

Poznań: Fort VII

Sono lì prima dell’apertura, alle 10, e sono l’unica visitatrice a entrare. La storia non “tira” più di tanto fra i turisti, mi sembra. Il posto è molto bello, tanti piccoli fortini incastonati in una collina, ora ricoperti dalla vegetazione. Ben diverso doveva apparire alle persone imprigionate qui. Era una sorta di anticamera in attesa della morte, o del trasferimento ad Auschwitz, Buchenwald e altri campi.

Pochi lo sanno, ma qui venne istituito il primo campo di concentramento tedesco nel territorio polacco occupato dalla Germania e fu sempre qui che nel ’39 vennero sperimentate le prime camere a gas, dove trovarono la morte i pazienti di un ospedale psichiatrico vicino alla città, soppressi secondo l’operazione di eutanasia T4.

Dentro, a essere sincera, non c’è granché da vedere, a parte le testimonianze di quanti vi furono rinchiusi, ma il luogo è affascinante e il pensiero di ciò che vi accadeva mette i brividi.

Il Museo degli armamenti

Torno in centro prima del previsto, e mi dirigo senza esitare al Parco Cittadella, ansiosa di visitare il Museo degli armamenti. Si rivela una mezza delusione, nel senso che sì, ci sono un’infinità di armi, attrezzature e uniformi polacche, tedesche e russe dei tempi della guerra, molte in condizioni eccellenti, ma non c’è niente che ne illustri la storia. Comunque un paradiso per gli appassionati di armi e guerre.

All’ingresso ci sono le riproduzioni di alcuni carri armati, su cui i bambini sgomitano per farsi fare una foto. Nel parco del museo invece ci sono mezzi e aerei originali, molti però sono successivi alla guerra, quindi a me personalmente interessano poco.

Torno in centro ancora in anticipo sulla mia strettissima tabella di marcia, e per sfruttare il tempo extra scelgo il Muzeum Powstania Wielkopolskiego 1918-1919, in Stary Rynek 3, in quello che un tempo era un Presidio di Guardia (Odwach). Non era tra le mie priorità, ma alla fine è forse il mio preferito.

La Repubblica Polacca

Dentro viene raccontata la storia della città negli anni 1918-1919, quando, in seguito alla sconfitta tedesca nella Prima guerra, i polacchi della zona ne approfittarono per ribellarsi e staccarsi dalla Germania, unendosi alla neonata Repubblica Polacca. C’è la ricostruzione di una trincea della Prima guerra, con tanto di ufficio del comando, scale e scudi per poter sparare in sicurezza, oltre alla riproduzione sonora delle esplosioni.

Ma ciò che mi piace di più è che al primo piano ci sono delle riproduzioni di uniformi polacche, complete di cappotti, berretti e fucili, che i visitatori possono provare. Io scelgo un tipico berretto a quattro punte, detto rogatywka, che mi pare mi doni. Poi cerco di sollevare un fucile, il modello di carabina standard tedesco, ma la sua pesantezza mi sorprende: fatico a tenerlo, figuriamoci se dovessi prendere la mira.

Poznań: Plac Wolnosci (Piazza Libertà)

Fuori dal museo passo davanti all’antico Castello, che è stato ricostruito quasi tutto, e mi dirigo verso Plac Wolnosci (Piazza Libertà), una piazza enorme, che ospita la Biblioteca, il Museo Nazionale e una moderna scultura/fontana in vetro e acciaio al centro. Sull’angolo c’è un edificio con scritto “Hotel Bazar”. Si tratta di un luogo storico, dove già a metà 800 si riuniva l’élite culturale cittadina. È da qui che nel 1918 furono sparati i primi colpi di quella che è forse l’unica delle molte rivolte polacche riuscita.

Dal lato opposto della piazza c’è l’ottocentesco teatro Arkadia, definito teatro tedesco, per distinguerlo da quello polacco, lì vicino. Più tardi l’edificio ospitò la prima stazione radio polacca.

Il fiume e la Cattedrale

Il fiume Warta a Poznań

La sera, finché c’è luce, decido di visitare l’isola Ostrów Tumski che si trova a est della città, tra due rami del fiume Warta. Qui si trova la Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo, la più antica cattedrale cristiana della Polonia, la cui prima costruzione è del 968, anche se poi è stata molto modificata nel corso dei secoli, passando attraverso vari stili architettonici, per tornare al gotico durante l’ultimo restauro, reso necessario dai danni della guerra.

Poznań: Cattedrale dei santi Pietro e Paolo

La facciata è composta di mattoni rossi, che sotto la luce del tramonto sembrano accendersi, rivelando tutta la loro bellezza. Purtroppo di sera è chiusa, ma vale senz’altro la pena vederla dentro, avendone la possibilità.

Un murale 3D

Proseguendo verso est, passo accanto a Porta Posnania, un moderno centro multimediale che illustra la storia della città, collegato a una vecchia centrale elettrica attraverso un moderno ponte d’acciaio e vetro. Sul ponte dove mi trovo io invece ci sono diversi lucchetti, il che mi fa sentire quasi a casa: la moda è arrivata fino a qui.

Superato anche il ponte, a un angolo di via Śródka, c’è un bellissimo murale 3D, che occupa l’intera parete di un palazzo. Il murale è di qualche anno fa e celebra l’antica città di Śródka, che fu incorporata in quella di Poznań nell’Ottocento.

Poznań: il murale 3D di via Śródka

Cena al ristorante Hyćka, consigliato dalla mia cartina turistica e con buone recensioni online. Incrocio le dita e anche qui prendo la czarnina, perché pare facciano la migliore in città. È senz’altro migliore della prima, ma non mi fa impazzire. Non trovo frutta e molte delle cose che andrebbero nella ricetta originale, come patate o pasta, solo pezzi di carne, ma almeno il sapore è accettabile. Non è per gli stomaci delicati però. Di secondo prendo l’anatra arrosto, con uno strano contorno di soufflé di patate che non sa di nulla e anziché tagliarsi si affloscia. La carne e la salsa che l’accompagna però sono buone.

Finita la cena prendo l’autobus. Qui non c’è la metropolitana, ma stanno sperimentando un sistema di autobus “veloci”, con pochissime fermate, e in pochi minuti sono vicino all’hotel. Domani mattina riparto per Danzica, quindi la mia visita qui è finita.

Poznań è una città molto tranquilla, elegante e interessante dal punto di vista storico-architettonico. Non ha la vivacità, le contraddizioni e l’efficienza di Varsavia, ma vale senz’altro una visita.

Seconda parte – fine.

Prima parte: Viaggio a Poznań, tra scorci pittoreschi e rivolte

Laura Baldo

Laura Baldo è nata a Trento, dove vive tuttora. Ha iniziato da poco a scrivere, pubblicando racconti in antologie e online. Ha scritto anche dei romanzi, due dei quali ambientati durante la seconda guerra mondiale: “Il lato sbagliato del cielo” e il romance “Per odio o per amore”, che ha appena vinto il concorso Kobo-eLove talent (l’opera verrà pubblicata prossimamente).

Didascalie:

  • Il Palazzo Imperiale
  • Interno di Fort VII
  • Plac Wolnosci (Piazza Libertà)
  • Il fiume Warta
  • Cattedrale dei santi Pietro e Paolo, in Ostrow Tumski
  • Murale 3D in via Srodka
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