• Passa alla navigazione primaria
  • Passa al contenuto principale
  • Passa alla barra laterale primaria
  • Passa al piè di pagina
  • Luoghi
    • Italia
    • Europa
    • Mondo
    • A letto con ALIBI
  • Mostre
    • Arte
    • Fotografia
    • Storia
  • Spettacoli
    • Teatro & Cinema
    • Musica & Danza
  • Biblioteca
  • Interviste
  • Egitti

Alibi Online

Voi siete qui: Arte » “Da Tiziano a Rubens”: Anversa in mostra a Venezia

14 Ottobre 2019

“Da Tiziano a Rubens”: Anversa in mostra a Venezia

“Da Tiziano a Rubens. Capolavori da Anversa e da altre collezioni fiamminghe” è la mostra in corso al Palazzo Ducale di Venezia, più precisamente nelle stanze dell’appartamento del Doge. C’è tempo fino al primo marzo del 2020 per visitarla. La mostra non ha biglietto autonomo: ovvero è compresa nel prezzo per l’accesso al Palazzo.

Anthony van Dyck, Ritratto di Giovanni III, Conte di Naussau – Siegen

Anversa e Venezia

Il percorso espositivo si apre con una riproduzione su scala ingrandita di una cartina della regione storica dei Paesi Bassi. Raffigura il “Leo Belgicus” e Anversa ne è il cuore. Impossibile non vedervi un collegamento con l’onnipresente Leone marciano, simbolo della Serenissima. Basta questa immagine a suggerire il legame tra le due città.

Anversa era un’importante porta d’accesso al mondo settentrionale come Venezia lo era per quello orientale. Due motori economici, due centri culturali cosmopoliti, due modelli e poli d’attrazione per mercanti, artisti e intellettuali. Sapevate che Anversa era il centro più importante al mondo per la produzione di clavicembali? E che il fiammingo Adrian Willaert è stato direttore della Cappella del Doge dal 1527 fino alla sua morte, avvenuta nel 1562?

Pù nota è l’importanza di Anversa come centro di produzione libraria: basti ricordare il Museo Plantin-Moretus, inserito dall’UNESCO nella lista dei patrimoni mondiali dell’Umanità. E se il barocco anversese affonda le radici a Venezia, innegabile è la fascinazione degli artisti veneziani per la pittura di dettaglio fiamminga.

Non solo quadri

Tiziano Vecellio, Ritratto di dama con la figlia

Per raccontare il ruolo di Anversa il curatore Ben Van Beneden, direttore del Rubenshuis, il Museo Casa di Rubens ad Anversa ha selezionato centoquaranta opere. Ottanta sono arrivate dalla Fiandre (tra loro dodici Rubens e sette Van Dyck). Una trentina sono invece i vetri prestati dal Museo del Vetro di Murano e altrettanti gli oggetti riferibili al mondo della musica e dell’editoria, di varia provenienza, tra cui il Museo Internazionale e Biblioteca della Musica di Bologna. Numerosi sono i prestiti concessi da collezionisti privati, particolare che rende ancora più appetibile la mostra.

L’arco cronologico preso in considerazione abbraccia i secoli XVI e XVII ma si concentra in particolare sul periodo che va dal 1550 al 1650, coincidente con la cosiddetta età dell’oro di Anversa. I pannelli didattici rievocano le fasi altalenanti della fortuna di Anversa. Nel 1585 la città viene assediata dalle truppe imperiali. Fu messa in ginocchio dal blocco del fiume Schelda. Si riprese dopo la crisi e le rimasero impressi i segni della Controriforma e della Tregua dei Dodici Anni durante la Guerra degli Ottanta Anni tra la Spagna e le Province Unite. “Indian summer” o “estate di San Martino” ha definito questa breve – ma intensa – ripresa il curatore Van Beneden durante la presentazione stampa.

Jan Davidsz de Heem, Natura morta di frutta con un calice à la façon de Venise

Dicevamo: nelle sale non sono esposti soltanto dipinti. Ci sono strumenti musicali, vetri, sculture, libri e un arazzo in lana e seta di oltre cinque metri per quattro. Realizzato post 1618 dalla manifattura di Jan Raes su disegno di Rubens, raffigura Publio Decio Mure in atto di consultare un oracolo. Ai visitatori più attenti non sfuggiranno le “N” tessute al contrario, come nella parola “Abondantia”.

Tra i pezzi più belli vanno segnalati la brocca e il piatto in argento dorato rispettivamente con il Trionfo di Venere e Susanna tra i vecchioni. Sono probabilmente opera di Theodoor I Rogiers, celebre argentiere di Anversa che poteva vantare Carlo I d’Inghilterra tra i suoi clienti (ma non fu per queste suppellettili che il monarca perse la testa…). Calici e bicchieri prodotti a Venezia o altrove “alla maniera di Venezia” sono accostati a nature morte in cui compaiono come se fossero veri.

Oltre a essere un implicito invito a scoprire le Fiandre, “Da Tiziano a Rubens. Capolavori da Anversa e da altre collezioni fiamminghe” è una mostra di collegamenti, di reciproche influenze, di confronti e di dialoghi. Il bozzetto della “Flagellazione di Cristo” di Rubens, arrivato dal Museo di Belle Arti di Gent è vicino alla tela che viene invece dalla Chiesa di San Paolo ad Anversa, e il “Ritratto di giovane donna con catena” dello stesso Rubens si può ammirare accanto a un Tiziano molto speciale…

Tre ritorni a Venezia

Jacopo Tintoretto, L'angelo annuncia il martirio a Santa Caterina d’Alessandria

“Da Tiziano a Rubens” è anche una mostra di ritorni. Sono tornate in laguna, infatti, tre grandi opere veneziane:

  • la pala votiva “Jacopo Pesaro presentato a San Pietro da papa Alessandro VI”, una delle prime opere di Tiziano, datata al 1511-1513.
  • La pala d’altare “L’angelo annuncia il martirio a Santa Caterina d’Alessandria”, dipinta da Tintoretto (1560-1570) per la chiesa di San Geminiano, fatta abbattere nel 1807 da Napoleone per far posto all’Ala Napoleonica delle Procuratie in Piazza San Marco (sul lato corto di fronte alla basilica). È il cosiddetto “Tintoretto di David Bowie”, così chiamato perché fu acquistato dalla rockstar inglese (tra i protagonisti del docu-film “Tintoretto. Un ribelle a Venezia”). Adesso il quadro è in prestito a lungo termine alla Rubenshuis.
  • Il “Ritratto di dama con la figlia”, dipinto da Tiziano attorno al 1550, è considerato un ritratto dell’amante segreta del pittore, Milia, e della piccola Emilia avuta da lei. Il quadro fu poi ridipinto come “Tobia e l’angelo”.

Due bei libri editi a corredo della mostra raccontano le rispettive vicende di questi ultimi due quadri, storie davvero intriganti. “I dipinti hanno le ruote”, ha detto giustamente Gabriella Belli, Direttore Fondazione Musei Civici di Venezia, sotto la cui direzione scientifica è stata organizzata la mostra, ad opera di Fondazione Musei Civici di Venezia in collaborazione con Flemish Community, Città di Anversa e VisitFlanders.

Il “Ritratto di dama con la figlia” è passato nella Collezione Barbarigo al Palazzo Barbarigo alla Terrazza, visitata da Rubens e Van Dyck, e prima di perdere le ali è finito nelle mani dello Zar Nicola I di Russia…

Saul Stucchi

Ho raccontato la mostra “Da Tiziano a Rubens” nella puntata del 28 settembre 2019 de “I girasoli” di Radio Popolare, condotta da Tiziana Ricci.

Didascalie:

  • Anthony van Dyck
    Ritratto di Giovanni III, Conte di Naussau – Siegen (1628 – 1629 ca)
    Olio su tela
    Collezione privata
  • Tiziano Vecellio
    Ritratto di dama con la figlia (1550 ca)
    Olio su tela, cm 88,30 x 80,70
    Collezione privata
  • Jan Davidsz de Heem
    Natura morta di frutta con un calice à la façon de Venise (1652 ca)
    Olio su tavola, cm 33,1 x 48,5 x 1,1
    Collezione privata
    Courtesy Musée national d’histoire et d’art Luxembourg
    © Photo: MNHA | Tom Lucas
  • Jacopo Tintoretto
    L’angelo annuncia il martirio a Santa Caterina d’Alessandria (1560–1570)
    Olio su tela, cm 177,10 x 99,30
    Collezione privata, in prestito alla Rubenshuis di Anversa
    © Collectie Stad Antwerpen, photo: Bart Huysmans & Michel Wuyts

5 settembre 2019 – 1 marzo 2020

Da Tiziano a Rubens
Capolavori da Anversa e da altre collezioni fiamminghe

Orari: tutti i giorni 8.30 – 19.00. Ultimo ingresso 18.30

Palazzo Ducale
San Marco 1
Venezia

Informazioni:

https://palazzoducale.visitmuve.it

Tweet
Share
0 Condivisioni

Archiviato in:Arte

Barra laterale primaria

Vedova Tintoretto

Articoli recenti

  • Appuntamenti culturali di ottobre 2025
  • “Artaud e i suoni della crudeltà” di Lello Cassinotti
  • Gruppo di lettura: “La ferrovia sotterranea” di Whitehead
  • Da Prehistorica “Santo cielo” di Éric Chevillard
  • “Antonio Ligabue e l’arte degli Outsider” a Lecco

Footer

INFORMAZIONI

  • Chi siamo
  • Contatti
  • Informativa privacy & Cookie

La rivista online

ALIBI Online è una rivista digitale di turismo culturale, diretta dal giornalista Saul Stucchi. Si occupa di mostre d'arte, storia e archeologia, di cinema e teatro, di libri di narrativa e di saggistica, di viaggi in Italia e in Europa (con particolare attenzione alle capitali come Parigi, Madrid e Londra). Propone approfondimenti sulla cultura e la società attraverso interviste a scrittori, giornalisti, artisti e curatori di esposizioni.

Copyright © 2025 · ALIBI Online - Testata giornalistica registrata al Tribunale di Milano; reg. n° 213 8 maggio 2009
Direttore Responsabile Saul Stucchi