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Voi siete qui: Teatro & Cinema » Tintoretto arriva al cinema. E poi in libreria

21 Febbraio 2019

Tintoretto arriva al cinema. E poi in libreria

Soltanto nelle date del 25, 26 e 27 febbraio 2019 sarà nelle sale italiane il docu-film “Tintoretto. Un ribelle a Venezia”, creato e scritto da Melania G. Mazzucco che al pittore veneziano ha già dedicato due monografie: “La lunga attesa dell’angelo” e “Jacomo Tintoretto e i suoi figli. Storia di una famiglia veneziana” (entrambi editi da Rizzoli).

Il lungometraggio è firmato da Sky Arte, diretto da GiuseppeDomingo Romano “Pepsy Romanoff” e distribuito da Nexo Digital. A narrare la vicenda artistica e biografica di Jacomo Robusti detto il Tintoretto è la voce dell’attore Stefano Accorsi, profonda e precisa, più che gradevole all’orecchio dello spettatore che rimarrà estasiato dalle splendide immagini. Non soltanto delle opere del pittore, ma anche dell’impareggiabile cornice che abbraccia molte di esse, ovvero Venezia.

Poster del film "Tintoretto. Un ribelle a Venezia"

Il film è un altro omaggio, dopo la duplice mostra veneziana a Palazzo Ducale e alle Gallerie dell’Accademia, per celebrare l’artista a 500 anni dalla nascita.

La morte a Venezia

Ma è sulla morte che si apre il documentario. A portarla è la terribile peste del 1575 che in pochi mesi falcidierà la popolazione della Serenissima, sterminando circa un terzo dei suoi cittadini. Chi poteva, se ne andava in terraferma. Non fuggì invece il Tintoretto che continuò a lavorare nella sua bottega

Veduta di Venezia tratta dal film "Tintoretto. Un ribelle a Venezia"

A presentare il protagonista è l’“Autoritratto” all’età di circa trent’anni, custodito al Philadelphia Museum of Art. Così come sarà un altro “Autoritratto”, questa volta realizzato attorno ai settanta anni, ora al Museo del Louvre di Parigi, a chiudere il cerchio della narrazione. Notiamo di passaggio che quest’ultimo dipinto appartenne alla collezione di Maria Antonietta, la più “cinematografica” delle regine, verrebbe da dire. Non è casuale il riferimento al cinema.

“Il primo regista della storia” è, infatti, la calzante definizione data a Tintoretto da Sartre, mentre David Bowie ha detto che Tintoretto “ha costruito la sua carriera come una proto-rock star”. Parole dette da uno che non solo era un estimatore, ma anche un intenditore. Il cantante possedeva la tela de “L’angelo annuncia il martirio a Santa Caterina d’Alessandria” (datata alla fine degli anni Settanta del Cinquecento)! Nel 2016 l’opera è stata acquistata da un collezionista europeo durante un’asta da Sotheby’s per oltre 200 mila euro. Il collezionista l’ha generosamente concessa in prestito a lungo termine alla Rubenshuis di Anversa.


Ribelle senza scrupoli

L’aver superato indenne la peste spiega il forte legame dell’artista con San Rocco. E proprio la Scuola Grande di San Rocco sarà la “Cappella Sistina” del Tintoretto, l’opera della sua vita. Il film racconta questa eccezionale impresa, portata a compimento senza scrupoli. Il veneziano, infatti, non era soltanto un artista rivoluzionario e visionario, ma anche un imprenditore disposto a tutto pur di imporsi. Le regole erano per gli altri…

Davanti agli occhi degli spettatori scorrono immagini di una Venezia senza turisti, ripresa dall’alto con l’uso di droni, o di notte, da scorci che regalano nuove prospettive. Numerose le opere del maestro che vengono mostrate. Dalla “Contesa fra le Muse e le Pieridi” custodita nel Museo di Castelvecchio a Verona (1540-45) alla “Deposizione nel sepolcro” di San Giorgio Maggiore. Passando per numerosi capolavori – impossibile citarli tutti – come “La fabbricazione del vitello d’oro” della Chiesa della Madonna dell’Orto e “Susanna tra i vecchioni”, una delle perle più preziose del Kunsthistorisches Museum di Vienna.

Un'immagine dal docu-film "Tintoretto. Un ribelle a Venezia"

Intanto vengono ripercorsi i rapporti, spesso tesi, con gli altri protagonisti dello scenario artistico e culturale: l’Aretino, Tiziano, il Veronese. Tintoretto non perdeva mai di vista il suo obiettivo, salendo i gradini della propria carriera, dalle Scuole Piccole a quelle Grandi (erano confraternite laiche che prestavano assistenza), fino a San Marco e a San Rocco.

Il restauro

Una parte è dedicata al restauro delle due tele di “Maria in meditazione” e “Maria in lettura” presenti nella Scuola Grande di San Rocco, reso possibile grazie al sostegno di SkyArte. La macchina da presa mostra al lavoro le restauratrici Sabina Vedovello e Irene Zuliani che spiegano le fasi e i risultati della delicata operazione.

Nel film prendono la parola la stessa Mazzucco e altri studiosi. C’è anche un piacevole cammeo di Peter Greenaway che torna nel cenacolo palladiano di San Giorgio Maggiore davanti alle “sue” “Nozze di Cana” (ovvero alla replica che oggi campeggia nella sala vuota, l’originale essendo stato portato dai commissari francesi dell’esercito napoleonico al Louvre. Sulla vicenda rimando a “Missione grande bellezza” di Alessandro Marzo Magno, edito da Garzanti).

E poi tanto altro ancora. Le figurine di cera con cui il pittore studiava disposizione e luci, l’ostilità di Tiziano, le perle di Lucrezia aggredita da Tarquinio colte in volo, l’ora evanescente figura della figlia Marietta, la “Tintoretta”, a lui particolarmente cara, le “Ultime cene” (ne dipinse una dozzina), la bottega che gli sopravvisse, al contrario di quella tizianesca…

A marzo arriverà poi nelle librerie la graphic novel “Tintoretto. Un ribelle a Venezia”, scritta da Alberto Bonanni e disegnata da Gianmarco Veronesi. È la prima pubblicazione a fumetti di Sky Arte, in collaborazione con lo studio TIWI.
Film e fumetto dimostrano, se ce ne fosse bisogno, che Tintoretto ha vinto la sfida.
Saul Stucchi

25 – 26 – 27 febbraio 2019

Tintoretto. Un ribelle a Venezia

Informazioni:

www.nexodigital.it

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