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Voi siete qui: Interviste » ALIBI Online intervista la grafica Micol Villa

9 Febbraio 2017

ALIBI Online intervista la grafica Micol Villa

Micol Villa fotografata da Cristiana Folin

Lo scorso 5 gennaio sono stato a Biella per visitare la mostra “Neb Ankh. L’Egitto funerario di Ernesto Schiaparelli” al Museo del Territorio Biellese. Prima d’iniziare la visita ho preso un caffè alla caffetteria nel Chiostro di San Sebastiano. Il locale si chiama  “Zoe. Artcafè & Kitchen” ed è gestito dalla Cooperativa Zoe. Alle pareti erano appesi disegni molto originali. I colori e i giochi di parole in particolare hanno attratto la mia attenzione. Una breve nota biografica presentava l’autrice: Micol Villa. Mi sono segnato il suo nome e ho deciso di contattarla per proporle un’intervista su ALIBI Online. Potete leggerla qui sotto.

Puoi presentare ai lettori di ALIBI la mostra “Navigare a vista”?

“Navigare a vista” è un viaggio attraverso le mie illustrazioni e nasce da un’idea di Caterina Del Nero, direttore artistico dello “Zoe Artcafè & Kitchen” di Biella, che mi ha chiamato ad esporre:

Micol mette le cose come le piacciono, per vederle con ironia, giocando. Attinge da un bagaglio culturale formato con una curiosità che la porta a poter scherzare con le parole e i doppi sensi, ma guidata dalla riflessione. Una restituzione di immagine, grafica e illustrazione non scontata anzi immediata per chi coglie lo spunto.*

Il nome ovviamente rimanda al mare, tematica ricorrente nei mie lavori, ma anche appunto ad un percorso in essere, non finito, poiché la mostra comprendeva diversi miei momenti, da “Be Brave”, la barchetta di carta in navigazione sotto i fulmini e mia prima illustrazione in assoluto fino ad arrivare ad alcuni disegni molto più recenti, che si distaccano anche come soggetto.

*Nota del curatore

un'illustrazione di Micol VillaChe dire del rapporto tra ironia e grafica?

L’ironia è una caratteristica del mio carattere e della mia forma mentis. Mi ha aiutato e mi aiuta ad affrontare la quotidianità, è un meccanismo del tutto naturale per me.

Non posso vivere senza ironia e non posso vivere senza giochi di parole. Trovo la parola un elemento molto importante in generale e di conseguenza lo è diventato anche nei miei lavori.

Ci sono persone che riescono ad esprimersi attraverso il silenzio, o semplicemente attraverso delle linee e basta, io spesso ho bisogno della “parola” per dare un significato. Alle volte mi colpiscono di più certe scritte che certe immagini, sebbene io sia decisamente più educata all’immagine in generale.

Di conseguenza è stato molto semplice unire l’elemento grafico all’elemento vocabolo, perché molto spesso è dal gioco di parole che traggo l’idea per il disegno.

Mi ha colpito molto la tua illustrazione “Less is mo.”…
Consideri il minimalismo come scelta estetica oltre che etica?

Non ho mai apprezzato il barocco o le cose troppo pompose. Mi piacciono le linee pulite, le divisioni nette e tutto deve apparire esteticamente e stilisticamente molto semplice.

In realtà il concetto di “Less is more” che io ho appreso tramite Van der Rohe, quindi applicato in architettura, perciò tutt’altro settore, credo sia potentissimo; ad esempio credo che si possa essere eccentrici anche nell’usare pochissimo.

E credo che si possa davvero arrivare a creare cose meravigliose riducendo il tutto al minimalismo più spinto, senza pensare che poiché tutto è ridotto allo stretto necessario sia più facile. In realtà la semplicità, ad ogni livello, è una cosa molto complessa.

House of My Dreams di Micol VillaI tuoi prossimi progetti?

Mi piacerebbe esplorare di più il mondo dell’illustrazione e graphic design applicato alla fotografia, in cui il disegno diventa parte integrante di essa. C’è la possibilità di creare mondi molto interessanti e di giocare, cosa che a me piace.
E poi c’è l’idea di disegnare un libro per bambini, ma che in realtà è anche un po’ per adulti.
Vedremo cosa ne verrà fuori, nel mentre continuo a navigare.

A cura di Saul Stucchi
Il ritratto di Micol Villa è di Cristiana Folin

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