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Voi siete qui: Europa » Poznań, Danzica e le altre perle della Polonia dopo Euro 2012

8 Novembre 2012

Poznań, Danzica e le altre perle della Polonia dopo Euro 2012

Le città polacche che hanno ospitato gli Europei di calcio 2012, all’indomani di questo importante evento mediatico in realtà tutto ricordano meno che un campo di battaglia. Nessuno dei peggiori scenari paventati alla vigilia si è verificato. Gli aeroporti, le strade, le stazioni e le ferrovie – pur non essendo stati portati a termine tutti i lavori di ammodernamento e risistemazione – hanno retto senza grossi inconvenienti la pacifica ‘invasione’ delle centinaia di migliaia di turisti giunti per l’occasione da 120 diversi Paesi del globo terrestre. La rete ricettiva è stata in grado di offrire sistemazioni per ogni tipo di portafogli, dai più ‘grassi’ ai più ‘ascetici’.
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Degli stadi si è molto scritto e lodato, in particolare quelli di Danzica e Varsavia, i più originali dal punto di vista architettonico, entrati subito a vele spiegate nel novero dei più belli d’Europa (quello di Danzica più che quello di Varsavia, secondo molti), mentre le cosiddette fan-zone, aree attrezzate per accogliere i tifosi, hanno egregiamente svolto la loro funzione, offrendo grandi schermi e spazi in cui socializzare, rifocillarsi e rilassarsi.
Perfino la microcriminalità, che durante gli eventi di massa tende a moltiplicare i suoi effetti perniciosi, stavolta sembra essersi moderata, merito senz’altro di una presenza delle forze dell’ordine discreta ma capillare, o forse anche, ci piace pensare, dello slogan con cui la Polonia ha dialogato con i suoi cittadini e che recitava “Jesteśmy wszyscy gospodarzami” (Siamo tutti padroni di casa), che potrebbe avere inorgoglito, responsabilizzato e addolcito il cuore perfino di scippatori e borseggiatori.
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Il ministero dell’Interno ha infatti registrato che, nel periodo di svolgimento dei campionati, la Polonia è stata ancora più sicura del solito, nonostante il maggiore flusso di visitatori stranieri. Furti, rapine, aggressioni e perfino gli incidenti stradali sono crollati di diversi punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, e nelle guardine polacche in quelle tre settimane sono finite solo 15 persone, di cui 7 russi, 1 ungherese e 1 croato.
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Quattro anni fa, quando l’organizzazione degli Europei di calcio 2012 fu affidata congiuntamente a Polonia e Ucraina, non solo all’estero, ma nel Paese stesso si nutrivano forti dubbi sulla reale capacità della Polonia di organizzare in modo adeguato una manifestazione tanto importante. Oggi, a festa conclusa, è in Polonia forse ancora più che all’estero che si è stupefatti di come tutto sia filato liscio, a parte un paio di piccoli incidenti a margine dell’incontro Polonia-Russia (a Varsavia), che storicamente provoca sempre animosità e scintille, o causati dai tifosi croati (a Breslavia), notoriamente bellicosi per natura e sempre in cerca di rissa.
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E nei sondaggi condotti da PL.2012, il comitato che ha coordinato i preparativi degli europei di calcio, risulta che più dell’85 % dei tifosi stranieri ha dato una valutazione positiva dell’organizzazione del torneo, mentre addirittura il 97% dei polacchi si è detto orgoglioso per come il proprio Paese ha saputo gestire i campionati.  Dati ancora più interessanti, soprattutto dal punto di vista economico e del ritorno di immagine, ci dicono che i tifosi arrivati in Polonia infatti non solo hanno speso 900 milioni di złoty (quasi 200 milioni di euro), ma hanno manifestato l’intenzione di tornare a visitare il paese (12,5%) e di volere consigliare un viaggio in Polonia ai propri amici e conoscenti (92%).
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L’indicazione però più confortante – anche se difficile da quantificare con percentuali statistiche epperò innegabile – è l’immagine della Polonia che i campionati europei di calcio hanno restituito al mondo segnando una vera svolta epocale, che paragonerei senza timore di esagerare a quella verificatasi più di trent’anni prima ai tempi di Solidarność.
Gli eventi del 1980, gli scioperi dei cantieri navali di Danzica e la nascita di Solidarność, con la conseguente introduzione dello stato di guerra da parte del generale Jaruzelski nel dicembre del 1981, avevano diffuso nel mondo l’immagine di un Paese senz’altro fiero, coraggioso e battagliero, ma anche grigio, povero, bigotto, mal funzionante – in una parola, arretrato. Questa immagine si è conservata immutata per generazioni fra la gente comune dell’Occidente (e purtroppo spesso anche fra i giornalisti) durando praticamente quasi intatta fino a pochi mesi fa, quando gli inviati delle testate giornalistiche, radiofoniche e televisive recatisi in massa a risciacquarsi le idee nella Vistola, hanno diffuso nel mondo un quadro della Polonia sorprendentemente diverso da come tutti se lo figuravano. Quello cioè di un Paese nel frattempo radicalmente  mutato, abitato da gente aperta e ospitale, ma anche moderna e al passo con i tempi. E per l’occasione si sono anche scoperte, neanche si fosse trattato di una spedizione esplorativa in angoli remoti delle foreste tropicali, nuove città di notevole interesse turistico fino ad allora praticamente ignote al pubblico di massa.
(fine prima parte – segue)
Roberto Polce

DIDASCALIE:
– Lo stadio di Danzica
© M. Szajewski / polonia.travel
Per gentile concessione dell’Ente del Turismo Polacco

– Lo stadio di Varsavia
© PZ Studio / polonia.travel
Per gentile concessione dell’Ente del Turismo Polacco

– Varsavia
© Roberto M. Polce

– Varsavia
© Roberto M. Polce

– Un tifoso italiano
© AM Cieszewscy / polonia.travel
Per gentile concessione dell’Ente del Turismo Polacco

Giornalista e fotografo, Roberto M. Polce dal 2007 al 2011 è stato photoeditor e condirettore del web magazine fotografico di viaggi Vie dell’Est dedicato ai paesi dell’Europa centro-orientale, in particolare alla Polonia. È autore della guida turistica Polonia edita dal Touring Club Italiano. Con Morellini ha pubblicato Polonia. Usi, costumi e tradizioni, giunto alla terza edizione, e le guide Breslavia, Łódz e Danzica e la Pomerania. Nel 2012 è stato insignito della medaglia di Benemerito della Repubblica Polacca “per la sua attività volta a rafforzare la posizione della Polonia in campo internazionale”. Oggi vive stabilmente a Danzica, in Polonia.

cover_PoloniaRoberto è in questi giorni in Italia per presentare Polonia. Usi, costumi e tradizioni (Morellini).
Ecco il programma delle prossime presentazioni:

8 novembre a Cesena

9 novembre a Imola

10 novembre a Bologna

11 novembre a Terni

18 novembre ad Ancona

20 novembre a Firenze

23 novembre a Torino

24  novembre a Genova

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