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Voi siete qui: Europa » La Svizzera guarda alle tradizioni, senza dimenticare il futuro

9 Maggio 2013

La Svizzera guarda alle tradizioni, senza dimenticare il futuro

Martedì sera Svizzera Turismo ha presentato alla stampa del settore le novità per la prossima estate. Dopo il tema dell’acqua che ha caratterizzato il 2012, quest’anno ha deciso di puntare sulle tradizioni viventi.

In effetti “tradizione” è forse una delle parole che più velocemente vengono alla mente quando ci viene chiesto di definire la Confederazione Elvetica, tanto questa caratteristica è connaturata all’essenza della Svizzera. Quello che invece stupisce è la levità e l’autoironia con cui gli Svizzeri hanno deciso di comunicare al mondo l’attaccamento alle proprie tradizioni (si sa: il tema si presta fin troppo facilmente a usi impropri – al di là e al di qua delle Alpi, bien sûr).


Il nuovo direttore Armando Trancana ha salutato e ringraziato il predecessore Tiziano Pelli, prima di di affrontare una veloce ma ben calibrata full immersion nelle “tradizioni ben vive” della Svizzera. Centinaia di usanze e tradizioni fanno parte della vita quotidiana degli Svizzeri e una selezione di loro è stata scelta per invitare i turisti nel Paese dei Cantoni.

È il caso per esempio dei caseifici alpestri, delle botteghe che ancora producono manualmente il celeberrimo corno delle Alpi (la località di Nendaz gli dedica un Festival Internazionale dal 26 al 28 luglio), della ferrovia a vapore del Furka, sempre nel Vallese.
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Il resto della presentazione, affidata ai delegati di alcuni cantoni, è stato un viaggio o meglio ancora un assaggio di alcune tradizioni viventi. A cominciare dalla produzione di orologi (altra tipicità elvetica universalmente riconosciuta, tanto da divenire luogo comune) che ha precise ragioni storiche legate agli spostamenti di intere comunità nell’Europa squassata dalle guerre di religione. Per sfuggire alle persecuzioni numerosi ugonotti si trasferirono nella zona di Ginevra e quando la riforma di Calvino mise un freno all’ostentazione del lusso, gli orefici si riciclarono come orologiai. Oggi un percorso di 200 chilometri permette di soddisfare la curiosità degli appassionati di lancette e meccanismi (di precisione svizzera, ovviamente!).

Un’altra tradizione che non è andata perduta è la preghiera quotidiana con la quale i malgari nella Svizzera centrale invocano la protezione sul lavoro nei campi. Siamo nella regione di Lucerna, il cuore del Paese: è qui che nel 1291 venne stretto il patto della Confederazione.

Non minore attaccamento i nostri vicini transalpini mostrano per la tradizione della lotta, chiamata appunto “svizzera”, che ha origini contadine. Negli ultimi anni questa manifestazione folkloristica sta avendo sempre più successo e i campioni della specialità godono di una fama paragonabile a quella dei calciatori nostrani.
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Parlando di assaggi non si può tralasciare la gastronomia ticinese: va assolutamente menzionata almeno la Via dei Grotti di Mendrisio, tradizionale tanto quanto l’arte della paglia delle trecciaiole che realizzavano i cappelli per i nostri nonni.

Ma come arrivare in Svizzera? Meglio utilizzare il treno, sfruttando l’ottimo servizio dello Swiss Travel System. L’inglese Thomas Cook organizzò il primo tour in treno in Svizzera giusto centocinquanta anni fa, nel 1863. Tra parentesi: lo sapevate che il celeberrimo Trenino Rosso del Bernina era in realtà giallo? Ha preso l’attuale e inconfondibile colore soltanto nel 1943.
Cabrio
In Svizzera le tradizioni si sposano con successo con la modernità tecnologicamente più avanzata: ne è una prova la prima funivia cabrio del mondo, quella dello Stanserhorn, vicino a Lucerna. Può ospitare fino a 60 persone e in poco più di 6 minuti copre gli oltre 2 chilometri che dalla stazione a valle (a 711 metri s.l.m.) portano a quella a monte (a 1850 m.). Da provare!
Saul Stucchi

Svizzera Turismo
Tel. 00800.100.200.30 (Numero Verde)
www.svizzera.it

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