Mai fidarsi delle recensioni lette sui giornali, soprattutto di quelle corte come un caffè ristretto. Rischiano di fuorviare i lettori con giudizi sommari e ingenerosi.
Prendete per esempio il film Il sapore del successo. L’avete visto? Non ha ricevuto critiche entusiastiche, ma si vede con piacere e si esce dalla proiezione con lo spirito risollevato. E di questi tempi non è poco.
Come chef il belloccio Bradley Cooper è piuttosto inverosimile (non più che come cecchino dell’esercito americano, comunque), ma non è questo il punto. La forza del film è la sottolineatura, mai insistente ma delicata e insieme costante, del valore della passione.
Da sola non basta a realizzare un’impresa. Insieme ad altri ingredienti come lo spirito di sacrificio, la collaborazione, la cura maniacale, la forza di volontà, l’umiltà di riconoscere i propri errori e il coraggio di far notare quelli altrui si trasforma però in una forza irresistibile. È il lievito di ogni azione umana che voglia durare più di un respiro.
Il protagonista, Adam Jones, ha avuto molto e ha perso tutto. Ha sfiorato la cima ed è precipitato sul fondo. Ha tradito amici e collaboratori, ma non si è mai arreso. Ha passato un lungo periodo nel purgatorio di cucine non sue, sgusciando migliaia e migliaia di ostriche fino alla milionesima, tenendone scrupolosamente nota su un taccuino.
È la più evidente rappresentazione della celebre legge delle 10 mila ore. Mai sentita? Eccola: se vuoi avere successo in un campo, esercitati 10 mila ore. Non una di meno.
Di ostrica in ostrica, lo chef ha toccato il fondo e si è dato una spinta per risalire. Naturalmente l’ascesa non sarà lineare (nella vita il rettilineo è un’illusione ottica smentita dopo pochi metri), ma la collaborazione della sua squadra (“li vorrei come i Sette Samurai”, dice a un certo punto) lo porterà dove aspirava ad arrivare. Anche grazie al prezioso aiuto di una bella bionda (Sienna Miller)…
Il film è davvero gustoso. I primi piani dei piatti preparati con maestria e passione sono spettacolari: i colori dei singoli ingredienti, la loro combinazione sapiente, i sughi, le volute di vapore, gli sfrigolii sui fornelli… Ogni volta che un personaggio fa un assaggio lo spettatore apre la bocca e s’immagina di gustare quel bendidio, frutto del matrimonio tra natura e cultura.
Gli strumenti sono maneggiati con abilità e più che accessori sono compagni di lavoro o addirittura estensioni sensibili delle mani dello chef (sportivi e musicisti conoscono bene la natura del rapporto che con il tempo e la pratica stabiliscono con i propri “strumenti”).
Pur avendo già raggiunto le Due Stelle Michelin Adam non smette di cercare, di imparare, di frequentare locali e ristorantini in cui colleghi e collaboratori mai si sognerebbero di mangiare, compresi i tanto vituperati fast food. Ma lui sa che ovunque si può imparare, così come chiunque può insegnarci qualcosa di prezioso.
Sullo sfondo Londra è bellissima, col Tamigi che la taglia in due imponente e placido, i grattacieli a punteggiarne lo skyline. Ma anche gli interni fanno innamorare. Ristoranti superlusso, case private, negozietti: ogni inquadratura sembra inviare un messaggio subliminale ma chiarissimo. Dice: mettete passione in quello che fate e ne raccoglierete i frutti. Intanto tenete a portata di mano un taccuino.
Saul Stucchi
Foto e trailer: 01 Distribution
IL SAPORE DEL SUCCESSO
- Regia: John Wells
- Cast: Bradley Cooper, Sienna Miller, Omar Sy, Daniel Bruhl, Riccardo Scamarcio, Sam Keeley, Alicia Vikander, Matthew Rhys, Uma Thurman, Emma Thompson, Lily James, Sarah Greene