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Voi siete qui: Storia » Spoon River in riva al Nilo in mostra al British Museum

13 Marzo 2015

Spoon River in riva al Nilo in mostra al British Museum

Una mostra di storia che abbraccia oltre quattro millenni può incutere paura e smarrimento nei visitatori. Ma quando si tratta di Egitto, la magia prevale sul dubbio e il fascino del paese dei faraoni ammalia senza distinzioni uomini e donne, giovani e meno giovani. Se poi protagoniste dell’esposizione sono le mummie, allora il successo è assicurato! Lo dimostra la proroga al 19 aprile della splendida mostra Ancient Lives – New Discoveries in corso al British Museum di Londra. Mescolando abilmente reperti antichissimi con le più avanzate tecnologie racconta al pubblico otto vite di egiziani i cui corpi si sono conservati per millenni. In pratica otto episodi di una serie che si potrebbe intitolare CSI Antico Egitto. L’asse cronologico posto all’inizio del percorso espositivo colloca nel lungo arco di quaranta secoli gli attori di ciascuna storia, a partire dall’uomo morto attorno alla metà del periodo predinastico (3500 circa avanti Cristo), fino alla donna cristiana morta in epoca medievale, attorno al 665-775 d.C.
8mummie_1Ciascuna mummia è presentata da una scheda che assomiglia a una cartella clinica, sulla quale sono indicati nome (se noto), genere, età, altezza ed eventuali malattie individuate. Otto vite diverse, otto storie diverse, ma accomunate dallo stesso destino: essere entrate a far parte delle collezioni del British Museum ed essere state risparmiate dall’aggressione della sbendatura, operazione a cui solitamente venivano sottoposte le mummie prima dell’invenzione di tecniche di analisi e indagine non invasive. Nella prima sala campeggia la riproduzione di una fotografia che immortala Margaret Murray mentre sbenda una mummia della XII dinastia a Manchester nel 1908. Il British Museum, invece, ha sempre adottato un approccio di studio diverso, inteso a preservare le mummie nelle migliori condizioni. Sul sito della prestigiosa istituzione si possono persino leggere le linee guida della politica seguita circa il rispetto dei resti umani conservati nel Museo… Ad accogliere i visitatori c’è però il gruppo statuario di Itu e Henutweret con il loro figlio, a indicare l’importanza della famiglia nella società egizia. Si tratta di tre persone ancora giovani e sane, nel fiore della loro vita, mentre la mostra intende raccontare l’altra faccia della medaglia, rivelando dettagli su malattie e infermità.
8mummie_2Nell’intestino della prima mummia sono stati ritrovati resti di cibo: è un rinvenimento inusuale perché gli imbalsamatori toglievano gli organi interni per rimettere al suo posto soltanto il cuore, considerato la sede della coscienza. Il corpo di questo individuo, però, si è conservato grazie a un processo di mummificazione naturale, non artificiale, grazie alle particolari condizioni dell’ambiente circostante. Sappiamo invece il nome di Tamut, figlia di un sacerdote di alto rango; di Padiamenet, guardiano del tempio e di Tjayasetimu che di professione faceva la cantante in un tempio, mentre restano anonimi il bambino morto prematuramente attorno ai due anni durante il periodo romano, l’uomo vissuto sotto la XXVI dinastia (attorno al 600 a.C.) e la donna di un’età compresa tra i 20 e i 35 anni che sappiamo essere stata una fedele cristiana grazie al tatuaggio con monogramma dell’arcangelo Michele, inciso sulla gamba destra.
8mummie_3Papiri, statuette, amuleti, oggetti di uso quotidiano e strumenti musicali ricreano il contesto in cui queste otto persone vissero. Attraverso dei macchinari è possibile “esplorare” le TAC delle mummie, mentre i pannelli didascalici spiegano le tecniche di imbalsamazione, con le procedure standard, gli errori, gli imprevisti e le soluzioni più o meno brillanti adottate per porvi rimedio. Gli imbalsamatori, per esempio, non devono aver misurato molto scrupolosamente il corpo di Padiamenet che è risultato troppo lungo per l’involucro in cartonnage. Soluzione? Aggiungere una sorta di estensione per contenere i piedi del defunto… Roba dell’altro mondo, letteralmente! La sua salma subì un processo d’imbalsamazione piuttosto trascurato, non sappiamo se per la fretta oppure per l’avarizia della famiglia che non volle spendere di più per garantire al proprio congiunto un servizio funebre di qualità migliore. Un’altra curiosità: sono stati ritrovati anche i sarcofagi della moglie e del figlio di Padiamenet, conservati oggi in Norvegia e in Belgio. A uno degli uomini senza nome, invece, gli imbalsamatori hanno aggiunto un seno finto fatto di stoffa, forse per imitare il grasso che aveva in vita.
8mummie_4Spettacolari le tre maschere funebri ricoperte d’oro, poste una accanto alle altre, ma soprattutto emozionante e commovente è l’ultima sala in cui sono allestite tre “stele” con l’immagine digitale del volto mummificato di Tamut, Tjayasetimu e Padiamenet, ciascuna dell’altezza che la persona aveva in vita. Alle loro spalle campeggia una gigantografia del Nilo con la riva ricca di palme, mentre su una parete si può leggere la preghiera “O you who are alive on earth… Pronounce my name with abundant libation”, scritta nella tomba di Petosiris, sommo sacerdote di Thot a Hermopolis (datata attorno al 330 a.C.). E allora, per ricordare queste otto persone così lontane eppure a noi così vicine (Homo sum, humani nihil a me alienum puto…), non c’è nulla di meglio di un lauto banchetto con ricca libagione in loro onore.
Saul Stucchi

Didascalie:
Una mummia viene sottoposta alla TAC al Royal Brompton Hospital
© Trustees of the British Museum

Visualizzazione in 3D di una scansione con TAC dei resti mummificati di Tayesmutengebtiu, chiamata anche Tamut, che mostra una sezione attraverso il cartonnage e gli involucri 
© Trustees of the British Museum

Visualizzazione in 3D di una scansione con TAC dei resti mummificati di Tayesmutengebtiu, chiamata anche Tamut, che mostra il suo corpo dentro il cartonnage
© Trustees of the British Museum

ANCIENT LIVES – NEW DISCOVERIES

Fino al 19 aprile 2015

Sala 5
British Museum
Great Russell Street
Londra

Biglietto: intero 10 £; ridotto 8 £
Orari: tutti i giorni 10.00–17.30 (ultimo ingresso 16.00).
Venerdì fino alle 20.30 (ultimo ingresso 19.00)

Info:
www.britishmuseum.org

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