Ieri mi è capitata tra le mani l’edizione Einaudi (collana ET Biblioteca) dei Vangeli Apocrifi e subito mi è tornato in mente un episodio che ignoravo fino a qualche giorno fa, quello del miracolo della palma che si china per offrire i propri frutti a Maria durante la fuga in Egitto.
Ne sono venuto a conoscenza grazie all’interessante presentazione della Scoletta degli Alemanni di Venezia fatta da don Natalino Bonazza: qui sotto potete vedere un breve filmato riguardante il ciclo pittorico con le storie di Maria. Grazie al pratico indice alla fine del volume ho individuato facilmente il passo che si trova nel XX capitolo del Vangelo dello Pseudo-Matteo (uno dei Vangeli dell’infanzia).
Si racconta che al terzo giorno del faticoso viaggio Maria chiede al marito di fermarsi a riposare all’ombra di una palma molto alta. Vorrebbe mangiarne qualche frutto, ma Giuseppe le fa notare l’altezza della pianta, dicendosi invece più preoccupato per la mancanza d’acqua.
“Allora il piccolo Gesù, che con volto sorridente riposava nel ventre di sua madre, disse alla palma: – Piegati, albero, e ristora mia madre con i tuoi frutti! – E subito, a questa voce, la palma chinò la sua cima fino ai piedi di Maria, e da essa raccolsero frutti con cui tutti si saziarono.
Ma anche dopo che erano stati raccolti tutti i suoi frutti, restava piegata, attendendo di rialzarsi al comando di colui al cui comando si era chinata. Allora Gesù le disse: – Rialzati, palma, e riprendi vigore, e sii compagna dei miei alberi, che sono nel paradiso di mio padre. E adesso apri dalle tue radici la vena che è nascosta sotto terra e lascia fluire da essa acqua a nostra sazietà.
Subito la palma si drizzò e attraverso le sue radici cominciarono a sgorgare sorgenti di acqua limpidissime e fresche e straordinariamente dolci. Al vedere le sorgenti d’acqua, furono rallegrati da grande gioia e si dissetarono con tutti i giumenti e gli uomini, rendendo grazie a Dio”.
Mi riprometto di leggere per intero il saggio di Pampaloni, premesso ai testi dei Vangeli Apocrifi. A una rapida scorsa mi sono soffermato sul passo riguardante la figura di Giuseppe, “un personaggio sostanzialmente imbarazzato del proprio ruolo”; “la dimensione sua propria è quella laica, si trova a disagio tra i miracoli”, tanto che Pampaloni arriva ad avvicinarlo a Sancho Panza. Davvero uno strano santo, questo Giuseppe. E davvero ricchi di sorprese i racconti degli Apocrifi.
Buona visione e buona lettura!
PS: un sincero ringraziamento a don Natalino, a cui vanno i miei più cari saluti.
Saul Stucchi
I Vangeli Apocrifi
A cura di Marcello Craveri
Prefazione di Dario Fo
Con un saggio di Geno Pampaloni
Einaudi
2005, XLIII-603 pp., 18.00 €
Didascalia:
Immagine tratta dalla copertina dell’edizion Einaudi
Il tradimento di Giuda
Miniatura dal manoscritto di Kebran, secolo XV