Ci hanno provato in tanti a stupire il mondo con nuove rivelazioni su Shakespeare. Per alcuni il Bardo sarebbe stato cattolico, per altri italiano, per altri ancora addirittura una donna. Macché! Luigi Lo Cascio ha fatto un accurato lavoro di scavo in una delle sue opere più celebri e ha scoperto che Shakespeare era siculo! L’Otello che porta in scena al Piccolo Teatro Strehler di Milano (fino al primo febbraio) è il risultato sorprendente di questa ricerca che mette la parola fine a tutte le precedenti stramberie. Al primo “buttana” con cui il principe moro ingiuria la sua bella Desdemona lo spettatore comprende che dopo un lungo viaggio è finalmente tornato a casa: la vicenda è una storia di corna, la più classica delle classiche storie siciliane e non potrà che finire con una ammazzatina, ché l’uomo può resistere a tutto, combattere contro tutti, in cielo, terra e mare, ma non condividere il letto con una donna accusata di essere (e dunque colpevole di essere) buttanissima.
Lo Cascio, insieme regista e interprete, si è riservato il ruolo di Iago, tessitore della trama mortale, motore della tragedia, architetto del piano diabolico per perdere il generale Otello, impersonato da un eccezionale Vincenzo Pirrotta. Ma non aspettatevi il “solito” Otello. La versione di Lo Cascio è insieme fedele e rivoluzionaria. Innanzitutto perché comincia dalla fine e in una successione di flash-back ricostruisce l’amara parabola del moro. Lo fa attraverso l’amorevole impegno di un soldato (l’ottimo Giovanni Calcagno) che non si arrende alla vulgata, deciso a ristabilire l’onore del suo generale. Il suo nobile intento è quello di ripetere la storia perché diventi riscatto o perdono. Ma lo spirito rimane scespiriano e proprio per questo, un poco babbiando, abbiamo detto in principio che l’attore palermitano ha individuato nella sicilianità la natura più profonda e intima del testo.
I toni sono caricati e Iago ha un fare mafioso che prostituisce la parola con l’allusione. Il suo non dire è dire che avvelena il pozzo in cui Otello abbeverava il suo amore per Desdemona, una rossa Valentina Cenni sensuale e intrigante. Nella rielaborazione del “mito” proposta da Lo Cascio Otello brucia le tappe verso la pazzia, furente di gelosia. Si contorce, si dimena, si getta a terra, urla e impreca come un tarantolato, un posseduto. I sottolineati richiami alla carnalità, nel duplice rimando ai peccati della carne e alle sofferenze inflittele dalla tortura (“la grande melodia della tortura”…), mi hanno fatto tornare alla mente lo straniante spettacolo (La caccia) che l’attore – regista ha tratto qualche anno fa dalle Baccanti di Euripide: anche in quel caso una catabasi nei meandri della psiche turbata dalla passione. Al povero Otello non resterà che volare sulla Luna in groppa all’Ippogrifo per tentare di recuperare il fazzoletto che aveva regalato a Desdemona e da lei incautamente perso: è proprio quello il sassolino che rotolando ha prodotto la terribile frana: “non voglio un fazzoletto senza storia. Voglio quello che mi lasciò mia madre”. E insieme al fazzoletto dovrà ritrovare il senno.
PS: Al piccolo dizionario siculo che chiude la brochure di sala date solo un’occhiata: se avete un po’ di dimestichezza con la lingua di Montalbano, non vi servirà. Acchianare è salire e vinnitta vendetta.
Saul Stucchi
Foto di Antonio Parrinello
OTELLO
di Luigi Lo Cascio
liberamente ispirato a “Otello” di William Shakespeare
Dal 20 gennaio al 1 febbraio 2015
Piccolo Teatro Strehler
Largo Greppi 1
Milano
Regia Luigi Lo Cascio
scenografie, costumi e animazioni Nicola Console e Alice Mangano
musiche Andrea Rocca
luci Pasquale Mari
con Vincenzo Pirrotta e Luigi Lo Cascio, Valentina Cenni, Giovanni Calcagno
Orari: martedì, giovedì e sabato 19.30; mercoledì e venerdì 20.30; domenica 16.00
Biglietti: platea intero 33 €, ridotto 21 €; balconata intero 26 €, ridotto 18 €
Informazioni e prenotazioni: tel. 848.800.304
www.piccoloteatro.org