Martedì scorso, 14 giugno, ho assistito all’ultima recita dello spettacolo “Temporaneamente tua” al Teatro Libero di Milano. Sul palcoscenico Greta Zamparini, che ne cura la regia con Federica Bognetti e che è autrice del progetto, basato sul libro “Malamore” di Concita De Gregorio.
Qualche anno fa, per la precisione nel 2011, avevo già assistito a una “riduzione” teatrale del testo della De Gregorio (e in questi casi “riduzione” è davvero riduttivo, concedetemi il gioco di parole): al Teatro Menotti avevo visto Lucrezia Lante della Rovere interpretare alcune delle donne protagoniste del libro in uno spettacolo che aveva la regia di Francesco Zecca.
Due spettacoli molto diversi, accomunati dalle testimonianze di donne che si sono prostituite. Per necessità o per scelta. Già. La prostituzione non è un fenomeno che si può spiegare (per il versante femminile) soltanto con la costrizione. “Temporaneamente tua” si apre nel segno della maternità, con una madre che racconta alla figlioletta la fiaba di una bimba e delle sue scarpette rosse (ammantate da un’aura erotica che ha del rivoluzionario: ricordate Jiuliette Binoche nel film “Chocolat”? E non sto a ripetere la fulminante battuta di Karl Kraus sull’infelice feticista…).
Ma subito entra in scena una professionista del sesso che ha scelto la prostituzione come lavoro, coscientemente, liberamente, come se fosse un lavoro “normale”, come tutti gli altri.
E già qui lo spettatore comincia a farsi delle domande. Magari confrontando la propria situazione lavorativa con quella della protagonista. Tanto per dire: voi avete la macchinetta del caffè sul luogo di lavoro? Lei sì ed è libera di offrirne uno (“amaro come la vita”) al suo cliente, al quale racconta la sua scelta, onorata di essere la “prima volta” di lui.
“Io amo questo lavoro”, gli dice, spiegandogli che è un luogo comune che le puttane siano sempre vittime e dunque debbano essere compatite. “Io faccio la puttana, non sono una puttana”: ecco, senza neanche saperlo forse (ma ha studiato antropologia, dunque concediamole il beneficio del dubbio…), arriva a comprendere quello che Sartre aveva spiegato al cameriere del bar, ovvero la differenza tra fare un lavoro ed “essere” un lavoro.
Il fenomeno della prostituzione è decisamente complesso e se guardiamo meglio, vediamo che le categorie in cui cerchiamo di organizzarlo si dimostrano inadatte.
“Poverina io?! Poverini loro!”, esclama. E “loro” sono i clienti che vanno con le prostitute per fare cose che alle mogli non si sognerebbero nemmeno di chiedere, per avere qualche minuto di potere, per illudersi di saper conquistare una donna o di tornare giovani…
Sì, certo, l’umiliazione. Ma anche qui: umiliato è chi chiede o chi dà? Come nell’altro spettacolo, anche in “Temporaneamente tua” è il gioco delle parti che mi pare emergere dall’analisi (giornalistica) della De Gregorio. E quando la “prostituta per scelta” dice, tra il trionfale e l’autoconsolatorio, “la padrona sono io”, torna in mente l’analisi di Marx sulla dialettica servo – padrone. Tanta teoria, ragazzi, ma la prassi poi si rivela ben altra cosa…
E il lato oscuro (ammesso e non concesso che il primo sia “chiaro”) della prostituzione emerge nelle storie drammatiche di altre donne, quelle che hanno vissuto l’incubo della tratta. Altro che appartamento anonimo in contesto signorile con tanto di segretaria!
“Comprate” poco più che bambine e sballottate come merce in giro per il mondo, picchiate e seviziate prima di essere sbattute sulla strada, lasciate senza documenti. Nei dieci metri che percorrono avanti e indietro aspettando il prossimo cliente provano solitudine, disperazione, schifo, alienazione, paura…
La Zamparini dà voce e corpo a queste donne con sensibilità ed è brava a ripercorrerne le storie modulando registri, lingue e movimenti (ma anche il balletto sexy, sia detto per inciso, ha il suo perché).
Voi fareste questo a vostra figlia di 12 anni? Ricordate com’eravate voi a quell’età? Avete la macchinetta del caffè in ufficio?
Saul Stucchi
Dall’8 al 14 giugno 2016
Temporaneamente tua
- un progetto di e con Greta Zamparini
- regia Greta Zamparini e Federica Bognetti
- coreografie Lara Guidetti
- luci Claudine Castay
- tecnico luci e audio Monica Gorla
- costumi Sasha Niova
- con testi di Concita De Gregorio tratti da “Malamore” (edizioni Mondadori)
- produzione Compagnia Veranda Rabbit
- in collaborazione con Segnavia – Fondazione Somaschi
Teatro Libero
Via Savona 10
Informazioni e prenotazioni:
Tel. 02.8323126
www.teatrolibero.it