Si può mettere in scena la fisica? È convinta di sì Gabriella Greison, fisica e scrittrice, cuore e mente del “Primo Festival della Fisica in Italia”, attualmente in corso al Teatro Menotti di Milano. Ieri sera, sabato 24 marzo, la manifestazione ha avuto uno dei suoi momenti clou con la prima dello spettacolo “Faust a Copenaghen” della stessa Greison.
Spettacolo o esperimento? Esperimento di spettacolo, potremmo dire: per stessa ammissione dell’autrice l’anteprima nazionale di ieri sera è stata una prova generale, il battesimo di un progetto che potrebbe portare, attraverso vari passaggi e progressivi aggiustamenti a uno spettacolo più maturo e compiuto.
La struttura è già ben delineata dal testo e sul palcoscenico è ben disposta grazie all’attenta regia di Emilio Russo. Dietro i quattro leggii in scena stanno Marco Balbi, Alarico Salaroli, Alberto Patrucco e Marcella Formenti che si immedesimano nei protagonisti della vicenda, mentre la Greison si presenta nei momenti di snodo nel ruolo didascalico di guida per lo spettatore.
“Faust a Copenaghen” si basa sul nuovo libro della Greison, intitolato “Hotel Copenaghen”, edito da Salani (con lo stesso editore ha pubblicato “L’incredibile cena dei fisici quantistici”, mentre da Bollati Boringhieri è uscito “Sei donne che hanno cambiato il mondo”). In questa nuova opera la fisica ha ricostruito lo spettacolo che si tenne nel 1932 nella capitale danese per celebrare Goethe a 100 anni dalla morte.
Già era insolita l’idea che un gruppo di fisici si radunasse per rendere omaggio a un poeta, scrittore (ma anche scienziato), se poi i protagonisti erano geni come Niels Bohr (il padrone di casa), Werner Heisenberg, Paul Dirac, Wolfgang Pauli, Lise Meitner, Paul Ehrenfest e Max Delbruck, allora ci si rende conto dell’eccezionalità dell’evento che la Greison ha studiato a fondo attraverso testimonianze dell’epoca e un sopralluogo a Copenaghen.
Nelle mani (e nelle menti) di quei fisici che vediamo nella foto della locandina dello spettacolo il “Faust” di Goethe si trasforma e attualizza nel “Faust a Copenaghen” e ora si trasforma di nuovo in questa versione di Gabriella Greison (del resto, oggi lo sanno anche i giornalisti culturali rimandati in fisica ai tempi del liceo, nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma…).
Lo spettacolo mescola sapientemente storia, fisica e teatro, tra ironia, aneddoti e giochi di parole. Così gli spettatori rivivono le litigate e le stoccate che si scambiarono questi fisici fuori del comune, intravedono il lato oscuro di Wolfgang Pauli e il ruolo della moglie di Bohr Margrethe, ascoltano i dialoghi tra Dio, Faust e Mefistofele, scoprono sulle note di Je t’aime… moi non plus che Margherita era un neutrino e hanno modo di ripassare la lezione di Italo Calvino:
L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.
PS: dal 3 al 22 aprile al Piccolo Teatro Grassi andrà in scena “Copenaghen” di Michael Frayn per la regia di Mauro Avogadro: Umberto Orsini sarà Niels Bohr, Giuliana Lojodice sua moglie Margrethe e Massimo Popolizio il fisico tedesco Werner Heisenberg che nel 1941 torna a trovare il maestro in una Danimarca occupata dai nazisti.
Saul Stucchi
24 e 25 marzo 2018 ore 20.30
Faust a Copenaghen
- scritto da Gabriella Greison
- regia Emilio Russo
- con Gabriella Greison e con Marco Balbi, Alarico Salaroli, Alberto Patrucco, Marcella Formenti
- Biglietto: 10 €
- Durata spettacolo: 70 minuti
Teatro Menotti
Via Ciro Menotti 11
Milano
Informazioni:
Tel. 02.36592544