Calorosi applausi ieri sera al Piccolo Teatro Strehler di Milano per lo spettacolo Puccini, Puccini, che cosa vuoi da me? di Giuseppe Montesano, in cartellone fino a domenica 26 maggio. Sul palcoscenico ci sono Toni Servillo e l’Orchestra Sinfonica di Milano diretta da Gianna Fratta, con il soprano Maria Tomassi e il tenore Max Jota (che ha una qualche somiglianza con Sean Connery: stesso sorriso da furbetto…).
Salta subito all’occhio la differenza rispetto al precedente spettacolo che li ha visti lavorare insieme, ovvero Tre modi per non morire. Baudelaire, Dante, i Greci, andato in scena al Piccolo Teatro Studio nel gennaio dell’anno scorso. Là il solo interprete nell’ambiente intimo della grande O del Melato, qui un’intera orchestra a fargli da corona: l’attore, di bianco vestito, spunta in un mare di abiti neri.
Solo più avanti emerge, almeno a parere di chi scrive, una seconda differenza. Se infatti il testo di Tre modi per non morire era un’elaborata architettura di riferimenti e citazioni, questo Puccini si dimostra più esile ed evanescente. Vero è che il tema è la raffinata semplicità del lavoro del compositore, ma anche (e forse soprattutto) uno spettatore con scarsa dimestichezza con l’opera pucciniana si trova a pensare che la musica vince alla grande.
Puccini, Puccini, che cosa vuoi da me? – nel centenario della morte del compositore – è un gioco con cui il personaggio di Servillo provoca la sua amante confessandole il fastidio che prova per la musica dell’operista toscano, a cui preferisce di gran lunga la musica moderna di Schönberg e Stockhausen. L’Orchestra Sinfonica di Milano e i due cantanti sono lì a dimostrargli quanto si sbagli, a suon di brani e di arie celeberrime, a cominciare da “E lucevan le stelle”, dalla Tosca (la vera protagonista dello spettacolo), il tutto in un gioco di sguardi complici tra Servillo e la direttrice Fratta.
Di quanta complessità sia fatta l’incredibile semplicità di Puccini se ne accorge il Pierre di Servillo. Guidato nell’ascolto non può che riconoscere che i “trucchi” di Puccini funzionano tutti alla perfezione: non una nota fuori posto, non una parola di troppo. Qui è straziante, lì grandioso e sublime…
Nella conversazione pubblicata sul programma di sala Servillo dichiara:
Nel corso delle repliche, ci siamo […] accorti che lo spettacolo è un invito a condividere un sentimento nobile: avere il coraggio di contraddirsi, di ammettere di avere sbagliato, senza restare inchiodati alle proprie convinzioni, soprattutto quando queste scaturiscano da ideologie e pose intellettuali. Davanti alla bellezza delle melodie che ascolta nell’arco della serata, dal Puccini più popolare e conosciuto – quello della Bohème e di Tosca –, all’autore più complesso di Madama Butterfly e Manon Lescaut, il mio personaggio si abbandona alla bellezza della musica e manifesta la gioia di essere stato smentito.”
Ecco: Puccini, Puccini, che cosa vuoi da me? è un invito ad abbandonarsi alla grande bellezza della musica pucciniana. Anzi, della musica tout court.
Saul Stucchi
Foto di Masiar Pasquali
Puccini, Puccini, che cosa vuoi da me?
di Giuseppe Montesanocon Toni Servillo
e con l’Orchestra Sinfonica di Milano diretta da Gianna Fratta
soprano Maria Tomassi
tenore Max Jota
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
in coproduzione con Orchestra Sinfonica di Milano
Informazioni sullo spettacolo
Dove
Piccolo Teatro StrehlerLargo Greppi 1, Milano
Quando
Dal 22 al 26 maggio 2024Orari e prezzi
Orari: mercoledì 20.30giovedì e sabato 19.30
domenica 16.00
Durata: 1 ora senza intervallo
Biglietti: intero platea 40 €; intero balconata 32 €