Il Gesuita di Franco Buffoni (FVE, 2023) è un libro di formazione. Al centro, c’è un’esperienza di autoconsapevolezza sentimentale del protagonista sullo scorcio degli anni Sessanta. Il romanzo è anche una riflessione sul contesto storico in cui la storia si dispiega. Franco, il protagonista, ha un «cuore tormentato e ansioso», ha diciassette anni e vive a Gallarate.
La scoperta della propria omosessualità avviene nel contesto della famiglia e si esprime con i primi amori verso amici, cercando sempre la formula che lega il corpo alla ragione. Ad aiutarlo nel capire il rapporto tra ragione, sentimento e desiderio c’è anche Klaus, il bolzanino aspirante gesuita, all’inizio del libro studente dell’Istituto filosofico dell’Aloisianum.
Intorno a Franco ci sono gli anni in cui il termine gay assume una sua accezione inedita rispetto a quella che nella lingua e nella tradizione letteraria inglesi si è abituati ad attribuirgli. Mentre in Italia è in corso il processo Braibanti, da oltreoceano giungono gli echi del Civil Rights Movement, e con essi la fiducia in un gesto che anche il Vecchio Mondo scardini il «motore della storia, alias di una specifica civiltà culturale che pretende di possedere l’assoluta verità».
Minacciosa, nella vita del giovane, è la «virilità anni Sessanta» del padre, un ex ufficiale di fanteria assai bravo ad attribuire un’etichetta di genere a tutti quelli che gli capitano a tiro. Franco lo odia per ciò che rappresenta: l’omofobia, la censura emotiva e un’inflessibilità di carattere, che il figlio teme di assorbire. «L’ha detto anche Klaus che gli assomiglio e non mi ha fatto piacere» osserva Franco tra sé e sé, con terrore.
Il padre non è poi così diverso dalla Chiesa che considera l’omosessualità di Franco come una manifestazione di egoismo adolescenziale. Se ne fa interprete un «prete non vecchio, gentile», a cui il protagonista rivela, in confessione, la sua cotta per un amico di nome Alberto. L’amore per Alberto è modo per trovare l’indipendenza emotiva prima del pride, l’amore dell’altro, necessario per la scoperta di un’identità sessuale che emerge nella sua forma effimera, quella del desiderio.
La presa di coscienza è facilitata dall’incontro con l’altro. Come, ad esempio, il compagno Roberto, che ama senza essere visto, e viene definito dal protagonista come «l’amante più divino». C’è poi l’aspirante gesuita Klaus, che ha introiettato il cattolicesimo sotto forma di credo artistico, ed è portavoce di un «parlare al cuore», di una spinta erotica incoercibile agli occhi del narratore. Per Klaus, Franco ha una passione omoerotica che l’altro tenta invano di disciplinare, ed è votato alla «sublimità della speculazione nella febbre di conoscenza immediata»
Nella storia giunge infine Jason, amico statunitense di Klaus, colto, emancipato e membro del Free Speech Movement e del Civil Rights Movement. Porta una nuova coscienza nella vita di Franco. «Mi sento felice. Klaus a destra, Jason a sinistra», dice a un certo punto Franco.
Sullo sfondo di una Roma accesa dal desiderio fisico, mentre passeggia tra la Fontana di Trevi e Piazza di Spagna, il Piazzale Labicano e Santa Maria del Popolo, Franco riflette sulla storia, che si traduce in digressioni e dialoghi più o meno estesi (basterà pensare al capitolo 69). Roma con la sua storia sarà per il protagonista de Il Gesuita liberatoria. Solo la Città Eterna può convertire la sua esplorazione sessuale in «iniziazione»; mostrare la dicotomia platonica tra eròmenoi ed erastài, come l’unica forma d’amore possibile per lui.
NOTA: questo libro fa parte dei primi dieci titoli presentati dagli Amici della domenica per l’edizione 2024 del Premio Strega. Il romanzo è stato proposto da proposto Antonella Cilento.
Claudio Cherin
Franco Buffoni
Il Gesuita
FVE
Collana Gli oltre
2023, 160 pagine
18 €