Dopo le recite del weekend dell’11 e 12 maggio, il 18 e il 19 maggio allo Spazio Scimmie Nude di piazza Perego a Milano tornerà in scena lo spettacolo “Decadenze” di Steven Berkoff, per la regia di Gaddo Bagnoli. Perché vederlo? Per almeno tre motivi che vado ora a illustrarvi.

Prima di tutto potrete scoprire (se già non ci siete stati) questo spazio teatrale, geograficamente periferico, ma culturalmente molto attivo. Pur essendo ancora in età “adolescenziale” – è stata infatti fondata nel 2003 – la compagnia Scimmie Nude si è già presa le sue belle soddisfazioni, come il premio del pubblico per il migliore spettacolo al FIT Festival in Canada con lo spettacolo “Pauraedesiderio” (nel 2013).
Il secondo motivo è il testo di Berkoff (di lui avevo visto e apprezzato Shakespeare’s Villains al Piccolo Teatro). Un pugno allo stomaco, una sfilza di gags, un atto d’accusa alla società inglese degli anni Settanta che colpisce l’intera società occidentale, di ieri come di oggi, un sapiente mix di toni, come si capisce subito dall’esordio. La prima frase, infatti, accosta come se nulla fosse gli antitetici “gentile” e “bastardo”. Tutto questo e molto altro è “Decadence”, diventato “Decadenze”.
Ma è il terzo motivo il più importante: la bravura degli interpreti. Claudia Franceschetti ed Andrea Magnelli hanno una straordinaria mimica facciale che esalta tutte le sfumature del testo. Impersonano due coppie che si scagliano – a distanza – l’una contro l’altra, incrociando invettive, tra attrazione e repulsione, desiderio di amore e di morte.
Basta un velocissimo cambio d’abito perché una coppia diventi l’altra, ribaltando i punti di vista, ma conservando acredine e turpiloquio. La volgarità del linguaggio, però, è nulla rispetto a quella dei comportamenti. Unico faro nella tempesta di emozioni è il dio denaro. I soldi sono il migliore lubrificante e non bastano mai, perché, contrariamente al cliché, questi Inglesi sono assatanati di sesso!

Tra una seduzione e l’altra, tra un piano per far fuori il marito fedifrago e l’ennesimo cocktail con sigaretta, c’è modo di graffiare l’upper class senza risparmiare la classe operaia, affrontare il tema dell’immigrazione, fare un ritratto tutt’altro che agiografico dell’Inghilterra monarchica e rigorosamente bianca (ma è in versione jazz l’inno God Save the Queen…), con la piramide gerarchica ben esemplificata dai gradoni bianchi che costituiscono l’intera scenografia.
Lustrini e lusso non coprono i segni di decadenza di una società ormai marcescente, persa tra fantasie e velleità borghesi. Nel gioco delle parti in cui s’impegnano gli interpreti emergono in particolare due momenti, due “assoli” che resteranno nella memoria dello spettatore: la cavalcata a briglie sciolte – ehm… – della lady (una caccia alla volpe così di sicuro non l’avete mai vista in Downton Abbey!) e l’abbuffata di lui al ristorante, tra filet mignon, caviale e aragosta, finita com’era inevitabile che finisse.
Alla conclusione dello spettacolo, invece, ci sono gli applausi del pubblico. Calorosissimi.
Saul Stucchi
Foto di Margherita Busacca
La foto degli attori al termine della recita è di Saul Stucchi
DECADENZE
di Steven Berkoff
Traduzione di G. Manfridi e C. Clerici
Regia di Gaddo Bagnoli
Con Claudia Franceschetti e Andrea Magnelli
Musiche di Sebastiano Bon
Scenografia di Laboratorio Bìu
Foto di scena di Margherita Busacca
Spettacolo vietato ai minori di 14 anni
Date e orari:
- 11 maggio ore 21.00
- 12 maggio ore 17.00 e 21.00
- 18 maggio ore 21.00
- 19 maggio ore 17.00
Posti limitati, prenotazione obbligatoria con tesseramento anticipato
Biglietti: intero 13 €; ridotto 10 €; sostenitore 15 €
Informazioni: