Fino al 10 marzo 2019 il Piccolo Teatro di Milano propone per la sua storica sede di via Rovello (Teatro Grassi) lo spettacolo “Cuore di cane” di Stefano Massini, “libera versione teatrale dal libro di Michail Bulgakov”.

Ecco: nell’espressione virgolettata c’è la natura dell’allestimento. Non tanto una riduzione o un adattamento, quanto piuttosto una riscrittura. E al lettore di queste righe devo subito confessarlo: questa riscrittura e il lavoro registico di Giorgio Sangati non mi hanno convinto, non del tutto perlomeno (aggiungo, a onor di cronaca, che devo essere stato il solo a provar dei dubbi, visti gli applausi piuttosto calorosi che hanno salutato gli attori al termine della recita).
Ieri sera, seduto in platea come spettatore della prima, avevo ben presente nella mente il romanzo di Bulgakov per la fresca rilettura di inizio anno, accompagnata da quella dell’altro racconto fantascientifico “Uova fatali” (per prepararmi a “Il Maestro e Margherita” per la regia di Paolo Bignamini sulla drammaturgia di Fabrizio Sinisi – visto al Pacta Salone qualche giorno fa – ho invece ascoltato la lettura recitata di Massimo Popolizio dal podcast della trasmissione “Ad alta voce”: ed è tanta roba!).

Bene: in quello che ho visto mi pare resti solo lo scheletro dell’originale. La storia della rivoluzionaria operazione chirurgica sul cane randagio Pallino, trasformato in essere umano, viene mantenuta nella struttura e nella progressione, ma qualcosa nello spirito dell’opera è cambiato. Per usare la stessa metafora, è come se “Cuore di cane” fosse stato sottoposto a un ardito esperimento, scappato però di mano ai suoi autori.
Sandro Lombardi, nel ruolo del professor Preobražénskij, e Giovanni Franzoni in quello del suo aiutante, dottor Bormental, salgono sul palcoscenico attraversando la sala con indosso i loro camici. Sembrano sacerdoti che si accingono a un rito. Nella società sovietica la scienza ha preso il posto della religione.
Si apre un lungo prologo sulla lotta all’invecchiamento, con un professore dai tratti più faustiani di quello bulgakoviano (a cui, neanche tanto in fondo, piace soprattutto la bella vita garantita dalla fama di mago del bisturi). Dove ha fallito la magia, riuscirà la medicina, è il credo che recita di fronte al tabernacolo che custodisce “Sua Maestà l’Ipofisi”.
Ma il trapianto di una ghiandola umana nel corpo di un cane adescato per strada non provocherà il previsto ringiovanimento dell’animale, bensì la sua trasformazione in essere umano. È la grande prova di Paolo Pierobon (che avevo trovato memorabile come Robespierre ne “La morte di Danton” di Georg Büchner, diretto da Martone) la parte più riuscita dello spettacolo (intenso anche il brano di musica sacra ortodossa “Dominus vobiscum” che impregna di atmosfera da liturgia ecclesiastica il momento clou).

Pierobon rende bene la progressiva e inarrestabile trasformazione da animale a uomo, anzi: da cane randagio a cavia e infine a homo sovieticus nuovo di zecca. Pallino esce dalla tenda della sala chirurgica come da un ventre. È il parto della sua rinascita. Ma i problemi per lui non sono finiti.
Le aperte menzioni a Stalin che nel libro non ci sono, sono qui un di più, una sottolineatura che amplifica quello che non sarebbe necessario.
Nelle sue opere Bulgakov mette a frutto lo spirito d’osservazione da medico per rintracciare le persistenze della natura russa (nel senso più ampio del termine, va da sé). Vestiti da sovietici (come il compagno Pallinov con la camicia rossa), i nuovi cittadini sotto sotto sono ancora quelli di prima. Perché l’anima non dipende dall’ipofisi.
Saul Stucchi
Foto di Masiar Pasquali
Ecco il programma degli incontri di approfondimento sullo spettacolo “Cuore di cane” presso il Chiostro Nina Vinchi, purtroppo tutti con posti già esauriti!
24 gennaio 2019
Incontro con Giorgio Sangati
29 gennaio 2019
Incontro con Stefano Massini
8 febbraio 2019
Incontro con Gian Piero Piretto
15 febbraio 2019
Incontro con la compagnia
Didascalie:
Da sinistra Sandro Lombardi, Paolo Pierobon, Giovanni Franzoni
Da sinistra Paolo Pierobon, Sandro Lombardi, Giovanni Franzoni, Bruna Rossi, Lucia Marinsalta
Da sinistra Paolo Pierobon, Sandro Lombardi, Giovanni Franzoni
Dal 22 gennaio al 10 marzo 2019
Cuore di cane
di Stefano Massini
Regia Giorgio Sangati
Libera versione teatrale dal libro di Michail Bulgakov
Scene Marco Rossi, costumi Gianluca Sbicca
Luci Claudio De Pace, trucco e acconciature Aldo Signoretti
Interpreti: Paolo Pierobon, Sandro Lombardi, Giovanni Franzoni, Bruna Rossi, Lucia Marinsalta, Lorenzo Demaria
Piccolo Teatro Grassi
via Rovello 2
Milano
Informazioni:www.piccoloteatro.org