Restano pochi giorni per visitare la mostra Enrico Castellani allestita al Museo d’arte Mendrisio nel Canton Ticino: chiuderà i battenti il prossimo 7 luglio. Curata da Barbara Paltenghi Malacrida, Francesca Bernasconi e Federico Sardella è organizzata in collaborazione con la Fondazione Enrico Castellani. Presenta al pubblico sessanta opere dell’artista (1930 – 2017) che ne coprono l’intera carriera, dagli inizi ai lavori dell’ultimo periodo.
Un video introduce al percorso espositivo che si apre nell’ampia sala delle conferenze, alle cui pareti sono appese opere in acrilico su tela che abbracciano ben quarant’anni di attività, dal 1968 al 2008. Il visitatore non è in grado di riconoscerne la data di realizzazione senza leggere le didascalie.
I lavori nel salone testimoniano “l’assoluta coerenza del linguaggio” di Castellani, artista “infinibile”, per usare una definizione cara alla curatrice, nonché direttrice del Museo, la storica e critica d’arte Barbara Paltenghi Malacrida. L’acrilico è il materiale più utilizzato, ma in mostra non mancano lavori in alluminio aeronautico smaltato.
Su uno dei primi pannelli (da notare che sono ben fatti, minimalisti nell’impaginazione grafica) si può leggere:
L’intento dell’esposizione è quello di offrire una visione complessiva della straordinaria carriera di Castellani, dalla fine degli anni Quaranta al primo decennio del XXI secolo. In un andamento prettamente cronologico, che consente di cogliere le diverse fasi del suo percorso di ricerca, le sale si caratterizzano per nuclei di opere accomunate da analoghe peculiarità seppur nell’estrema varietà degli esiti. Spazio, tempo, variazione, ripetizione: in un’infinita scala di combinazioni le superfici monocrome di Castellani cancellano l’idea classica della rappresentazione per aprire nuovi canali percettivi».
Muovendosi per le sale al visitatore verrà la tentazione – lo so per averla provata io stesso – di toccare, sfiorare gli avvallamenti, le cunette, le asperità delle opere, tra estroflessioni e introflessioni. La prima estroflessione Castellani la realizzò servendosi di nocciole, ma già in quella stessa settimana sarebbe passato ai chiodi. Prima di inaugurare la serie delle Superfici che l’avrebbero reso celebre, l’artista studiò i giochi d’ombra su carta.
Ecco la prima Superficie nera a rilievo (del 1959), con introflessioni ed estroflessioni disordinate. Risale invece a poco dopo la guerra, al 1947, una piccola tavola intitolata Ponte provvisorio sul fiume Po con una parte del ponte distrutta dai bombardamenti. È l’unica opera figurativa esposta in mostra. Castellani la tenne sempre nel suo atelier: in una foto dello studio si riconosce una riproduzione della Città ideale di Urbino.
Città tutt’altro che ideale era la Milano degli anni Sessanta, eppure mostrava un’apertura culturale forse mai più ripetuta. In un condominio progettato da Nanda Vigo e Cesare Tacchio, Castellani pose un Trittico bianco che dialogava con alcune sculture di Lucio Fontana.
Tra le opere che più hanno attirato la mia attenzione segnalo almeno Dittico rosso (1963-1964) che mi ha fatto pensare al Bue macellato di Rembrandt oggi al Louvre, mentre Il muro del tempo (1968), opera costituita da otto metronomi, mi ha ricordato una scena de La montagna magica di Thomas Mann, il cui tema centrale è proprio il tempo.
Nell’anno successivo Castellani realizzò Spartito con fogli di carta e base in legno, dalla forma che ricorda vagamente il celebre bicorno di Napoleone.
Incuriosito da tutti quei fogli di carta impilati uno sull’altro e dagli affossamenti che caratterizzano e rendono inconfondibili le opere di Castellani ho chiesto quali problemi di conservazione pongano ai collezionisti che le possiedono. La curatrice mi ha rassicurato. Ma mi è rimasta la tentazione di passare un dito su uno di quei “crateri” per verificare se qualche microgranello di polvere vi si fosse depositato.
Saul Stucchi
Didascalie:
- Veduta di una sala allestita al Museo d’arte Mendrisio
- Enrico Castellani
Superficie nera (1959)
Acrilico su tela, 40 × 50 cm
Enrico Castellani Estate
© Enrico Castellani Estate - Enrico Castellani
Superficie rossa (2006)
Alluminio aeronautico smaltato, 116,5 × 116,5 cm
Collezione privata, courtesy Lévy Gorvy Dayan
© Enrico Castellani Estate
Enrico Castellani
Informazioni sulla mostraDove
Museo d’arte MendrisioPiazzetta dei Serviti 1, Mendrisio (Svizzera)
Quando
Dal 24 marzo al 7 luglio 2024Orari e prezzi
Orari: da martedì a venerdì 10.00–12.00 e 14.00–17.00Sabato e domenica 10.00–18.00
Lunedì chiuso
Biglietti: intero 12 CHF; ridotto 10 CHF