Il teatro sarà tra le vittime di questa crudele pandemia da Coronavirus? O tutto tornerà – più o meno – come prima? Ne abbiamo sentite tante finora (anche se confessiamo che molte abbiamo preferito perdercele), dai toni più cupi di catatrofismo agli inni all’ottimismo malgré tout ça. Poi ci siamo imbattuti nel progetto “La bellezza ci salverà” del regista teatrale – e giornalista – Alberto Oliva. E abbiamo voluto fargli qualche domanda a proposito di questa sua iniziativa.
Come è nato il progetto?
L’idea nasce dalla mia passione per la Storia del Teatro. A inizio marzo il mondo del teatro gridava all’apocalisse per la chiusura dei teatri come se fosse la fine per sempre dello spettacolo dal vivo.
Superato il panico iniziale, mi sono ricordato che in realtà nella storia era già successo, così ho deciso di tornare sui libri dell’università per approfondire e poi ho deciso di fare una diretta su Facebook per raccontare i vari momenti nel passato in cui non si è potuto più andare in scena per motivi sanitari o politici.
La diretta ha avuto un bel seguito e così sono andato avanti con un appuntamento fisso e gratuito tutti i giovedì sera. Dopo più di un mese e sei dirette aperte in cui ogni settimana ho affrontato un tema diverso che unisse la nostra attualità e la storia de teatro, ho deciso di lanciare la mia “Fase2”.
Come si articola il progetto?
Grazie a una piattaforma di Crowdfunding (Produzioni dal Basso), ho lanciato una raccolta fondi per pubblicare un libro che raccolga tutti i materiali che sono stati oggetto delle precedenti lezioni e che lo saranno delle prossime, per raccontare i “modelli di rinascita e rigenerazione” che lo spettacolo dal vivo si è inventato nella sua storia millenaria per sopravvivere alle varie difficoltà.
Chi avrà voglia di sostenermi con una donazione (anche solo 10 euro!) al link http://sostieni.link/25096 verrà ricompensato con le mie nuove dirette, che a differenza delle precedenti saranno private, e farà parte di un progetto che spero mi possa un domani portare anche in scena con questi materiali, dopo la pubblicazione del libro.
Quali sono i temi delle lezioni?
La prima sarà su “la tecnologia può salvare il teatro”? Ovviamente nello spirito di cercare le risposte al futuro nel passato, non parlerò di Franceschini e delle sue balzane proposte, ma racconterò di quando nell’Ottocento nacquero i “fonodrammi”, ovvero gli spettacoli al telefono per non muoversi da casa, prima che nascessero i radiodrammi, e poi i primi esperimenti tra teatro e cinema, bellissimi.
Poi sarà la volta degli attori, di cui racconterò varie battaglie di sopravvivenza per esistere quando nei secoli li si voleva far fuori. Poi sarà la volta degli spettatori, che hanno visto cambiare il loro ruolo tante volte nella storia e sono adesso chiamati a ridefinirlo ancora. E poi tanto altro ancora!
Sarà un viaggio di rigenerazione?
Quando si vivono esperienze traumatiche come quella che stiamo vivendo oggi, siamo sempre portati a ingigantirne le conseguenze, a vedere tutto nero, a pensare di essere i più sfortunati di sempre e i testimoni della fine, magari della Fine del Teatro.
Invece, andando a studiare la storia e partendo per questo meraviglioso viaggio nel tempo, si scoprono eventi altrettanto – e pure molto più – traumatici come guerre, epidemie, carestie, soprusi politici e religiosi. E altrettante buone pratiche di resistenza e sopravvivenza che danno nuovo ottimismo per guardare al futuro e che riescono a riportarci in una prospettiva più sensata di evoluzione storica, in cui nulla è mai apocalittico.
Ma le soluzioni spettano a noi, e dobbiamo rimboccarci le maniche e farci venire le idee giuste.
Senti l’esigenza di tenerne traccia?
Tenere traccia è fondamentale per fermarsi e scrivere quello che sta capitando, mettendo in fila gli eventi e le proposte che stanno arrivando per la rinascita con calma e con un po’ più di lucidità dell’ansia compulsiva con cui condividiamo e contestiamo tutto quello che ci passa sotto gli occhi sui social. In ogni caso, nel bene o nel male, stiamo testimoni e parte attiva di una pagina che entrerà nella storia, in tutti i campi.
I numi tutelari sono Dostoevskij e Pirandello?
Certo! Come potrebbe non esserlo! Lo erano nella mia vita prima del Coronavirus, non possono non essere quelli a cui chiedo risposte e sostegno in questo momento!
Il 23 febbraio abbiamo concluso le repliche milanesi de “L’Idiota” di Dostoevskij un’ora prima che la prima ordinanza chiudesse i teatri, e abbiamo anche dovuto interrompere le prove di quello che sarebbe stato il nuovo debutto di aprile, “L’uomo, la Bestia e la virtù” di Pirandello.
In questo momento ho capito veramente quanto per me siano importanti questi riferimenti culturali e quanto mi tenga sollevato immergermi nelle loro pagine e nelle loro sublimi riflessioni per trovare sempre un senso a quello che mi sta capitando.
Ma se uno – Dostoevskij – a cui stavano per sparare in testa perché voleva la libertà, poi gli è venuta l’epilessia, era sempre indebitato e tanto altro, ha avuto voglia di scrivere che “la bellezza salverà il mondo”, noi possiamo permetterci di essere tristi?
E Pirandello? il suo ultimo testo, in pieno fascismo e nazismo parla dell’arte che sfida i Giganti della Montagna, ovvero una società che non crede più nella cultura. E noi pensiamo di vivere oggi i momenti più bui della storia? Dai! Leggiamo questi autori e facciamoci aiutare da loro a trovare la nostra via alla rinascita!
A cura di Saul Stucchi
Calendario degli appuntamenti
- La tecnologia può salvare il teatro?
Diretta Facebook giovedì 30 aprile ore 21.00
Disponibile su YouTube dal 1° maggio - Attori, interpreti dell’anima
Diretta Facebook giovedì 7 maggio ore 21.00
Disponibile su YouTube dall’8 maggio - Scarrozzanti e viaggiatori
Diretta Facebook giovedì 14 maggio ore 21.00
Disponibile su YouTube dal 15 maggio - Il mestiere dello spettatore
Diretta Facebook giovedì 21 maggio ore 21.00
Disponibile su YouTube dal 22 maggio - L’arte sfida I giganti
Diretta Facebook giovedì 28 maggio ore 21.00
Disponibile su YouTube dal 29 maggio