Quante sveglie sono suonate nelle ultime due settimane? Sì, scusate. Scommetto mi avrete maledetta, pensando “Che domanda!”. Milioni di studenti e lavoratori iniziano la loro giornata con una melodia più o meno (s)piacevole che li costringe ad aprire gli occhi e ad alzarsi per fare il loro dovere.
Riformulo la domanda: quante sveglie sono suonate ad orari assurdi nelle ultime due settimane per accendere il televisore? Sono state tante le sveglie puntate tra la una e le quattro del mattino in questi ultimi giorni. Perché? Uno sport, il tennis. Un torneo, gli Australian Open, il primo dei quattro slam, le più importanti e prestigiose competizioni del tennis. Un nome, Jannik Sinner.
Migliaia di persone sveglie nel cuore della notte, in quella che in Australia era già un rovente pomeriggio (il fuso orario a Melbourne è dieci ore in avanti rispetto all’Italia) per guardare e tifare il giovane tennista italiano. L’ultima sveglia ieri mattina, alle 9.30. Ed è stata quella più bella, perché Jannik Sinner ha ripagato le numerose “levatacce” scrivendo una nuova pagina della storia del tennis e dello sport, vincendo gli Australian Open.
Chi mi conosce sa che fra le mie varie passioni ci sono i libri, il Milan e il tennis, non necessariamente in quest’ordine (semicit. del direttore di ALIBI). Ma poco importa dell’ordine perché ieri, dato che “tutto è cultura” – sempre per citare il direttore – parliamo di tennis. E parliamo di lui, l’uomo del giorno, del momento e speriamo del 2024 e dei prossimi anni.
Jannik Sinner ha vinto l’Australian Open 2024, battendo il russo Daniil Medvedev per 3 set a 2 (3-6, 3-6, 6-4, 6-4, 6-3), in un’eccezionale rimonta, dopo aver perso i primi due parziali.
Classe 2001, numero 4 della classifica ATP, Sinner è il primo tennista italiano a vincere il torneo di Melbourne, il terzo italiano nella storia ad aggiudicarsi un titolo del Grande Slam (dopo Nicola Pietrangeli e Adriano Panatta, rispettivamente nel 1958 e nel 1976).
Sinner aveva già scritto la storia venerdì, centrando la finale con la vittoria in quattro set (6-1, 6-2, 6-7, 6-3) sul campione uscente e numero uno al mondo, Novak Djokovic, arrivato nel 2024 alla sua undicesima semifinale del torneo. Non un avversario qualunque il tennista serbo, ma il favorito, quello che aveva una serie vincente di 33 partite in Australia, dove non perdeva da 2195 giorni e che non aveva mai perso dopo aver raggiunto la semifinale. In poche parole: Djokovic, prima dell’edizione appena conclusasi, ha giocato agli AO dieci semifinali, dieci finali e vinto dieci titoli dello Slam.
Ma i “mai”, si sa, sono fatti per essere superati e Jannik Sinner si sta dimostrando molto abile nel cancellare questi “mai” per scrivere nuove pagine di storia del tennis italiano e dello sport.
I record di Sinner
A Melbourne Sinner ha fermato la striscia di successi del numero uno al mondo, iniziando una nuova collezione di record e traguardi:
- È stato il primo tennista italiano a giocare la finale degli Australian Open. Prima di lui, solo Matteo Berrettini è arrivato a giocare la semifinale del torneo nel 2022, fermato da Djokovic.
- Sinner ha giocato ieri la sua prima finale di un torneo Slam. Ci era arrivato molto vicino lo scorso luglio, a Wimbledon, dove il sogno della finale è sfumato per mano di Djokovic (sempre lui).
- Sinner è il più giovane tennista a raggiungere la finale degli Australian Open dal 2008, quando Djokovic giocò e vinse il primo dei suoi dieci titoli a Melbourne, all’età di 21 anni.
- Sinner raggiunge la finale degli Australian Open perdendo un solo set in tutta la competizione e senza aver concesso neanche una palla break (la possibilità di vincere un game con l’avversario al servizio) in semifinale. Nulla di strano – più o meno – se non fosse che l’avversario in questione fosse Djokovic, giocatore con spaventose percentuali di risposta al servizio. Un dato che dimostra la grande qualità del tennis giocato da Sinner, che ha dominato la partita, senza commettere troppi errori e concedendo quasi nulla al numero uno.
- Come dimostrano i punti precedenti, il tennista serbo è un avversario quasi imbattibile, ma Jannik Sinner, venerdì, lo ha battuto per la terza volta in poco più di due mesi. Ci è riuscito nella gara di qualificazione delle ATP finals e in Coppa Davis. Quest’ultima vittoria è stata importantissima perché ha permesso all’Italia di raggiungere la finale, poi vinta contro l’Australia. Nel match in Coppa Davis, inoltre, Sinner ha cancellato un altro “mai” di Djokovic, annullando tre match point consecutivi nel decimo game del terzo set. Il numero uno al mondo, infatti, non aveva mai perso una partita con tre match point consecutivi a disposizione per chiudere.
La lista dei successi
Insomma, venerdì la storia era già stata scritta, un sogno già stato realizzato. Ma sei i “mai” si cancellano, i traguardi si spostano, sempre più in là, sempre più avanti, più lontano. E ieri Jannik, proprio là, lontano, ci è arrivato, oltre ogni aspettativa. Ecco, allora, che la lista dei successi si allunga:
- Primo tennista italiano a vincere gli Australian Open.
- Primo titolo del Grande Slam.
- Quarta vittoria consecutiva contro Daniil Medvedev, dopo i successi nelle finali di Pechino e di Vienna e in semifinale alle ATP Finals.
- Vittoria sui tre dei top cinque del ranking consecutivamente nei quarti di finale, in semifinale e finale (Rublev, Djokovic e Medvedev).
Jannik Sinner ieri ha il vinto il titolo più importante della sua carriera giocando una partita difficile, sofferta, in cui tutto a un certo punto sembrava perduto. “Cosa devo fare”: lo sguardo disperato rivolto al proprio angolo, alla ricerca di una soluzione e di consigli tecnici per superare e uscire dal tunnel buio in cui si era perso in quei primi due set, concessi a un avversario estremamente lucido e solido. Due parziali persi con un doppio 6-3 e un match che sembrava ormai prossimo alla fine.
La svolta
Ma nel terzo arriva la svolta, un lampo che cambia l’inerzia del gioco. Sinner c’è, è presente e vivo, nonostante il “sono morto” che si lascia scappare guardando il suo team. Vince il terzo set sfruttando la sola palla break che gli viene concessa. La palla esce oltre la linea di fondo e con lei un sospiro liberatorio, a scacciare la paura. “Ci sono, scusate il ritardo” sembra voler dire poi, a ogni colpo giocato.
Ogni suo punto è seguito dal boato della Rod Laver Arena, che ora si aspetta il grande spettacolo. Ed è quello che va in scena. Jannik trova il giusto ritmo e quella confidenza con il campo che gli era mancata. Conquista il quarto set sfruttando al meglio le occasioni a disposizione.
“It’s a joke! Sinner is the king!” urla incredulo Nick Kyrgios nella cabina di commento, dopo uno scambio pazzesco giocato nel quinto parziale. È vero: Sinner gioca e conquista punti strepitosi, ritrova il suo gioco, i suoi colpi vincenti, il sorriso e con questo la sicurezza che lo porta al trionfo finale. Vince e si lascia cadere a terra. Noi con lui dopo 3 ore e 44 minuti incollati al televisore.
Chi mi conosce sa che il mio tennista del cuore, quello che mi ha fatta appassionare a questo sport in un caldo pomeriggio di luglio di ormai tanti anni fa, è Roger Federer. Chi mi conosce molto bene sa che Jannik Sinner non è mai stato uno dei miei tennisti preferiti e che in passato non sempre ho seguito le sue prestazioni.
Questo fino a un anno fa, quando proprio in occasione dell’edizione 2023 degli Australian Open, il giovane tennista riuscì a ribaltare in modo sorprendente la partita del terzo turno e a giocare un match combattuto negli ottavi di finale, poi perso al quinto set contro Tsitsipas.
La crescita
Rigore, costanza, solidità, concentrazione, attenzione, fantasia, perseveranza. E un’intelligenza incredibile. Sicuramente c’è ancora molto da fare e migliorare – considerata anche la grande ambizione del giovane atleta – ma i progressi sono innegabili. È cresciuto, ha cambiato modo di giocare, è consapevole della sua forza e di quello che può fare in campo. Ha realizzato di poter vincere, e tanto, divertendosi e facendo divertire il pubblico (molto meno l’avversario!).
Tutto questo rimanendo umile, senza perdere quel sorriso e quell’ironia, prima inesistenti, che lo rappresentano e ricordandosi sempre delle sue origini, dei genitori – a cui ha dedicato commoventi parole durante la premiazione – del suo team, dei suoi tifosi, italiani e non solo.
Sinner festeggia e gioisce pensando a tutti quelli che lo hanno sostenuto e lo sostengono, con classe e gentilezza, dimostrando di essere una grande persona, oltre che un grande tennista. Ora, per gli amanti di questo sport, è impossibile non appassionarsi al suo gioco, ai suoi colpi, alla sia classe. Un vero piacere vederlo in campo, per gli appassionati e per tutte le persone che si sono riunite per vedere l’inizio di una nuova pagina della storia dello sport.
Ho guardato gli ultimi game della partita in aeroporto a Valencia, trattenendo a fatica tensione e ansia, trattenendo ancora più fatica urla e salti di gioia sul match point. Quante volte riguarderò questa finale storica? Ancora non lo so, ma sicuramente tante, in attesa della prossima.
“Mai smettere di combattere! Il mio primo titolo del Grande Slam, sono senza parole”.
Tu ci hai lasciati senza parole. Grazie, Jannik!
Note
Non solo Jannik Sinner in finale agli Australian Open. Menzione dovuta anche per gli italiani Simone Bolelli e Andrea Vavassori, che sabato hanno disputato la finale del doppio maschile, persa in due set (7-6, 7-5) contro Matthew Ebden e Rohan Bopanna (numeri 2 del ranking).
In questo pezzo parlo e scrivo da appassionata – non da professionista o esperta – di tennis. Alcuni dati sono stati presi dai siti di Eurosport Italia, Sky Sport e TennisTv.
Ilaria Cattaneo