• Passa alla navigazione primaria
  • Passa al contenuto principale
  • Passa alla barra laterale primaria
  • Passa al piè di pagina
  • Luoghi
    • Italia
    • Europa
    • Mondo
    • A letto con ALIBI
  • Mostre
    • Arte
    • Fotografia
    • Storia
  • Spettacoli
    • Teatro & Cinema
    • Musica & Danza
  • Biblioteca
  • Interviste
  • Egitti

Alibi Online

Voi siete qui: Interviste » Intervista a Maria Federica Maestri sul “Macbeth” di Lenz Fondazione

15 Marzo 2016 Scritto da Saul Stucchi

Intervista a Maria Federica Maestri sul “Macbeth” di Lenz Fondazione

Un'immagine dello spettacolo "Macbeth" di Fondazione Lenz. Foto di Francesco PittitoALIBI Online intervista Maria Federica Maestri sullo spettacolo “Macbeth” di Lenz Fondazione che andrà in scena dal 26 giugno al 3 luglio al Lenz Teatro di Parma.

Cos’è Lenz Fondazione e come è arrivata a collaborare con REMS?

Lenz Fondazione inizia la sua attività nel 2015. Costituita dalle Associazioni Culturali Lenz Rifrazioni e Natura Dèi Teatri, ne raccoglie l’eredità storica (1986 per Lenz e 1996 per Natura) continuandone con identico rigore l’azione di ricerca, creazione, formazione, ospitalità internazionale nell’ambito delle performing arts e della sensibilità, ma con una più ampia progettualità artistica, culturale e scientifica.

La direzione artistica della Fondazione – con sede a Parma — è curata da Maria Federica Maestri e Francesco Pititto.

La Fondazione intende realizzare un complesso progetto di creazioni performative contemporanee, di pratiche laboratoriali integrate rivolte a persone con disabilità psichica, intellettiva, sensoriale, e di coproduzioni musicali e teatrali da realizzare in collaborazione con istituzioni territoriali, nazionali ed internazionali.

I progetti di ricerca, produzione e l’intensa attività di formazione teatrale contemporanea di Lenz sono realizzati e presentati negli spazi post-industriali di Lenz Teatro, edificio storico collocato al centro dell’area “Pasubio”, da diversi anni interessata da un vasto progetto di riqualificazione urbana e in alcuni complessi monumentali della Provincia di Parma.

Il progetto con gli ospiti della REMS si inserisce in un più ampio progetto ultradecennale realizzato con gli utenti psichiatrici seguiti dai servizi del Dipartimento Assistenziale integrato di Salute Mentale Dipendenze Patologiche dell’AUSL di Parma, con esiti scenici straordinari, quali l’Hamlet al Teatro Farnese, I Promessi Sposi, il recente Furioso, lavoro in otto capitoli site-specific.

Dal 31 marzo 2015 la Regione Emilia-Romagna è impegnata in un’esperienza pilota a livello nazionale per il trasferimento in nuove strutture di accoglienza i pazienti finora detenuti negli OPG (Ospedali Psichiatrici Giudiziari) italiani. In particolare, a Mezzani in provincia di Parma è diventata operativa una delle prime residenze per l’esecuzione della misura di sicurezza sanitaria (REMS).

È a questi ospiti sensibili, in collaborazione con la struttura di Mezzani che fa capo al Dipartimento di Salute Mentale dell’AUSL di Parma, che il progetto sul Macbeth si è rivolto per una collaborazione alla creazione imagoturgica e performativa.

Un attore dello spettacolo "Macbeth" della Lenz Fondazione. Foto di Francesco PittitoPerché è stato scelto il Macbeth?

La nuova ricerca coglie ed assume come stimolo creativo un momento storico di particolare rilevanza in Italia per la gestione sociale della follia – e nel Macbeth sono diversi i nodi drammaturgici sullo stato psichico/fantastico/onirico dei protagonisti.

I loro volti sono diventati il transfer visivo (sociale, emozionale) per gli spettatori del Macbeth e la questione della follia e delle visioni di Lady Macbeth – l’attrice storica dei Lenz – e del suo consorte diventano materia vivente, atto violento rimembrato e rielaborato, allucinazione rimessa a fuoco in un contesto drammaturgico e di rappresentazione dell’opera reinterpretata dalla nuova scrittura del compositore Andrea Azzali.

Sull’inesorabilità, inconsolabilità, decisione e irreparabilità delle proprie azioni sono state ricercate le linee interpretative, linguistiche e musicali di questa nuova opera di Lenz, attraverso gli indispensabili impulsi di chi, rinchiuso per decenni in carceri senza nemmeno la consolazione (o la tortura) del senso di colpa, ci ricorda senza finzione che la vita è davvero un’ombra che cammina e l’attore un povero idiota che fatica a raccontarci il niente.

Nella foto di Francesco Pittito un attore dello spettacolo "Macbeth" di Lenz FondazioneQuali sono stati gli approcci e le reazioni degli ospiti al lavoro sul Macbeth?

Da parte degli ospiti c’è una grandissima disponibilità a misurarsi con un testo complesso, in una traduzione (quella di Pititto) che non fa concessioni, non banalizza e non facilita certo l’ingresso attraverso scorciatoie narrative.

Alcuni sono più sensibili e più intelligenti, a volte la follia è una condizione di superiorità e non di inferiorità psichica. La loro traduzione forse non supera il testo originale, ma certo lo “densifica”. Non si chiede all’attore di rivelare se stesso, ma di dare più potenza alle parole del testo attraverso l’interpretazione, la rilettura della propria parabola esistenziale.

Quello sul Macbeth è un laboratorio o il frutto del lavoro teatrale arriverà sul palcoscenico?

Ancora non sappiamo se gli attori della Rems saranno con noi in teatro dal vivo o solo per immagini, in questo lavoro, i soggetti istituzionali coinvolti sono diversi e con differenti procedure, la struttura che li ospita, il dipartimento di salute mentale e il tribunale che definisce i tempi della permanenza nella Rems.

Sono già in cantiere altri progetti?

Per il momento siamo concentrati sul Macbeth, ed è ancora prematuro pensare ad un prossimo progetto.

A cura di Saul Stucchi
Foto di Francesco Pititto


MACBETH

26-28-29-30 giugno – 1-2-3 luglio ore 21.00

Lenz Teatro
Via Pasubio 3/e
Parma

Info:
tel. 0521.270141
www.lenzfondazione.it

Tweet
Pin
Share13
13 Condivisioni

Archiviato in:Interviste

Barra laterale primaria

blank

Boitani a Vimercate


Articoli recenti

  • Bocchi e Scarrocchia in ”Abito” al Giardino delle Esperidi
  • Il Festival del Mondo Antico s’interroga sul consenso
  • Elio Germano e Teho Teardo ai Bagni Misteriosi con PPP
  • “Pesciolinen”, ovvero “La ragazza del Novecento”
  • Velázquez: il capolavoro del Prado è all’Accademia Carrara

Footer

Informazioni

  • Chi siamo
  • Contatti
  • Informativa privacy & Cookie

La rivista online

ALIBI Online è una rivista digitale di turismo culturale, diretta dal giornalista Saul Stucchi. Si occupa di mostre d'arte, storia e archeologia, di cinema e teatro, di libri di narrativa e di saggistica, di viaggi in Italia e in Europa (con particolare attenzione alle capitali come Parigi, Madrid e Londra). Propone approfondimenti sulla cultura e la società attraverso interviste a scrittori, giornalisti, artisti e curatori di esposizioni.

Copyright © 2022 · ALIBI Online - Testata giornalistica registrata al Tribunale di Milano; reg. n° 213 8 maggio 2009
Direttore Responsabile Saul Stucchi