Ieri sera è stato presentato a Milano, nella prestigiosa sede del Palazzo delle Stelline in via Magenta, l’ultimo libro di Thomas Kelly, Il grattacielo dell’Impero, edito da Baldini Castoldi Dalai.
L’autore americano affronta la storia della costruzione del celebre grattacielo, a lungo il più alto del mondo. La vicenda è strettamente connessa con quelle delle comunità irlandesi e italiane, molti dei cui componenti presero parte alla realizzazione dell’imponente edificio.
Lo scrittore, presente alla serata, ha letto le prime pagine del romanzo e ha ricordato che in molte città americane (non solo New York, ma anche Boston, Chicago, Philadelphia…) queste due comunità erano difficili da scindere in quanto gran parte dei propri membri era impegnata nel settore edile. A seguire una lettrice ha “recitato” altre pagine del libro, presentando la figura di Grace, una pittrice che ha deciso di immortalare le fasi dell’elevazione del grattacielo per documentare l’evoluzione della città in cui è approdata dopo un lungo peregrinare per il mondo. Era partita infatti dall’Irlanda e, dopo una breve sosta a Londra, era giunta all’Avana e in seguito a Tampa. Una vita da vagabonda, la sua. Qualcuno aveva detto che costruire grattacieli è la cosa più vicina alla guerra in tempo di pace, e Grace era d’accordo. Da due anni ormai Milo, il suo uomo, era scomparso da Manila. Grace sentiva che lui era morto…
Per conoscere i particolari della vicenda personale di Grace e la storia della costruzione dell’Empire State Building bisogna leggere il romanzo!

Kelly, t-shirt nera sotto una giacca blu scuro e scarpe sportive ai piedi, ha risposto alle domande dei presenti, confessando di preferire i grattacieli più “datati” perché sono stati realizzati con tecniche molto più affidabili, con cemento e non con vetro come quelli moderni. Uno dei motivi per cui le Torri Gemelle sono crollate così velocemente è proprio l’utilizzo di materiali leggeri per contenere al massimo il costo finale e massimizzare i profitti. A un’altra domanda sulla situazione dei lavoratori edili negli Stati Uniti, lo scrittore ha risposto che da anni l’amministrazione e in genere la politica stanno cercando di ridurre il potere contrattuale dei sindacati, con un evidente peggioramento delle condizioni di lavoro e un aumento dei rischi per i lavoratori. Ha portato come esempio una situazione che conosce molto bene: suo fratello infatti lavora in una miniera e guadagna circa 150 mila dollari all’anno, essendo iscritto a un sindacato. Altri lavoratori non iscritti al sindacato guadagnano invece appena 30 mila dollari per lo stesso lavoro.
La vicenda dell’11 settembre non ha influenzato la sua scelta di trattare la storia dell’Empire State Building. Aveva avuto l’ispirazione molti anni prima del 2001, immaginando una trilogia dedicata ai grattacieli più importanti di New York. Proprio il crollo delle Torri Gemelle gli sta facendo valutare l’ipotesi di interrompere il progetto della trilogia, per non correre il rischio di essere accusato di voler sfruttare la tragedia dell’11 settembre.