
Spesso e volentieri la cultura è associata a quelle testimonianze considerate canoniche, reperti storici, libri antichi o dipinti. Ma la storia dell’uomo può essere compresa ancora meglio analizzando il quotidiano, i comportamenti e le abitudini di ogni giorno. Proprio da questa prospettiva parte la bella mostra organizzata dall’accademia italiana di cucina “Un secolo di menu italiani”.

L’attenzione è puntata sui menu che hanno fatto la storia d’Italia, da Umberto I a Carlo Azeglio Ciampi, al fine di evidenziare i valori culinari ma soprattutto culturali che essi portano dietro di sé. Lo scopo degli organizzatori dell’esposizione, che sarà itinerante per i diversi istituti di cultura italiana all’estero, è infatti quello di raccogliere le testimonianze degli usi e costumi della civiltà della tavola, raccontandoli attraverso una serie di documenti inediti.
Ben 250 menu storici ed artistici per raccontare altrettanti banchetti storici: da quelli dei Savoia fino a quelli di Papi e presidenti della Repubblica, la mostra sarà suddivisa in diverse e interessanti sezioni. Si comincia a parlare del menu in quanto oggetto a partire dal 1810, quando si assiste al passaggio dal cosiddetto servizio alla francese, in cui le portate venivano presentate contemporaneamente al fine di creare uno spettacolare effetto scenico, al “servizio alla russa”, dove i piatti, secondo una sequenza stabilita dall’anfitrione, vengono presentati uno alla volta.

Viene poi analizzato l’ulteriore sviluppo del servizio alla russa, che produce due diverse varianti: quella “all’inglese” dove il cameriere serve l’ospite e il servizio “all’italiana” dove le porzioni preparate in cucina sono servite su un piatto talvolta ricoperto dalla “cloche”.
Nelle altre sezioni sono poi esposti e analizzati, sia dal punto di vista grafico che gastronomico, i diversi menu delle grandi famiglie reali e i importanti uomini politici. Un percorso interessante, dal menu dei Savoia, la cui caratteristica era la netta differenza quantitativa e qualitativa tra le portate dei pranzi di Stato e la tavola reale di ogni giorno, al menu con il quale la città di Torino nel 1848 ha festeggiato la concessione dello Statuto Albertino, fino alla cena decisamente frugale di Carlo Azeglio Ciampi.
Simona Silvestri