Domenica a Udine

Ieri si è chiusa l'edizione 2007 di Vicino/Lontano. Mi trovavo a Udine per altri motivi e ho fatto in tempo soltanto ad "assaggiare" qualche appuntamento della manifestazione. In mattinata ho assistito a una parte dell'incontro con Carlo Ginzburg e Arnold Davidson, moderato da Pier Aldo Rovatti.

Sul sagrato della chiesa di San Francesco era allestito un maxi schermo e disposte delle sedie per chi non aveva trovato posto all'interno. In una bassa vasca artificiale riempita d'acqua galleggiavano dei messaggi scritti con un pennarello sopra un biglietto di plastica trasparente. Chi voleva, poteva aggiungere il proprio e inviare questa sorta di "messaggio in bottiglia" per eventuali e sconosciuti destinatari. Sono poi salito al Castello per vedere due mostre fotografiche. Nella prima, intitolata Al Jidar. Is there anybody out there? (allestita nella Casa della Confraternita), erano esposte immagini in bianco e nero di grande formato realizzate in Palestina da Giorgio Palmera. Il muro elevato dagli Israeliani per impedire l'accesso a potenziali terroristi suicidi ha in realtà mutilato il territorio palestinese, dividendo in due città, villaggi, campi e addirittura abitazioni private. Nel documentario girato da Aldo Anselmino un giovane palestinese denuncia lo "sbarramento" imposto ai bambini di oggi e a quelli che verranno, i quali si troveranno circondati da una barriera che di fatto ne limita gli orizzonti, con pesanti conseguenze psicologiche. Gli scatti catturano situazioni drammatiche pur descrivendo avvenimenti quotidiani, non episodi di violenza.

Su un campo di pallavolo la palla è ferma a terra; non c'è nessuno e tutto intorno corre la muraglia. In un'altra foto soltanto un uccello è libero di ignorare la barriera e attraversare in volo il campo visivo del fotografo. Immagini ancora più intense sono quelle scattate dal giovane fotografo norvegese Jonas Bendiksen. La mostra è intitolata Satelliti e racconta con immagini crude ma artisticamente bellissime (a colori) un viaggio attraverso i micro-stati sorti dalle ceneri dell'Unione Sovietica, in Asia centrale, nel Caucaso e in Siberia: regioni pressoché ignote agli occidentali, come le Repubbliche dello Transdniester, dell'Abkhazia, del Nagorno-Karabakh, della Regione Autonoma Ebraica. Nella fotografia scelta come logo della mostra alcuni raccoglitori illegali di materiale spaziale, impegnati a recuperare preziosi componenti caduti sulla Terra, in un turbinio di farfalle bianche che paiono fiocchi di neve. Una mostra imperdibile che segna gli occhi e il cuore.
Saul Stucchi