L’ultima volta che sono stato al Museo Egizio di Torino, lo scorso 29 settembre, un cartello segnalava che soltanto un visitatore alla volta poteva entrare nel tempio di Ellesiya. Accedendovi e muovendomi con calma al suo interno ho pensato che fosse uno dei pochi effetti positivi delle limitazioni imposte dalle disposizioni per il contenimento del Covid-19 (fatta eccezione, naturalmente, per la salute pubblica!). Un tempio tutto per me, come un faraone!

Purtroppo cade in questo periodo di forti restrizioni l’anniversario del salvataggio dei templi nubiani, a cui l’Italia ha dato un grande contributo. Gli edifici sarebbero altrimenti scomparsi, sommersi dalle acque del Lago Nasser creato dalla diga di Assuan.
Allora era Silvio Curto a dirigere il Museo Egizio di Torino. Lui stesso guidò una squadra del museo, inviata in Egitto per studiare l’area di Ellesiya. A riconoscimento del contributo italiano all’opera di salvataggio del patrimonio archeologico, l’Egitto donò al nostro paese il tempio di Ellesiya. “Tagliato”, smontato e rimontato a Torino, il tempio venne presentato al pubblico nell’autunno del 1970.
Ricorrono dunque i 50 anni da quell’epica impresa. Il Museo Egizio ha deciso di ricordarla con due conferenze che verranno trasmesse in streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del museo.
- Lunedì 14 dicembre ore 18.00
“Il salvataggio e il trasferimento del tempio a Torino”
Beppe Moiso e Alessia Fassone rievocheranno la storia dell’arrivo del tempio a Torino. - Lunedì 18 gennaio 2021 ore 18.00
“Ancient Nubia and Egypt: a story of mutual exchange and interaction”
I curatori Johannes Auenmueller e Paolo Del Vesco parleranno – in inglese – della storia della Nubia. Approfondiranno il suo rapporto con il paese dei faraoni, tra influenze reciproche, scambi economici e culturali.
Saul Stucchi