Spero che la Fondazione Querini Stampalia di Venezia prossimamente pubblichi su uno dei propri canali social il video della presentazione di Concrete Bach che si è tenuta ieri sera, giovedì 16 marzo.

Nell’auditorium della Fondazione il filmato di Riccardo De Cal, prodotto da Cabiria Film con la collaborazione di Antiruggine, è stato prima introdotto dal musicologo Guido Barbieri e dallo storico dell’architettura Francesco Dal Co, poi – dopo la visione dell’intenso docu-film – ne hanno parlato lo stesso regista con il musicista Mario Brunello e i primi due relatori.
Mario Brunello è l’unica presenza umana nel video, ma non l’unico protagonista. Condivide il ruolo, infatti, con la musica di Bach e con l’architettura di Carlo Scarpa, più specificamente con la sua opera a San Vito di Altivole (TV), ovvero il Memoriale Brion.

Gli interventi dei quattro relatori hanno illustrato diversi aspetti – ma solo una parte, vista la ricchezza delle due opere in dialogo – della Ciaccona di Bach (dalla seconda Partita in re minore per violino solo BWV 1004) e del Memoriale Brion. Vita e morte, musica e silenzio, spazio, vuoto e pieno, numeri, simboli e gematria (no, non è un refuso per geometria: la gematria è la scienza teologica dell’ebraismo che studia il valore numerico dato alle parole ebraiche).
Qui mi limiterò a ricordare che il brano musicale sopra indicato – che Brunello suona in presa diretta al Memoriale (nessun playback!), ma al violoncello piccolo e non al violino – Bach lo riscrisse e completò al rientro di un viaggio di lavoro a Karlsbad, al seguito del principe di Anhalt, quando scoprì che nelle settimane in cui era stato assente era improvvisamente morta l’amata moglie Maria Barbara, di soli trentasei anni. Era il 1720.
Ma se anche la Fondazione Querini Stampalia non dovesse pubblicare la presentazione, voi cercate di vedere il filmato Concrete Bach: pura poesia.
Saul Stucchi